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Giuseppe Ungaretti

 

DINO CAMPANA 

 

[Relazione su una tesi di laurea]

 

Da: Ungaretti Vita d'un uomo

Viaggi e lezioni

I Meridiani 

Mondadori

2000

 

 

DeI suo lavoro, affronterò subito la parte che avrebbe dovuto essere più specialmente sua, ma che risulta anch’essa rielaborazione di rado felice di fonti diverse: e la parte dove da pagina 45 a pagina 85 tenta di dare della poesia di Campana una sua interpretazione.

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In gennaio, sui monti di Dino Campana

 

2. Con Dino Campana, adesso, all’Acquacheta e dintorni

 

di Andrea Benati Romagnoli

 

 

Da Il Mugello e la Val di Sieve – in Guida d’Italia del Touring Club Italiano
– vol. II – Antonio Vallardi, Milano 1916 – scala originaria  1:250.000

 

 

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luzi
Mario Luzi

 

Mario Luzi: Un eccezionale ritrovamento fra le carte di Soffici

Il quaderno di Dino Campana

 

 

Dal Corriere della Sera del 17-VI-1971

 

La sparizione del quaderno manoscritto delle poesie di Dino Campana fa parte ormai della leggenda artistica novecentesca, ne è anzi uno degli episodi più coloriti e, dato il personaggio della vittima, perfino più drammatici. Non mancarono insinuazioni sul conto di Papini e Soffici, consegnatari dell'inedito; non mancarono da parte del poeta propositi, pare, di vendetta sanguinaria, d'altronde sbolliti ben presto se è vero che poco dopo pubblicò una poesia ispirata da un quadro di Soffici e ancora a Soffici si rivolse, qualche anno più tardi, in un momento di disperazione.

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Da: 

 

DINO CAMPANA, Lettere di un povero diavolo: Carteggio (1903-1931)

 

A cura di Gabriel Cacho Millet

 

Polistampa Editore, Firenze 2011

 

 

CAMPANA A NOVARO

 

Lastra a Signa, [Lastra a Signa, aprile 1916]

 

Egregio Novaro,

 

  questa poesia mi sembra memorabile.1 È scritta molti anni fa da una  donna di2 Firenze (morta).3 A parte qualche noiosità femminile di melopea e qualche scintillamento di braccialetto (all’odalisca) apre un po’ la gretta e taccagna arte italiana.4 La strofa liberata dalla multiforme5 catena, con due6 o tre assonanze elementari ritenta7 un più puro amore delle luci8 e delle forme.9

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DINO CAMPANA e SIBILLA  ALERAMO 

 

 

di Paolo Puppa

 

 

Tratto da "Lettere impossibili" di Paolo Puppa (2009, Gremese editore)

 

 

 

 

Per accedere alla

 conferenza clikkare qui

 

 

Da un piccolo fascicolo con copertina rosa, trovato dagli eredi tra i faldoni di Sibilla Aleramo, è emersa di recente una lettera vergata in carta da pacchi e con una scrittura un po’ sconnessa, datata 3 aprile 1927. Nel testo, spiccano ai lati macchie di sugo e di polpette. 

 

 

Signora, Signora, Signora, la primavera si sveglia pure qua, in questo tetro stanzone. Io la vedo oltre le sbarre di ferro, oltre i vetri spessi. Nel tanfo della camerata, tra i sospiri e i sordi respiri dei pazzi addormentati, l’oro e l’azzurro dei decrepiti crepuscoli si cambiano in verde. E allora debbo scrivervi, perché una dolcezza acuta mi  torce  i nervi, mentre   invoco la piaga e il fiore delle vostre labbra. Chi vi scrive, Matrona, è Dino e poi Carlo e poi   Giuseppe e poi e poi Campana. E’ stato mio fratello Manlio che m’ha rapito, rapito, rapito a me la madre, la Fanny crudele e fuggitiva. Certo, con lei sono stato un po’ primitivo. Come con voi talvolta.

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Giuseppe Ungaretti

 

 

Ungaretti e Campana 

 

di 

 

Mario Petrucciani

 

da:

 

Lettere Italiane

 

Vol. 34, No. 1, GENNAIO-MARZO 1982

 

Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.






  1. PER UNA TESI DI LAUREA.

 

Nelle circa novecento pagine della prosa teorica e critica di Ungaretti — lungo un arco che copre oltre cinquanta anni del secolo — non compare il nome di Campana. Eppure è Nel nome di Campana, il quale avrebbe potuto darci « un libro come tanti di quel tempo di passaggio dal crepuscolarismo al futurismo » — ha scritto Bo1 — che la poesia italiana moderna ha compiuto uno dei suoi eccezionali dirottamenti.

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LA CHIMERA NEI «CANTI ORFICI» DI DINO CAMPANA

 

di Neuro Bonifazi

 

 

 

Dall'epoca romantica in poi, nel corso del secolo XIX e oltre, in Europa, i mitici mostri dell' antichità (Medusa, Chimera, Sfinge, Gorgone, Sirena, ecc.) diventano, nell'immaginario dei poeti, i simboli della loro concezione della bellezza in genere, di quella femminile in specie, della Donna e dell'eros. A cui si aggiungono le immagini emblematiche ed evocative dei grandi artisti, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Dürer, ecc., e in particolare, a un certo punto, l'immagine della Gioconda.

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  1. Una musica che conduce la poesia di Campana
  2. Susanna Sitzia: Per una nuova edizione del «Quaderno» https://www.campanadino.it/
  3. Alcune riflessioni sui rapporti tra Carlo Pariani e Dino Campana
  4. Silvano Salvadori: APPUNTI PER LA CHIMERA

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