SAGGI RELATIVI A “LA VERNA”

 

LA CONCA ROCCIOSA DEI VENTI (La Verna, Ritorno 8, 41)

 

di Silvano Salvadori

 

 

Ci sono dei luoghi che fungono da giunto cardanico di un’intera esistenza: tale fu per Dino la valle di Campigno ed in particolare quel profilo di monte in fronte alla chiesa che è conosciuto come Riva Bianca.

I critici letterari a volte son visitatori un po’ frettolosi e preferiscono le scrivanie di noce alle lastre di pietra, poco adatte allo scrivere meditabondo. Ma se avessero un taccuino, un lapis e un buon paio di scarpe potrebbero non accontentarsi del panorama da lontano, ma scendere ai fossi e superare qualche aspro sentiero per ritrovarsi soli sotto la linea dell’orizzonte nel cuore diveniente dell’erosione rocciosa; laggiù con i massi in bilico sulla testa per capire quella dinamica che è sottesa all’eternità delle montagne e che Leonardo ha indagato nei suoi appunti.

 

 Maurizio Pallante

 

 

I Canti Orfici di Enrico Tallone

 

di Maurizio Pallante

 

 

Ringrazio Maurizio Pallante di avermi autorizzato a pubblicare questo suo articolo, che ricorda in diretta la pubblicazione dei Canti Orfici da parte di Enrico Tallone.

 

L'Ortica, n. 77 di Gennaio-Marzo 2000 

 

 

Recentemente Enrico ha ristampato a mano il Libro, carattere per carattere, parola per parola. (paolo pianigiani)

 

 

Dopo aver inutilmente tentato di inserirsi nel gruppo di letterati che si radunava presso il caffè delle Giubbe Rosse a Firenze - Soffici, a cui aveva dato in lettura la sua raccolta di poesie Il più lungo giorno non solo non la lesse e non lo aiutò a trovare un editore, ma smarrì il dattiloscritto - Dino Campana nel 1914 si risolse a pubblicare a sue spese presso uno stampatore di Marradi la nuova stesura delle sue poesie, a cui diede il titolo di Canti Orfici.

 

 

 

SPECCHI, CERCHI E FRATTALI

 

APPUNTI PER UN’ANALISI STRUTTURALE DEI CANTI ORFICI

 

di

Leonardo Chiari

 

da:

Il Nuovo Nautilus

Studi e Ricerche del Liceo Torricelli-Ballardini-Faenza

2019

 

 

   La forma-sonata, la più importante forma della musica strumentale occidentale, è una forma bitematica e tripartita. Il bitematismo indica appunto l’articolazione in due temi musicali, solitamente potente e incisivo il primo, più lirico e intimistico il secondo, temi che i romantici amavano chiamare rispettivamente “maschile” e “femminile”. La tripartizione indica invece l’organizzazione strutturale in tre momenti: esposizione-sviluppo-ripresa (schema A-B-A’). Semplificando, l’esposizione propone i due temi, maschile e femminile, lo sviluppo li articola portandoli a nuove conseguenze (ritmiche, melodiche, armoniche etc.), e la ripresa li ripropone dall’esposizione, modificati, però, dal drastico passaggio attraverso lo sviluppo.

 

 

 

FRANA DELLE SCALELLE A GAMBERARA

 

POESIA E GEOLOGIA IN DINO CAMPANA

 

di Silvano Salvadori

 

 

Ci sono quattro righi nella Taccuino Matacotta che sono gli unici a non essere un tentativo poetico e non si capisce quale urgenza abbia spinto Dino ad appuntarli fra tante tormentate ricerche di lirismi.

 

 


Silvano Salvadori: Alda Merini a Dino Campana

 

di Silvano Salvadori

 

 

 

A DINO CAMPANA

 

Ritorna,  che cantar canzone di voto

Dentro l’acqua del Naviglio io voglio

Perché tu sia riesumato dal vento.

Ritorna a splendere selvaggio

E giusto ed equo come una campana,

riscuoti questa mente innamorata

del suo dolore, seme della gioia,

mia apertura di vento e mio devoto ragazzo

che amasti la maestra poesia.

 

ALDA MERINI, 1994

 

 

 

 Il più lungo giorno: Dino Campana e Walt Whitman in Italia e in Sud America

 

di CATERINA BERNARDINI

 

da WWQR VOL. 33 N. 1 (SUMMER 2015)

 

 

Secondo Roger Asselineau, Dino Campana (1885-1932), autore della raccolta Canti Orfici (1914),1 fu il poeta italiano maggiormente influenzato da Walt Whitman.2 Tuttavia, le connessioni tra questi poeti non sono state esplorate a fondo né i critici hanno valutato le implicazioni della decisione di Campana di prendere Foglie d’erba con sé nel 1907, quando partì da Genova su una nave per l'Argentina, in quello che sarebbe diventato il viaggio che lo avrebbe completamente traformato in Sud America.3

bigongiari e ungaretti a fortedeimarmi nel 1959

Bigongiari e Ungaretti a Fortedeimarmi nel 1959 

Un articolo di Piero Bigongiari su Dino Campana,

in occasione del centenario della nascita del Poeta Orfico

da:  "La Nazione", Firenze,  7 Settembre 1985  

Se il centenario della nascita di Dino Campana non la­sciasse altre tracce di rilie­vo, dovremmo rallegrarci che esso ha coinciso, se non l’ha provocata, con questa edizione esemplare dei Canti Orfici, per le cure e il commento di Fiorenza Ceragioli, presso l’editore Vallecchi. E chi altro meglio di lui, che pubblicò a suo tem­po, nel ‘28, a cura di Bino Binazzi, la Vulgata di que­sti Canti Orfici e altre liri­che, dopo l’edizione origi­nale di Marradi del ‘14, avrebbe avuto il diritto di farlo? Su quella edizione, seppure non priva di mende e fonte di recriminazioni da parte dello stesso poeta or­mai recluso a Castel Pulci, la mia generazione ha letto Campana, lo ha amato e ri­conosciuto grande poeta.