
Le carte vaganti di Dino Campana
di Paolo Pianigiani
Riportato alle cronache popolari dal film di Michele Placido, Dino Campana è tornato a far parlare di sé: convegni, pubbliche letture, premi letterari, articoli su giornali e riviste: come questo. Nacque a Marradi, il 20 Agosto 1885 e morì nel cronicario (ultimo rifugio per matti giudicati inguaribili) di Castelpulci il primo marzo del 1932, sembra per setticemia, che si era procurato scavalcando un filo spinato.
Sebastiano Vassalli
Dino Campana le solite bugie
di Sebastiano Vassalli
da: La Repubblica del 11 marzo 1995
Non c'è pace per il poeta forse più grande, certamente più disgraziato del nostro Novecento. Una insulsa crociata campanilistica ne rivendica le spoglie - sepolte nella chiesetta romanica di Badia a Settimo presso Firenze - al cimitero comunale di Marradi, il paese in cui nacque e di cui, per un quindicennio, fu "il matto" e ora, un'operazione editoriale che definire discutibile sarebbe eufemistico, perché non ci sono aspetti positivi che possano essere discussi, soltanto aspetti negativi, rimette in circolazione un testo che fu, è e continuerà ad essere il cavallo di battaglia di quanti perseguitarono Dino Campana da vivo e vogliono continuare a perseguitarlo da morto.
Vassalli, la guerra infinita
Chi ha «tradito» Dino Campana?
di Mario Baudino
da La Stampa, Società e Cultura, domenica 12 Aprile 1998
Dino Campana, poeta a cavallo della cometa di Halley
Una biografia-racconto di Vassalli
di Maurizio Cucchi
(recensione a : Sebastiano Vassalli: «La notte della cometa». Einaudi, 240 pagine, 18.000 lire)
Su Tuttolibri, anno XI, n. 436. Supplemento a La Stampa del 5 Gennaio 1985
Chissà, forse sarebbe meglio se artisti, scrittori, poeti, potessero scomparire nell'opera, dandosi da fare, prima di andarsene, per cancellare ogni possibile traccia, per distruggere ogni documento o testimonianza della propria vita. È commovente l'interesse di chi si affanna attorno alla biografia di un autore amato; ma è sempre, anche, l'attività del biografo, o del lettore di biografie, un po' indecente e crudele.
Lasciate in pace la follia di Campana
di Annalisa Gimmi
Da: Il Giornale, 23 Ottobre 2005
Povero Dino Campana. Bistrattato in vita. E adesso, quando il postumo amore di generazioni di lettori potrebbero restituirgli serenità, ecco che scrittori e critici si attaccano alle sue ossa per azzannare il boccone più grosso. L'uscita del libro curato da Sebastiano Vassalli, Un po' del mio sangue (Rizzoli, pagg. 298, euro 9) ha sollevato consensi e proteste anche pittoreschi. Vassalli, in veste di Depositario della Verità, si scaglia contro tutti: dai genitori del poeta, «una famiglia orribile» che lo avrebbe emarginato, considerato pazzo senza alcun reale motivo e allontanato per la vergogna; ai concittadini, fautori del mito del «mat Campana»; ai letterati che lo hanno deriso, rifiutato, e anche ai critici che lo vogliono «usare» per creare un personaggio, seguendo non ben chiari disegni di mistificazione.
Sebastiano Vassalli
Vassalli, su Dino Campana molte falsità
di Cristina Taglietti
dal Corriere della sera, 15 Settembre 2005
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Chi ha paura di Dino Campana? A temere il poeta di Marradi sono ancora in molti secondo Sebastiano Vassalli che di Campana si occupa dalla fine degli anni Sessanta, quando cominciò a raccogliere documenti e a studiare carte in un lavoro culminato nel 1984 con il romanzo-biografia La notte della cometa. Da allora «restituire Campana alla sua vita» è stato per il romanziere una sorta di pensiero fisso che adesso si concretizza in un volume che raccoglie i Canti Orfici , le Poesie sparse , il Canto proletario-italo-francese, le lettere dal 1910 al 1931. Le opere del libro, intitolato Dino Campana. Un po’ del mio sangue (Bur, pagine 300, euro 9), sono presentate da un’introduzione e chiuse da una nota biografica in cui Vassalli fa il punto su menzogne (molte) e verità accertate (poche) della vita del poeta. «Ciascuno, nel corso del tempo, si è costruito il suo Campana - spiega Vassalli -. Anche perché lui per primo raccontò su se stesso un sacco di menzogne, fatti assolutamente inverosimili. Una su tutte: che era stato dappertutto, che aveva girato il mondo, mentre nella sua vita aveva avuto una sola volta un passaporto speciale per Buenos Aires, una specie di trappola congegnata dai suoi genitori per liberarsi di lui e impedirgli di tornare in Italia. Il fatto che fosse andato a Istanbul, a Odessa è falso, anche perché era un’epoca in cui le frontiere erano davvero molto difficili da varcare. Campana e il «partito dei marradesi»
di Renato Martinoni
Professore emerito di Letteratura italiana School of Humanities and Social Sciences University of St. Gallen
da: Cultura e mito in Dino Campana
Il «Corriere della Sera» di lunedì 9 agosto [2004] ha messo in vendita, nell’ambito della serie dedicata alla «Grande Poesia», i Canti Orfici di Dino Campana1. Il libro reca una prefazione di Sebastiano Vassalli seguita da una Nota bio-bibliografica (firmata «G.V.») che mi tira in ballo e che richiede almeno una breve precisazione. Insistendo su una «verità complessiva che ancora stenta a essere accettata», cioè sull’incapacità, o la non volontà, della critica di togliere il grande e sfortunato poeta di Marradi dalle «falsità» e dai «travisamenti» costruitigli intorno, l’autore della Nota ricorda come, dopo l’uscita del romanzo di Vassalli, La notte della cometa, sono finalmente saltati fuori da un misterioso e fin lì renitente «Nulla» decine di documenti che però, ahimè, leggo, invece di sottrarre il povero Campana dall’inferno delle maldicenze, delle dicerie, delle manipolazioni e delle menzogne, «dovevano riseppellire la verità sotto un polverone di minuzie». Pagina 1 di 3 |