Occhi spiritati, capelli alla van Gogh, aria da lirico fuggiasco: è così che a Bologna, nel 1914, si poteva incontrare sulla porta di un bar il giovane poeta Dino Campana. E magari acquistare dalle sue stesse mani una delle prime copie dei Canti Orfici...
Dino Campana, via Zamboni 52
di Gabriel Cacho Millet
da: Rivista "IBC" X, 2002, 3
Dal 25 maggio al 29 giugno 2002 una mostra bolognese ha divulgato autografi e documenti originali relativi alla permanenza di Dino Campana a Bologna negli anni che precedono la stampa dei Canti Orfici (1914), esaminando in particolare i rapporti tra il poeta e i periodici goliardici. L'esposizione, curata da Marco Antonio Bazzocchi e Gabriel Cacho Millet, è stata organizzata dalla Biblioteca dell'Archiginnasio (dove ha avuto luogo) ed è stata promossa dall'Associazione "Premio letterario Dino Campana" e dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC (che con la Biblioteca dell'Archiginnasio ha recentemente acquisito gli originali campaniani del Fondo "Ravagli"). Dal catalogo - I portici della poesia: Dino Campana a Bologna (1912-1914), edito dall'IBC e da Pàtron Editore nella collana ERBA - Emilia Romagna Biblioteche Archivi (46) - pubblichiamo un estratto del saggio di uno dei curatori.
Archivio Comune di Marradi: Il Passaporto per l'Interno: 8 Settembre 1916
Il Passaporto per l'Interno
Valido per un anno: 8 Settembre 1916
Sebastiano Vassalli
La notte della cometa, Einaudi, 1984
(ultimo capitolo)
S'è fatto tardi. Dal bar, che è proprio sotto la mia stanza, giungono voci di ubriachi. Chissà quante volte «il matto» è stato qua. Chissà quante volte i suoi compaesani gli hanno offerto da bere per poi «riderlo» fino sul viale Baccarini, fino sul ponte del Lamone... Accendo la luce.
Bibliografia di Gabriel Cacho Millet
dal sito Siusa, voce dedicata a Gabriel Cacho Millet
Redazione e revisione:
Borgia Claudia, 2021/04/22, supervisione della scheda
Morotti Laura, 2021/04, prima redazione
Un amico
di paolo pianigiani
Succede che scopri per caso un video che non ti aspetti... un amico che torna a salutarti. Era così, Gabriel, calmo, paziente, sempre preciso e attento a quello che diceva. Con una ironia tutta sua, che capivi dopo, quando era andato via.
Non conosco la signora che guida l'intervista, ma ricordo che me lo raccontò: "è venuta una signora gentile ad intervistarmi... non so cosa le ho detto, spero di non aver parlato troppo.
E' tutto qui, Gabriel, in questo breve ultimo filmato. Un lavoro di una vita descritto come solo lui sapeva fare.
Marcello Verdenelli Giampaolo Vincenzi
«LA SUA CRITICA MI HA RIDATO IL SENSO DELLA REALTÀ»
Bibliografia campaniana ragionata dal 1912
Edilazio 2011
Prefazione Gabriel Cacho Millet
Ha scritto Jorge Luis Borges: l’essenza di un poeta non risiede nelle sue idee, né nelle sue metafore o nei suoi concetti: tutto ciò è secondario, quasi inconsistente. L’importante è la voce del poeta, il respiro dei suoi versi, e, nel nostro caso, la voce di quel Dino Campana morto, quasi dimenticato non lontano da Firenze in manicomio, a 47 anni. La sua voce, racchiusa in un solo libro dove «canta – scrisse Montale nel 1928 – una vena di poesia, talora torbida e incoerente, ma profonda e tale da assicurare un posto assai alto al povero Campana» nel paradiso della lirica contemporanea.