da: The Autobiography of Emanuel Carnevali, a cura di Kay Boyle
I CARNEVALI PAPERS
di Barbara Carnevali
Ringrazio la mia nuova amica Barbara Carnevali per avermi permesso si pubblicare questo testo. Incontrare e conoscere una diretta discendente di Em è davvero un grande onore. (Per la redazione, paolo pianigiani)
[Questo testo, scritto per la giornata dedicata a Emanuel Carnevali tenutasi al Palazzo Comunale di Bazzano il 15 ottobre 2016, è stato pubblicato su “Quaderni della Rocca”, pubblicazione della Fondazione Rocca dei Bentivoglio, 16 (2016), pp. 53-59].
I (1897-1942)
La storia che mi accingo a raccontare attraversa tre generazioni della mia famiglia. La prima parte mi coinvolge in modo solo indiretto, come erede di Emanuel Carnevali, e poiché è nota alle persone che partecipano oggi a questo incontro, la rievocherò per sommi capi. La si può leggere quasi per intero nella splendida autobiografia che Carnevali ha composto, nella ‘sua’ lingua inglese, durante gli anni di malattia e degenza, al ritorno in Italia. Come in una poesia di Rimbaud, il poeta rievoca ogni periodo significativo all’insegna di un particolare colore. Il primo capitolo, “The White Beginning”, si apre con una scena primaria infantile: «Ricordo una stanza bianca, con bianca luce di sole che figura da alte finestre: in essa mia madre e una vecchia signora, una vecchia signora tutta bianca, stanno chine su di me».1 In questo chiarore accecante si staglia l’inizio della vita dello scrittore.