campanadino.it
Cambia navigazione
  • Home
  • Eventi
  • Biografia
  • Studi
  • Affondi
  • Plausi e Botte
  • G. C. Millet
  • Contributi d'immagine
  • L'epoca di Campana
  • Libri
  • Le traduzioni
  • Contatti
 
 
 
duello
 

 

Athos Gastone Banti: prefazione al Codice Gelli

 
 
 
Sono ormai note le vicende del duello, mancato, fra Dino Campana e l'autore di questa prefazione al celeberrimo "Codice Gelli", testo di riferimento per i duelli cavallereschi in uso in Italia, fino a quando non li proibirono (ma anche dopo). Athos Gastone Banti era un giornalista e un abile spacaccino, nonchè esperto di questi argomenti; Dino li conosceva, magari per sentito dire, e incorse in diversi errori procedurali. Scorrendo questa prefazione, tratta dall'edizione del Codice Gelli del 1926, si capisce subito come il duello non poteva avere il suo corso. Dino non era all'altezza di incrociare le spade. Non era una persona seria...

(Paolo Pianigiani)

PREFAZIONE AL CODICE GELLI

C'è nella mia Livorno una chiesina piccina

piccina, che sorge a pochi metri di distanza dalla

cattedrale grande grande. Nel contrasto, la

chiesina, che è intitolata a Santa Giulia sembra

ancor più modesta: e i livornesi, quando vogliono

giudicar d'una cosa contraria alla logica, e

stravagante, come sarebbe d'un debole che

offrisse con aria pretensionosa il suo soccorso ad

un forte, o d'un sonatore d'ocarina che

presumesse d'insegnare armonia e contrappunto

a  Mascagni dicono: « È Santa Giulia che fa l'elemosina

al Duomo ».

Leggi tutto...

Maria Novaro: un contributo da Oneglia

 

 
La redazione ringrazia Maria Novaro, per l'invio
di alcuni importanti documenti, fra i quali una pagina manoscritta di Giovanni Boine
 
 

Maria Novaro, Presidente della Fondazione Mario Novaro, che fu amico e corrispondente di Dino Campana, oltre che editore e direttore de “La Riviera Ligure”, ci ha mandato alcuni contributi dei quali pubblichiamo il primo: un autografo di Giovanni Boine, straordinario scrittore e primo recensore dei Canti Orfici. L'autografo di Boine è l'ultima pagina del manoscritto "Resoconto dell'escursione", pubblicato su "Riviera Ligure" nel n. 39/1915.

Leggi tutto...

 

  Federico Ravagli 

Dino Campana e i goliardi del suo tempo 

Edizioni Marzocco, Firenze, 1942

                           

di Jacopo Panerai 

 
 


La poesia ha, fra gli altri, il dono di riverberare eternità anche su chi ne è solo sfiorato. Di Federico Ravagli (1889-1968), ad esempio, pochi probabilmente si ricorderebbero al di fuori della provincia di Cesena, dove fu una figura abbastanza nota di “operatore culturale” (né molto gioverebbero alla sua fama postuma i numerosi libri che, docente al liceo di Tripoli, consacrò negli anni Venti e Trenta alla Libia), se non fosse stato anche l’autore di un volume di ricordi dedicato a Dino Campana, che gli ha meritato una collocazione in tutte le bibliografie dedicate al poeta di Marradi.

Leggi tutto...

 

Spirali Edizioni, Milano, 1987 

 

 

Chi porta il falco deve tenere la mano in tal maniera e tanto ferma da portarlo dolcemente. Infatti se lo porta rigidamente o muove la mano, il falco si inquieterà e si agiterà per il cattivo portamento e gli si indeboliranno le cosce e le reni. E non solo si richiede che il falconiere sappia portare come conviene, ma anche che abbia esercizio e pratica e sappia fare tutto ciò che è utile al falco attraverso la scienza che avrà appreso da questo nostro libro, affinché in teoria ed in pratica sia esperto ed esercitato.

                                                                                                                                                       Federico II di Svevia

 

 

sparse le sue poesie intorno a sé con disprezzo

come tocchi di carne cruda.

 

                     J. Seifert

 

 


 

 

Dino Campana e la funzione dell'Anomalo

 

 

"Quando tornai a Marradi mi ridevano"

                                    (D. Campana) (*)

 

È trascorso mezzo secolo dalla sua morte ma lo scontento e infelice Dino Campana (1885-1932) — che, riportano le biografie, fu pessimo studente ("Io studiavo chimica per errore; non ci capivo nulla..."), bohémien vocazionale, girovago in Svizzera Francia Belgio Germania Russia e Sudamerica, venditore di stelle filanti, gaucho e portiere, carbonaio e minatore, fuochista e stalliere, suonatore di triangolo e d'organetto, saltimbanco e pompiere, disadattato permanente, ospite prima provvisorio e poi definitivo, (dal 1918 al 1° marzo 1932, giorno della sua morte) dell'istituzione manicomiale — ha concluso il suo "voyage au bout de la nuit" prendendosi perfino il lusso di precedere il quasi coetaneo Ungaretti (1888-1970) nell'inaugurare la storia della maggiore poesia italiana del Novecento, connotata dalla pietra miliare dei Canti orfici, precedenti di due anni l'ungarettiano Il porto sepolto (1916). Una storia, quella della poesia italiana del ventesimo secolo, dove Campana, questo vociano-lacerbiano irregolare il cui fascino romantico è disperso da conseguenziale e amaro patetismo, sembra essere rimasto estraneo come un'anomalia, coi furori e le "mirabili difformità" d'uno sconosciuto, maculato animale, magari troppo solitario e selvaggio, chiuso e neutralizzato in un serraglio domestico e rassicurante.

 

Leggi tutto...

 

cattanifotorid

 

Achille Cattani: la foto di Campana in gita alla Falterona

 

 

Dino in gita alla Falterona

 

 

 

Da: Achille Cattani,  Idealità, La vita di Ernesto ed Anna, II volume, tipografia Faentina, Faenza - 1974

Dino è il secondo da sinistra.

La foto fu pubblicata per la prima volta nel libro Dino Campana, Le mie lettere sono fatte per essere bruciate, a cura di Gabriel Cacho Millet, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, 1978. La descrizione del viaggio riportata dal libro di Achille Cattani aggiunge nuove informazioni a questo episodio della biografia campaniana.

Ringraziamo il professor Stefano Drei, curatore del sito del Liceo Torricelli di Faenza, per la puntuale segnalazione.

Leggi tutto...

 

 

Per una poesia di movimento: le «Novelle a gran velocità» di Dino Campana1

di Marco Favero


estratto da «Lettere italiane», I, 2017

 

 

 

 


 

1. Le «Novelle a gran velocità»

 

«Procedo per sbalzi: natura facit realmente saltus, come è noto»,2 scriveva Campana in una lettera a Emilio Cecchi il 10 marzo 1915. E veramente, chi provi a inoltrarsi all’interno del mare di varianti che affollano i suoi scritti, si trova di fronte ai continui ‘sbalzi’ con cui il poeta procedeva anche nella propria scrittura. «Ma per continuare questa vita», aggiungeva Campana, «ci vuole veramente un coraggio da leone». Appunto ricorrendo al coraggio indicato dal poeta si cerca di ricostruire il caso del ripensamento, o meglio, della vera e propria caduta, di una intera sezione dei Canti Orfici, contenente le «Novelle a gran velocità».

Leggi tutto...

 

Sebastiano Vassalli

 

Campana, la chimera del poeta maledetto

 

di Sebastiano Vassalli

 

dal Corriere della Sera del 26.11.03

 

 

La ristampa, a cura di Renato Martinoni, dei Canti Orfici di Campana nei «tascabili» Einaudi, rappresenta un passo avanti per quanto riguarda la sistemazione dei contributi critici, nell’«Introduzione», nelle «Note ai testi» e nelle puntuali «Appendici». È invece un’occasione mancata, se si voleva restituire Campana alla sua storia di uomo e di scrittore. Quella storia, da quasi un secolo dà fastidio a tutti: ai familiari, ai concittadini, ai medici, alla società letteraria; e si è cercato di seppellirla sotto un cumulo di leggende, che fino al 1985 si appoggiavano all’autorità dello psichiatra Carlo Pariani, autore di una biografia dal titolo perentorio: Vita non romanzata di Dino Campana scrittore . Carlo Pariani non era, come molti credono, il medico curante di Campana. Era un tale che andava a trovarlo in manicomio per una sua ricerca su genio e follia. Dino gli confidava di essere elettrico («Mi chiamo Dino, come Dino mi chiamo Edison... sono elettrico») e, tra un delirio e l’altro, gli raccontava ogni genere di balle. Gli diceva di essere stato cinque anni in Argentina; di essere andato a Odessa; di aver patito la prigione a Parma, a Bruxelles, a Basilea, eccetera.

Leggi tutto...

  1. Gianni Turchetta: Ma Dino Campana...
  2. Ma chi è Geribò?
  3. Dino e l'Antologia POETI D'OGGI di Papini e Pancrazi
  4. Dario de Tuoni: Dino Campana prima del mito. Souvenir d'un pendu

Pagina 54 di 62

  • 49
  • ...
  • 51
  • 52
  • 53
  • 54
  • ...
  • 56
  • 57
  • 58

Torna su

© 2023 campanadino.it

We use cookies
Le pagine del nostro sito impiegano cookie necessari alla fornitura del servizio. Cliccando su [Ok] ne consenti l'uso.
Ok Rifiuta
Maggiori informazioni