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Il pozzo di Giano a Sarzano
(foto di Antonio Figari)


Ringrazio Antonio Figari, da Genova, per avermi permesso di citare dal suo ottimo sito http://www.isegretideivicolidigenova.com/ questa descrizione del monumento a Giano Bifronte, che sta sopra una cisterna pubblica. Dino prese un piccolo abbaglio e scambiò l'antico fondatore di Zena con un non identificato imperatore romano, definendolo chissà perchè, "cieco e savio".

Con Antonio continueremo a passeggiare insieme, cercando fra le vie di Genova tracce campaniane, rimaste impigliate fra le sue poesie...

(paolo pianigiani)

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Premio Boine al Parasio a Maria Novaro

 

Sabato 1 ottobre alle ore 17 nel salone delle conferenze del Monastero di Santa Chiara del Parasio di Imperia si terrà la cerimonia di premiazione del “1° Premio Boine al Parasio”.

 

Nell’occasione la Presidentessa della Fondazione, l’Arch. Maria Novaro, riceverà il Premio Boine al Parasio nella categoria “promozione e sostegno della cultura ligure”.

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"Testo e Senso", dipinto di Ennio Calabria


 

Testo e Senso

1

1998

 

Filologia Letteratura Linguistica

 

Editrice Universitaria di Roma - L Goliardica. Roma

 

Note e Recensioni

 

Ipotesi per Dino Campana e altri studi,

di MARIO PETRUCCIANI

 Caltanissetta, Salvatore Sciascia editore, 1996. pp. 160. 

 


Il libro risulta formato da studi scritti e pubblicati in vari tempi c per occasioni diverse. Si nota subito la perizia e la dottrina con cui vengono focalizzati e considerati poeti. vicende culturali della letteratura moderna e contemporanea.

Nel libro sono presenti due protagonisti della critica contemporanea: Giorgio Petrocchi c Gaetano Mariani.

Per comodità del lettore diamo i singoli titoli degli interventi: Per Dante e il Novecento: dalla "Ronda" all'ermetismo: Campana tre ipotesi; Un'orma certa: il paradosso della gracilità. Corazzini, la critica e un 'epigrafe; Dal carro immobile e di altri emblemi. Sulla poesia di Vittorio Bodini; Quasimodo. Un inverno tra D'Annunzio e Mallarmé; Ungaretti e Leopardi: nel segno del moderno: Matacotta una poesia di collisione; Per Giorgio Petrocchi; Per Gaetano Mariani.

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A proposito del frammento "L'infanzia nasce..."

 

Una analisi grafologica su un testo manoscritto attribuito da sempre a Dino, ma molto discusso dagli studiosi

 

 

di Antonella Poggiali

 

del Centro Studi Grafologici di Firenze

 

 
 
 

Testo manoscritto attribuito a Dino Campana  pubblicato per la prima volta

da Franco Matacotta, nella rivista "Successo" nel 1959

 

 

 Ripubblico con grande commozione questo studio della mia amica Antonella.

Non è più con noi, ma attraverso i suoi articoli per Campana la ricordiamo sempre, lei e il suo sorriso.

(paolo pianigiani)

 

 

Il frammento "L'infanzia nasce" è un breve testo poetico di nove righe di cui si conosce con certezza, a differenza di molti altri scritti campaniani dello stesso genere, anche la data di composizione: 1° gennaio 1917, apposta in calce a sinistra dall'autore.
Esso fa parte di quell'insieme di fogli isolati, abbozzi, pagine incompiute disperse e recuperate che Dino Campana lasciò dietro di sé nel corso degli anni, tuttavia la storia di questo autografo è particolare e gli interrogativi che ancora esso suscita presso la critica costituiscono motivo di curiosità e meritano di essere conosciuti1.
Conservato da Sibilla Aleramo, compagna del poeta negli anni 1916-1917, il testo finì, molto più tardi, nelle mani di Franco Matacotta, giovane studioso vicino alla scrittrice nell'ultimo periodo della sua esistenza. Dobbiamo precisare, per completezza di informazione, che le circostanze in cui il Matacotta entrò in possesso di questo e di numerosi altri inediti campaniani risultano piuttosto oscure e che la Aleramo, dopo una serie di schermaglie mutatesi presto in aspre polemiche, arrivò ad accusare esplicitamente l'ex compagno di averle sottratto, a sua insaputa e quindi in maniera indebita, varie lettere e cartoline speditele da Campana2. E' possibile che "L'Infanzia nasce" fosse fra quelle carte, esso fu comunque dato alle stampe per la prima volta sul numero 7 della rivista "Successo" nel novembre del 1959. Insieme al testo in caratteri di stampa Matacotta inserì anche l'autografo originale, che si presenta curiosamente vergato sul retro di un modulo per fonogramma. Si tratta di uno scritto tracciato in maniera spedita, senza incertezze né pentimenti3:

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L'incontro con l'infelice di genio 

oltre la cronaca e oltre la leggenda

 

di Giuseppe Ravegnani

 

da


(La Fiera letteraria, ANNO VIII/numero 24 - giugno 1953, pag. 3)

 


La prima cartolina, scrittami da Campana, mi giunse nel maggio del 1913, e veniva dal Belgio. Avevo, allora, quasi 18 anni, mentre Campana nell'agosto ne avrebbe avuti 28. A dargli iI mio indirizzo era stato Bino Binazzi, che io incontravo spesso nella redazione del Resto del Carlino di Missiroli. A Campana Io strambo Binazzi (forse ancor più strambo di Campana) voleva veramente bene, molto ammirandolo, anche se poi, con la sua edizione del Canti Orfici (Vallecchi,1928) e più ancora suo saggio critico, pubblicato, se ben ricordo, nella bolognese Brigata, in un numero del 1922, e che chiunque può rileggere ripubblicato in Antichi moderni e altro 
(Vallecchi, 1941, pp. 255-284), ha finito per danneggiarlo, dando l'avvio a una leggenda campaniana, e intrappolandolo tra «gli ultimi bohémiens» d'Italia, il che ha molti lati bugiardi, o perlomeno inesatti.

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  1. DINO CAMPANA CANTI ORFICI 1914 - 2014
  2. Tra Sorrento e Cuma
  3. Appendice agli Inediti del 1942: i manoscritti
  4. La Piè su Francesco Monterosso e l'articolo del 1952 su Paese Sera

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