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La cartolina che apre il Carteggio Campaniano, pubblicata da Gabriel Cacho Millet in trascrizione, fin dal primo "Souvenir d'un pendu" del 1985, per poi trovare definitiva e corretta destinazione nell'ultimo "Lettere di un povero diavolo", Polistampa 2011.

Per errore di lettura nella prima edizione l'amico di Campana era "Accardo". Fu Stefano Drei ad accorgersi che il nome giusto era Aicardi.

 


 

 

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 Ringrazio l'amica Susanna Sitzia per avermi segnalato e permesso di pubblicare questa sua importante scoperta, da lei resa nota nel corso del suo contributo "La poesia neo-greca di Luisa Giaconi nel carteggio Campana-Novaro", presentato al Seminario di cooperazione internazionale fra le Università di Cagliari e di Caen Epistolari dei poeti. Poètes à la lettre, Università di Cagliari, 6 dicembre 2016.
 
(paolo pianigiani)
 

 
 

Luisa Giaconi, Tebaide, Poesie, con un epilogo di G. S. Gargano,

Bologne, N. Zanichelli, 1909

Recensione, apparsa sul Bulletin Italien 

edito a Bourdeax l'8 Aprile 1913

 

Buletin Italien Giaconi

 

 

« Il y a encore dans la grande maison des hommes, où gronde le bruit sourd des tramways et des automobiles, où résonnent des appels incessants de téléphones, quelque petite fenêtre perdue sous les toits, oubliée entre les hirondelles et le soleil... Quand je pense à Luisa Giaconi, je la vois toujours à cette petite fenêtre, immobile, les yeux voilés de réve, occupée à regarder dans le lointain, là où la mer est le plus profonde, où la montagne est le plus haute...

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PRESENTATA LA NUOVA EDIZIONE ANASTATICA DE “IL PIU’ LUNGO GIORNO”

di Silvano Salvadori

Marradi, 21 agosto 2020

 

Copertina PLG

 

 

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Giovedì 20 agosto, centotrentacinquesimo genetliaco del poeta Dino Campana è stata presentata a Marradi la ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno”. Erano presenti, oltre alla presidente del Centro, Mirna Gentilini, il vicepresidente, Rodolfo Ridolfi, e il prof. Stefano Giovannuzzi dell’Università di Perugia.

La prof.ssa Gentilini, ha ricordato l’emozione provata nel 1973 al convegno “Campana Oggi” - fondamentale per subire il “contagio” campaniano - promosso dal Gabinetto Viesseux di Firenze. Il convegno fu organizzato coi massimi studiosi  dopo che era stato reso pubblico il  ritrovamento del manoscritto fra le carte di Soffici con un articolo di Mario Luzi sul “Corriere della Sera” del 17 giugno 1971.

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La ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno” in 500 copie numerate: evento
di grande spessore culturale al Centro Studi Campaniani per il 135° genetliaco Campaniano

 

locandina invito 

 

Il Centro Studi Campaniani, nel rispetto delle regole per il Covid 19, festeggia il 135° genetliaco campaniano con un’iniziativa di grande spessore culturale : la ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno” di Dino Campana.

Questa terza edizione segue quella realizzata nel 1973 da Archivi d’intesa con Vallecchi, in occasione della presentazione del leggendario manoscritto
perduto da Soffici nel 1913 e quella del 2001 edita dal Centro Studi in occasione del 30° anniversario dell’annuncio del poeta Mario Luzi sul “Corriere della Sera” del ritrovamento da parte della vedova di Soffici nella casa di Poggio a Caiano.

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Paolo Pianigiani: Due punti di vista

 

 
Dino nel dicembre del 1913, si reca presso la sede della rivista “Lacerba”, a Firenze per incontrare i due direttori, Ardengo Soffici e Gio­vanni Papini, ai quali presenta e af­fida il manoscritto delle sue poesie dal titolo Il più lungo giorno, speran­do in una pubblicazione, almeno di qualche testo, nella rivista. Soffici, ultimo depositario del quaderno, in un trasloco lo smarrisce; verrà ritrovato tra le sue carte solo qualche anno dopo la sua scomparsa, nel 1971.

 

Il momento del primo incon­tro - qui descritto proprio da Soffici - corrisponde, dunque, all’inizio del­la lunga e tormentata vicenda del manoscritto, che conteneva testi che, insieme ad altri, confluiranno nei Canti Orfici. Dopo lo smarrimento del “taccuino”, Campana li riscriverà basandosi su altri manoscritti e li pubblicherà nel 1914 presso la tipografia Ravagli di Marradi.

La testimonianza di Soffici, quasi una cronaca in diretta, è del 1931. 

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Marco Bulgarelli: La divisa nascosta di Dino Campana

 

Dino Campana allievo ufficiale di Fanteria a Ravenna

Articolo pubblicato, con qualche variante, ne "Il lettore di Provincia", fascicolo 94, dicembre 1995

 

 medaglia ricordo scuola allievi ufficiali di artiglieria

 

Nel considerare la figura del poeta Dino Campana, spesso non si è riusciti a fare a meno d'immaginarlo come una specie di Orfeo la cui esistenza è stata graffiata dalle cicatrici di periodiche discese nei regni senza luce, sordi e ronzanti, dell'inesprimibile ignoto. Proprio per questo i suoi estenuanti vagabondaggi, la sua solitudine miserabile, la serie quasi persecutoria degli arresti subiti in varie città d'Italia e all'estero, e ancora il degrado scimmiesco sperimentato nelle corsie dei manicomi hanno potuto acquistare il valore di un vero e proprio martirio e di una testimonianza, quasi fossero stati anch'essi i segni dell'autenticità di una parola scavata con le mani sanguinanti alla radice delle cose.

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  1. Fausto Toscano: Aspetti del pensiero musicale dei Canti OrficiFICI
  2. Primo Conti su Dino Campana
  3. Leonetta Cecchi Pieraccini: Apparizioni di Dino Campana
  4. Giorgio Luti su Dino Campana

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