Gioacchino da Fiore, Campana e Licini
di Lorenzo Licini
Pubblicato il 22 marzo 2023 nel sito ufficiale dell'artista Osvaldo Licini *
Qualche tempo fa ho scoperto che certi segni tracciati da Osvaldo Licini traggono ispirazione, molto probabilmente, da alcune immagini del Libro delle Figure dell’abate Gioacchino da Fiore (1).
Diversi protagonisti della cultura del Novecento si interessarono a Gioacchino: tra questi, ad esempio, Vasilij Kandinskij.
Franco Contorbia
CAMPANA, GINEVRA, L'INTERVENTO
di Franco Contorbia
Oro, farfalla dorata polverosa perché sono spuntati i fiori del cardo? In un tramonto di torricelle rosse perché pensavo ad Olimpia che aveva i denti di perla la prima volta che la vidi nella prima gioventù? Dei fiori bianchi e rossi sul muro sono fioriti. Perché si rivela un viso, c'è come un peso sconosciuto sull'acqua corrente la cicala che canta.
La Voce
Anno VII – 30 Dicembre 1914 – Numero 2
Libreria della Voce – Firenze
Consigli del Libraio
Un po’ di poesia
Dino Campana, Canti Orfici
di g. d. r.
(Giuseppe de Robertis)
[A traverso difficoltà e andirivieni accademici e antiquati, che, quasi a dispetto, un’ edizione cattiva, e con dedica a Guglielmo Imperatore, aggrava, è lecito scoprire in questi Canti Orfici tanta poesia da compensare la fatica del leggere, e la pena desolante di tutta una quindicina letteraria spesa male.
EVARISTO BONCINELLI
di
ORIO VERGANI
da:
L'Illustrazione Italiana, settembre 1946, rubrica "Le Arti"
Riprendendo sotto i miti colori del settembre queste note d’arte parliamo di un altro artista scomparso, la cui morte è stata segnalata con tre righe in un solo quotidiano milanese, ma il cui «caso» fu molto discusso e il cui ricordo non sarà certamente cancellato nella storia dell’arte contemporanea.
L'ALTRO CAMPANA
di Paolo Baldan
Studi Novecenteschi
Vol. 5, No. 15 (novembre 1976), pp. 275-295
Accademia Editoriale
« Rileggendo oggi l'opera completa di Campana, la prima realtà che si fa largo nella nostra mente è la semplice realtà che questo pazzo, questo poeta selvaggio, era un uomo colto » scrive Pasolini 1, e precisa: « rozzamente colto, s'intende: ma sostanzialmente giudizio da condividere se vuole porre l'accento sul carattere disordinato dell'indubbia cultura campaniana ».
1) P.P. PASOLINI, I custodi interessati della follia di Campana ed Ezra Pound, in «Tempo illustrato» del 16 dicembre 1973. Facciamo riferimento a questo articolo anche per le successive citazioni pasoliniane.
Campana inedito
di Gianfranco Contini
Le «varianti» rispetto ad altre redazioni
dal Corriere della Sera, Mercoledì 31 dicembre 1986
Gianfranco Contini analizza i versi pubblicati il 22 ottobre
Ricordo una città vecchia, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata ne l'agosto torrido enorme, con il lontano refrigerio d'ampie e molli colline su lo sfondo.
Archi enormemente vuoti di ponti tesi su il fiume impaludato in magre stagnazioni di piombo. Sagome nere di zingari che vanno e silenziose su la riva: tra il barbaglio lontano di un canneto remote forme ignude di adolescenti, il profilo e la barba giudaica di un vecchio cieco: e a un tratto da il mezzo de l'acqua morta e cieca e le zingare mobili e un canto morto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante. E del mio tempo fu sospeso il corso.
Inconsciamente io levai gli occhi a la torre vera barbara che dominava il viale lunghissimo dei platani. Sopra il silenzio novo fatto visione intenso, essa riviveva il suo mito lontano e selvaggio; mentre per lontane visioni, per sensazioni oscure e violente un altro mito profondo, anch'esso mistico e selvaggio mi ricorreva a la mente a tratti.
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