
Una musica che conduce la poesia di Campana
Francesco Nicolini
Su Otto studi di Carlo Bo
Critici del Novecento
Atti del Colloquio, 4 dicembre 2008, Alma Mater Studiorum
Università di Bologna, Petali 3, Aspasia, 2011
Ringrazio Adriano Maini per avermi permesso di pubblicare questo articolo, dal suo blog
(paolo pianigiani)
Alcune generiche informazioni sul libro di cui mi accingo a parlare possono aiutare la comprensione del ragionamento che vorrei proporre.
Dino a Livorno nel 1916... il duello e Margherita
Cronaca dal 28 Maggio al 30 Giugno 2016
Ricostruzione in parallelo a cura di Paolo Pianigiani
- 28 maggio
Dino arriva a Livorno, risiede presso Fortunata Natali in via Malenchini 9 articolo Telegrafo del 1 giugno: …dichiaro' di trovarsi a Livorno da tre giorni
Piero Santi e Gabrio Ciampalini alla "Beppa", Firenze 1970
Ricordo di Campana
di Piero Santi
da: La Nazione (Firenze), 31 maggio 1939, p. 3
Piero Santi è nato a Volterra nel 1912 ed è scomparso nella sua Firenze nel 1990.
Ho conosciuto in anni lontani Piero Santi, straordinario intellettuale fiorentino, autore di libri come: "Due di loro", "Amici per le vie" e "Il sapore della menta". Nella casa studio, all'Erta Canina, sulle colline sopra Firenze, in mezzo a librerie senza fine, spiccava un quadretto con la riproduzione a stampa di una strana poesia. Era Piazza Sarzano di Dino Campana. "Un poeta nostro che devi leggere", mi disse Piero. Per me quello è stato l'inizio del grande incontro con Dino.
Non mi ha sorpreso quindi il sapere che nel 1939 Santi scrisse questo ricordo su Dino Campana, attualissimo ancora oggi, ricco di musica e di colori, di fremiti e di poesia.
(paolo pianigiani)
Per una nuova edizione del «Quaderno» di Campana
Testimoni e varianti di tradizione
di
Susanna Sitzia
da: OBLIO I, 2-3
"Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiano Otto-Novecentesca", 2011
La raccolta poetica di Dino Campana nota con il titolo Quaderno è stata pubblicata nel 1942 da Vallecchi nel volume Inediti curato da Enrico Falqui. Il titolo redazionale non deve suggerire un legame d’identità tra il Quaderno, che è l’edizione della raccolta, e l’autografo. Il manoscritto che conteneva quarantadue testi in versi e uno in prosa era un quaderno scolastico, anepìgrafo, mutilo, «pieno zeppo», riferisce Falqui, della scrittura di Campana; è un’anomalia che nel manoscritto non figurasse il nome del poeta. Negli Inediti, peraltro, la censura è intervenuta a sottrarre «un’espressione molto violenta» (p. 313) dalla poesia che nel manoscritto conteneva la principale nota di possesso: «il mio libro» (p. 139).
Andrea Marzi: Uno psichiatra tenace biografo di un grande poeta
Alcune riflessioni sui rapporti tra Carlo Pariani e Dino Campana
di Andrea Marzi |
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da "Salvo Imprevisti",quadrimestrale di poesia,anno XI-XII, sett. ’84 – apr. ‘85
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| "Chinan l’ore: col sogno vanitochina la pallida sorte".
Dino Campana
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Prima di incontrare Dino Campana nel 1926 a Castel Pulci, lo psichiatra Carlo Pariani1 aveva già avuto contatti con l’arte e gli artisti. Fin dai primi del ‘900 - esattamente nell’aprile del 1907 - aveva pubblicato nella Rivista di Patologia Nervosa e Mentale un articolo su uno scultore affetto da neurosifilide e, nell’aprile del 1913, nella stessa rivista, era apparso un lungo e dettagliato articolo su un pittore e scultore toscano, Pio Galeffi, da più di quarant’anni ospedalizzato per "demenza precoce", l’attuale schizofrenia.
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