Con la bella mostra del 1973, che si svolse a Firenze al Vieusseux, si presentarono al mondo tanti ricordi campaniani; ci fu un convegno di cui ci restano gli Atti pubblicati da Vallecchi e curati da Enrico Falqui. E ci resta, anche se è raro trovarlo, questo meraviglioso catalogo, curato dalla giovanissima Maura del Serra. Oggi, 2 Giugno, Maura compie gli anni. Questa pubblicazione vuol essere un omaggio a lei e al suo sconfinato amore per un poeta suo fratello: Dino Campana. Oggi apre ufficialmente e di nuovo, il sito dedicato a Dino Campana. Che si chiama Campanadino.it, al contrario, come era contrario lui. Sempre.
Dobbiamo la trascrizione, paziente e puntuale, dall'originale stampato su carta gialla da macellaio (la scelta, indovinatissima, fu certamente ispirata dal personaggio di cui si trattava), alla mia amica Andreina Mancini di Firenze. Che inizia con questa fatica la sua collaborazione al nostro sito. Grazie Andreina!
per la redazione
paolo pianigiani
Catalogo a cura di Maura Del Serra
Elaborazioni fotografiche di Giovanni Cillo
Illustrazione di copertina di Franco Gentilini
Un’idea di Fra’ Giuseppe del Convento di San Francesco di Fiesole, è all’origine della Mostra e del Convegno dedicati a Dino Campana. L’idea fu accolta e perfezionata da un gruppo di promotori e dal Gabinetto G.P. Vieusseux che avendo allo studio una serie di convegni su personaggi e temi coinvolgenti la cultura fiorentina, fu lieto di includere nel primo ciclo ternario, insieme a Gaetano Salvemini e a Ottone Rosai, il poeta dei Canti Orfici. Una serie di circostanze, fra le quali non ultime il ‘ritrovamento’ e la pubblicazione del manoscritto smarrito ‘Il più lungo giorno, hanno riservato addirittura al Convegno-mostra su Dino Campana di dar principio alla serie.
Sui risultati del convegno si possono fare d’ora previsioni lusinghiere; le giustificano il nome dei relatori e di tutti i partecipanti.
In quanto alla mostra, forse qualcosa di più poteva essere fatto se si avesse avuto più tempo a disposizione, non tanto per individuare il materiale, ma per raccoglierlo, dovendosi vincere spesso le comprensibili riluttanze dei proprietari. Ma già così com’è, descritta da un catalogo molto ben compilato, può costituire un precedente e invogliare a applicare più spesso la formula.
II ringraziamento dei promotori e del Gabinetto Vieusseux va quindi a tutti quelli che in un modo o nell’altro si sono uniti a loro per studiare l’opera del Poeta che da oltre 40 anni riposa alle porte della nostra città.
A.B.
Dino Campana, proprietà Famiglia Campana
I documenti, gli incipit delle lettere, i fogli di via, le notizie certe... Dino dovunque ha lasciato le tracce delle sue scarpe motose, della sua risata devastante, del suo dolore...
Proviamo a seguirlo per le strade del mondo.
Dei tanti ritratti di Dino Campana, questo di Giorgio Butini, scultore fiorentino, ci lascia una impressione particolare.
Ci lascia l'intensità di un incontro, ci lascia la ricchezza che solo la vita fusa con la poesia può dare.
La mano ha le tracce della vita che scorre, che si agita e si anima; che stringe un lenzuolo che è ricordo e dolore. Le vene pulsano e raccontano, il sangue scorre libero...
E l'occhio del poeta, svuotato come un vuoto d'ombra, ci tira dentro un delirio che ci chiede silenzio.
Grazie Giorgio, del tuo lavoro, Dino Campana rimanda sempre a pensieri profondi e tu lo hai capito a fondo, come merita: la sua poesia e la sua vita...
Paolo Pianigiani
Luca Antoccia: Il Poeta antigrazioso
Pubblicato su Art e Dossier, Febbraio 2007, Giunti editore Firenze.
La redazione ringrazia l'Editore e Luca Antoccia per averci gentilmente permesso la pubblicazione
Nella poesia di Dino Campana, noto all’immaginario comune come poeta visionario e folle, traspare una conoscenza puntuale e precisa della storia dell’arte, dal Rinascimento fino alle avanguardie a lui contemporanee.
Di recente il grande pubblico lo ha conosciuto per Un viaggio chiamato amore, cinebiografia di Michele Placido sulla tormentata relazione con Sibilla Aleramo.
Qualcuno ricorderà il recital di poesie di Carmelo Bene che lo accostava a Friedrich Hölderlin.
Federico Ravagli
FASCICOLO MARRADESE
a cura di FEDERICO RAVAGLI
GIUNTI Bemporad Marzocco, 1972
PREMESSA
Gigino Bandini, l'amico di Marradi
da Meridiano di Roma, 17 aprile 1938
Le interessanti lettere di Campana pubblicate in Omnibus (19 febbraio u.s.) contengono la rivelazione di un suo aspetto che ignoravo: il suo credersi perseguitato dai compaesani. Non esito ad indicare come maniaca questa sua persuasione. Ovunque possono essere anime abbiette; e gente capace di basse persecuzioni, con delazioni od altro, può ben esserci nel mio paese: ma chi mai poteva avere un interesse a far ciò nei riguardi di Dino? Chi mai si occupava seriamente di lui? A meno che non ci sia stato di mezzo un odio verso i suoi. Ma anche questo mi pare da escludere: la famiglia era delle più benvolute in paese. Non odio, non persecuzione; l'atteggiamento dell'ambiente verso di lui era bensì un senso di scandalo, quasi di costernazione, per le sue abitudini, e di imbarazzo e di timore in sua presenza, perché lo ritenevo matto; ad ogni sua ricomparsa, alla notizia di qualche sua nuova impresa, era magari un gran dire: "eh, povera famiglia; eh, che disgrazia!", ma nessuno gli muoveva vero rimprovero, appunto perché lo consideravano irresponsabile.
La notte di Dino Campana
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