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Ma chi  è Geribò?

 

Indagine a cura della redazione

 

 

 

L’origine del nostro Direttore è piuttosto misteriosa, si dice che sia nato a Firenze e si sia trasferito per motivi di lavoro ad Oneglia (che adesso si chiama Imperia), in Liguria.
Gli è rimasto infatti un leggero accento toscano.
Altri lo vogliono ormai da secoli in pianta stabile all‘Inferno, quello immaginato dal suo cugino Dante, altri ancora giurano di averlo visto recentemente pranzare, insieme a un collaboratore della rivista, alla trattoria Sanesi in quel di Lastra a Signa.

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Beltempo

 

Direttori: Enrico Falqui, Libero de Libero

 

Anno primo: 1940
Anno ultimo: 1941
Periodicità: annuale
N. fascicoli: 3

 

Da Circe, Università di Trento
 

 a cura di Paola Gaddo

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Lorenzo Bertolani e Marco Moretti

 

Dino Campana da Castel Pulci a Badia a Settimo

 

Appena pubblicata la nuova edizione del libro che racconta le ultime vicende della vita di Dino. Con importanti novità.

 
 A cura di Lorenzo Bertolani e Marco Moretti
 
Prefazione di Franco Contorbia 
 
 Edizioni CentroLibro, Scandicci

 

Collana "Radici" diretta da Alfonso Mirto 

2007

 
 

 

 

La prima edizione di questo libro venne pubblicata nel 1999, in occasione del Premio Letterario Dino Campana tenutosi quell’anno a Badia a Settimo, grazie all’Amministrazione Comunale di Scandicci e all’Associazione Culturale L’Invetriata; questa nuova edizione accresciuta, viene pubblicata, sempre per la cura di Lorenzo Bertolani e Marco Moretti, grazie all’attenzione e alla volontà di Mauro Bagni, per le Edizioni CentroLibro, nella collana "Radici", diretta da Alfonso Mirto.

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Sibilla Aleramo e Dino Campana  

 

di Gigliola Tallone

 
29 ottobre 2024

 

 

La passionale storia di Sibilla Aleramo e Dino Campana si accende ed estingue nel breve lasso di tempo tra inizio agosto 1916 e fine gennaio 1917. Per nove mesi non si vedranno più, in una turbinosa gara, lui a cercarla, lei a sfuggirgli, insieme ormai solo nelle parole delle loro lettere strazianti, tragico fiume d’inchiostro versato sull’amore impossibile di due anime inconciliabili.

Soltanto il 13 settembre 1917 Sibilla rivedrà Campana al carcere di Novara.

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Schermata 2020 06 19 alle 09.18.31

 

 

PER UN PIÙ LUNGO GIORNO

 

di Domenico de Robertis 

 

  

Quando Dino Campana affidò a Papini e a Soffici, l'in­verno del 1913, il manoscritto di quella raccolta di poe­sie e di prose che oggi sappiamo s'intitolava II più lungo giorno, senza volerlo si era premunito per una lunga lati­tanza del suo libro; e, in un certo senso, aveva coope­rato alla sua sparizione. Il manoscritto era nato per du­rare e sopravvivere (è, oggi, il meglio conservato degli autografi di Campana); e per durare e sopravvivere più a lungo di quanto non sia rimasto sepolto tra le carte di Soffici aveva, se così si può dire, la vocazione dell'oblio. A quella data per noi abbastanza remota, un anno avanti la prima guerra mondiale, il libretto su cui Campana ave­va trascritto il nucleo fondamentale di quelli che saranno i Canti orfici poteva avere forse due secoli! Dopo la no­tizia della sua ricomparsa, e l'emozione di ritrovarci da­vanti questo libro amato e perduto, proprio perdutamente amato, è stata questa, almeno per me, la sorpresa più grossa del vivo incontro col manoscritto del Più lungo giorno. 

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 Enrico Falqui 

 

    

 

 “Primato, Lettere e Arti d’Italia”, 15 settembre 1941

 

 

Pubblicato sul Primato, come anteprima della imminente edizione degli "Inediti", che usciranno l'anno dopo, nel 1942, presso la Vallecchi di Firenze 

 


Deliberatamente la pubblicazione degli "Inediti" di Dino Campana (in numero di circa settanta e quasi tutti in verso), contemporaneamente e similmente alla terza edizione dei "Canti orfici" (Ia ediz. Ravagli, Marradi, 1914; 2a ediz. Vallecchi Firenze, 1928), avviene senza imbonimenti o commenti di sorta, a meno di considerar tali le delucidazioni necessarie per serbare al testo la propria assoluta integrità, agevolandone così la comprensione e la valutazione. Ciò nonostante la leggenda di Campana continua.

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Amelia Rosselli

 

 

Logos, afasia e spazialità poetica nella poesia di Amelia Rosselli

 

di Erminia Passannanti, Oxford, Uk

 

Si ringrazia Laura Incalcaterra McLoughlin per avere concesso free-copyright per la ripubblicazione di questo saggio di Erminia Passannanti pubblicato in Spazio e spazialità poetica, Laura Incalcaterra McLoughlin (Ed.), Collana Transference, Troubador Publishing Ltd., Leicester, Uk, 2005

 
 
                         
 
                              

 

Versione completa del saggio 

 

Premessa 
 
In questo saggio s'intende proporre un'analisi del rapporto tra logos, afasia del linguaggio e spazialità poetica nella poesia di Amelia Rosselli come resa della crisi del contesto attraverso la manipolazione del mezzo linguistico. Le osservazioni che seguono individuano una tendenza citazionista nella poesia di Rosselli de La libellula (1958 e Serie ospedaliera (1963-65), influenzata dallo sperimentalismo di Dino Campana. La tendenza collaterale è quella di destrutturare lo spazio testuale del logos per ricostituirlo in una spazialità afasica e straniata.

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  1. Bino Binazzi: Gli ultimi bohêmiens d'ltalia. DINO CAMPANA
  2. Dino a Bologna: il cagnolino del prof. Gorrieri
  3. Bino, Poeta, Scrittore e Giornalista
  4. Bino Binazzi: Un pacco di libri

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