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Giovanni Boine: Canti Orfici

 
 

boine g

Giovanni Boine

 

Prima pubblicazione Agosto 1915, su "La Riviera Ligure".  Rubrica "Plausi e botte"

 

Copertina su carta giallo droghiere. Sul retro fra parentesi proprio in mezzo è stampato Die Tragödie des letzten Germanen in Italien (ci hanno da ultimo incollata su una strisciolina rossa come una pudica camicia, ma l'ho, da buon Gobinista, che diamine! grattata via con cura). Il ringraziamento prefazionale ai signori sottoscrittori è messo in ultimo al posto dell'indice, il quale come inutile non è stato fatto; e lì è pur ricordato «il coscienzioso, coraggioso e paziente stampatore sig. Bruno Ravagli» cui dunque nemmeno noi lesineremo le nostre cattedratiche lodi, sebbene parecchie lettere nel testo sian capovolte ed a pag.151 la riga che nientemeno dice «diosa virginea testa reclina d'ancella mossa» sia, com'è confessato, «andata all'aria» La carta a piacer suo muta di qualità tre volte in centosettanta pagine, brache, giacca e gilet di tre diversi vestiti. Inoltre è utile aggiungere che il libro è finito con queste sacramentali parole messe fuori testo a mo' d'epitaffio o di chiusa: They were all torn and cover'd with the boy's blood: cosicché BLOOD rosso e pauroso come una stilla od una ditata, sta lì (traccia d'assassinio o di liturgico sacrifizio?) come il tragico sigillo dell'opera.

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Foto 06

Una bellissima immagine dal film "La Scomparsa", di Maria Luisa Carretto...

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Maura Del Serra su Dino Campana

 

M.Del Serra Campana

 

da "Dino Campana",   Il Castoro, 1974  
                       
               di Maura Del Serra
                   
                    
Versione  

 

Opere di Dino Campana

 

Canti orfici, Marradi, Tipografia Ravagli, 1914. Marradi, Tipografia Ravagli, 1914.

Canti orfici e altre liriche, a cura di Bino Binazzi, Firenze, Vallecchi, 1928, a cura di Bino Binazzi, Firenze, Vallecchi, 1928.

Canti orfici, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1941.

Inediti, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1942 (raccolgono il Quaderno e parte dei Taccuini).

Taccuino, a cura di Franco Matacotta, Fermo, Edizione Amici della Poesia, 1949 (raccoglie parte dei Taccuini).

Canti Orfici e altri scritti, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1952 (l'edizione raccoglie tutta la produzione campaniana precedente, compresi frammenti pubblicati successivamente in riviste).

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bandini

 

Con me e con Campana

di Luigi Bandini

da Meridiano di Roma, 17 aprile 1938
 
Le interessanti lettere di Campana pubblicate in Omnibus (19 febbraio u.s.) contengono la rivelazione di un suo aspetto che ignoravo: il suo credersi perseguitato dai compaesani. Non esito ad indicare come maniaca questa sua persuasione. Ovunque possono essere anime abbiette; e gente capace di basse persecuzioni, con delazioni od altro, può ben esserci nel mio paese: ma chi mai poteva avere un interesse a far ciò nei riguardi di Dino? Chi mai si occupava seriamente di lui? A meno che non ci sia stato di mezzo un odio verso i suoi. Ma anche questo mi pare da escludere: la famiglia era delle più benvolute in paese. Non odio, non persecuzione; l'atteggiamento dell'ambiente verso di lui era bensì un senso di scandalo, quasi di costernazione, per le sue abitudini, e di imbarazzo e di timore in sua presenza, perché lo ritenevo matto; ad ogni sua ricomparsa, alla notizia di qualche sua nuova impresa, era magari un gran dire: "eh, povera famiglia; eh, che disgrazia!", ma nessuno gli muoveva vero rimprovero, appunto perché lo consideravano irresponsabile.

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duello
 
Sono ormai note le vicende del duello, mancato, fra Dino Campana e l'autore di questa prefazione al celeberrimo "Codice Gelli", testo di riferimento per i duelli cavallereschi in uso in Italia, fino a quando non li proibirono (ma anche dopo). Athos Gastone Banti era un giornalista e un abile spacaccino, nonchè esperto di questi argomenti; Dino li conosceva, magari per sentito dire, e incorse in diversi errori procedurali. Scorrendo questa prefazione, tratta dall'edizione del Codice Gelli del 1926, si capisce subito come il duello non poteva avere il suo corso. Dino non era all'altezza di incrociare le spade. Non era una persona seria...

(Paolo Pianigiani)

 

PREFAZIONE AL CODICE GELLI

 

C'è nella mia Livorno una chiesina piccina

piccina, che sorge a pochi metri di distanza dalla

cattedrale grande grande. Nel contrasto, la

chiesina, che è intitolata a Santa Giulia sembra

ancor più modesta: e i livornesi, quando vogliono

giudicar d'una cosa contraria alla logica, e

stravagante, come sarebbe d'un debole che

offrisse con aria pretensionosa il suo soccorso ad

un forte, o d'un sonatore d'ocarina che

presumesse d'insegnare armonia e contrappunto

a  Mascagni dicono: « È Santa Giulia che fa l'elemosina

al Duomo ».

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Libro85EnricoConsoliniSebastianoVassalli

 

Enrico Consolini con Sebastiano Vassalli

 

 

DINO CAMPANA, LE MIE LETTERE SONO FATTE PER ESSERE BRUCIATE, NON SACCHEGGIATE

DI PAOLO PIANIGIANI

 

 

Prima edizione 2005

 

Succede a volte che uno si arrabbi : un’arrabbiatura sorda, spontanea, che nasce dal profondo, che ti si diffonde addosso, fino nell’ultima cellula dell’anima, qualora ne avessimo una : e provoca d’istinto una reazione liberatoria, una voglia di giustizia immediata e sommaria. Provoca una risposta cattiva : questa.

Succede quando, da parte di qualcuno, si progetta e si realizza un attacco immotivato, profondamente ingiusto, verso persone che non si meritano né attacchi né accuse. In questo caso verso una persona che per il proprio lavoro, per la propria professionalità di studioso, merita invece rispetto e profonda riconoscenza : lo scrittore Gabriel Cacho Millet.

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copertina del libro di Gianni Turchetta: Dino Campana

 

Un articolo di Gianni Turchetta, scaricato nel 2008 dal sito della Feltrinelli Editore, e subito rilanciato qui, sul campanadino.it. Ad ogni uscita sui giornali più diffusi, dove collaborava, Sebastiano Vassalli sparava a zero su tutti quelli che prima di lui e dopo di lui avevano scritto su Dino Campana. In pochi reagivano.

Questo è uno dei rari interventi, che si distense per controllo e pacatezza.

(paolo pianigiani)

 

 

I lettori del "Corriere della Sera" si sono imbattuti, mercoledì 26 novembre 2003, in un singolare articolo di Sebastiano Vassalli, pubblicato in occasione dell’uscita di un’ottima edizione dei Canti Orfici, a cura di Renato Martinoni.
Vassalli annuncia melodrammaticamente il fallimento dei propri sforzi di restituire a Dino Campana la "sua verità", vanificati a suo dire dall’azione congiunta di una bizzarra quanto eterogenea congrega, unanimemente dedita a deformare e sporcare la memoria del grande poeta.

Ecco il finale dell’articolo:

"Consegno la memoria di Dino ai film melensi, alle biografie deliranti o troppo circospette, ai "chissà!" e alle strizzatine d'occhi, ai premi letterari a lui intitolati e alla compagnia di villeggianti che ogni estate si riunisce a Marradi per assegnarli. Hanno vinto loro. Addio, Dino."

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  1. La mostra del 1973 al Vieusseux: il Catalogo curato da Maura del Serra
  2. Con Dino, per le strade del mondo...
  3. Giorgio Butini per Dino Campana
  4. Luca Antoccia: Il Poeta antigrazioso

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