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Nel 1916 Dino Campana s'infatuò di una profetessa scozzese stabilitasi in Toscana:

le chiese per cartolina di poter avere un figlio con lei  

 

di Franco Matacotta 

 

 

Pubblicata su Il Mondo, 25 Marzo 1950 

 

Chi abbia familiarità con l'opera poetica di Dino Campana e con quel tanto di notizie che faticosamente la critica ha potuto raccogliere della sua tumultuosa esistenza non puo rinunciare a riconoscere un consapevole contenuto "messianico" in quella poesia e in quella vita. Del resto, a sollecitare nel poeta il sogno di redimere l'umanità, di trasformare, come egli stesso dice, il "miasme humanin", in un mondo di "creature pure", contribuirono non soltanto la sua particolare natura, tutta istinto ed esaltazione, ma anche l'atmosfera di cultura nella quale egli compì la sua formazione. Se è vero che egli ha il suo debito con Poe, Villon e Rimbaud, e perfino con Jean Rictus, e che tutta la sua storia di pellegrino in patria e di emigrante d'oltralpe sia da considerare nient'altro che una delle tante "fughe" letterarie di cui la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento sono pieni, altrettanto vero è che egli ebbe debiti grandi colla cultura crepuscolare e post-crepuscolare del suo paese. Non per nulla il Boine, che nel secondo decennio del secolo andava disperatamente in cerca di "nuove Americhe da scoprire", lo riconobbe ben presto come "fratello", dopo la "gran febbre d'esaltazione ricevuta dalla lettura dei Canti Orfici".

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Pubblico una lettera che Margherita C. Lewis spedì a una rivista specializzata nell'occulto nel 1921. E' la prima volta che compare il nome completo di Margherita (che Franco Matacotta chiamava "la Pitonessa") e finalmente si ha la conferma della sua firma per esteso.

Come ormai è noto Carnecchia era il cognome del "Vate Pisano", Francesco Giovanni Carnecchia, scomparso prima dell'incontro (documentato da alcune lettere) fra Margherita e Dino Campana.

paolo pianigiani

 


 

CORRISPONDENZA

 

[Il nome e l'indirizzo dello scrittore, non necessariamente per la pubblicazione, è richiesto come prova di buona fede, e deve in ogni caso accompagnare la corrispondenza inviata per l'inserimento nelle pagine della OCCULT REVIEW.--NDR.]

 

UNA RICETTA PER UNGUENTO

 

All'Editore di Occult Review.

Caro signore, — I particolari di una ricetta per fare un unguento italiano per disinfettare e guarire tutti i tipi di ferite e piaghe, che è stata comunicata a una famiglia torinese per mezzo dello spirito di un defunto nel modo che vedremo, possono essere di interesse per i vostri lettori.

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Alfredo Luzi su Matacotta

 

L'anacoluto della vita

 

Biografia e poesia di Franco Matacotta

 


 

da: Incontri transnazionali.
Modernità, poesia,sperimentazione, polilinguismo
Le Monnier, Firenze, 2005, pp.177-183. 

 

 

Nel poemetto "La peste di Milano" che dà il titolo al volume pubblicato nel 1975, la ribellione di Matacotta contro la dimensione falsamente necessitante della civiltà tecnologica e capitalistica, è raggrumata nell’accusa rivolta alla città, dove egli si era recato, attratto dal mito del progresso sociale ed economico :

.......E’ qui proibito l’anacoluto della vita. Senz’armi, non val la pena vivere.

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 Margherita C. Lewis

 

 

Il Poeta e Margherita

 

 E' apparsa dal nulla la misteriosa corrispondente scozzese di Dino, Margherita C. Lewis

 

di Paolo Pianigiani

 

Parlando del carteggio fra Dino Campana e Margherita C. Lewis, in un articolo comparso sul Mondo nel marzo del 1950,  Franco Matacottaa scelse un titolo a effetto, ma nella sostanza improprio: Il Poeta e la Pitonessa. Tutto si poteva dire di Margherita C. Lewis, ma non che avesse l'aspetto e il piglio di una pitonessa. Ancora oggi, in quella vecchia foto riapparsa fra le pagine di un suo libro, La Vita Vissuta e Cantata, dove ci guarda con i suoi grandi occhi malinconici e tristi, fa pensare piuttosto a una persona mite e romantica che a una sacerdotessa invasata.

Del carteggio fra  Dino e Margherita ci sono rimaste le quattro lettere che la Signora scozzese indirizzò al poeta, dalla sua residenza di Rigoli, in provincia di Pisa. Questa lettere sono state pubblicate una prima volta da Matacotta, nell'articolo appena citato e in seguito da Gabriel Cacho Millet, in Souvenir d'un pendu, per i tipi delle Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, nel 1985.

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Villa Alba, a Marina di Pisa

 

La storia della casa al mare, che vide i primi screzi fra Dino e Sibilla

 

Ringrazio l'amico Fabio Pomini, curatore del sito dedicato a Marina di Pisa, per avermi inviato le cartoline d'epoca che illustrano l'articolo.

(paolo pianigiani)

 

 

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Amalia Guglielminetti, fotografata da Mario Nunes Vais

 

 

Giovanni Boine

 

Plausi e botte

 

III Edizione con aggiunte e altri scritti a cura di Mario Novaro

Guanda Editore - Modena, 1939

 

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Che fa la Guglielminetti? Ah! Ah! Ah! bucaiola!!

 

Dino Campana

 

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  1. I disegni del povero Perkowicz...
  2. Paolo Pianigiani: Due lettere di Dino Campana
  3. Gigliola Tallone: Zygmunt Perkowicz
  4. Dino Campana: Dolce illusorio Sud

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