Maria Luisa Spaziani
Pensiamo di rendere omaggio a Maria Luisa Spaziani, recentemente scomparsa, pubblicando una parte della sua introduzione alla traduzione in lingua francese dei Canti Orfici.
Maria Luisa Spaziani nel 2009 ha vinto il premio di poesia "Dino Campana"
La redazione
30 giugno 2014
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Le nom de Dino Campana n'est peut-ètre pas tout à fait inconnu du public français. Benjamin Crémieux le citait dans son Panorama de la littérature italienne. Mais c'est la première fois, après soixante ans, que son oeuvre est traduite. La connaissance de la poesie italienne recente est permis de s'en plaindre avec pudeur — est en France encore loin de cette mesure que les mathématiciens appellent l'approximation infinie. D'Annunzio en son temps et Ungaretti ont été appréciés, leur culture était française pour une bonne part. Montale et Quasimodo ont été traduits parce qu'il aurait été scandaleux de ne pas le faire.
Dino Campana a Giuseppe Prezzolini
Marradi, 6 Gennaio 1914
Dino sta cercando l'editore del suo libro. Scrive a Prezzolini per trovare conforto e aiuto.
Completa la lettera con una trascrizione de La Chimera.
Dall'America, dove si era trasferito, Giuseppe Prezzolini inviò alla rivista romana "IL Caffè" la trascrizione di quella vecchia lettera alla quale non aveva risposto.
Mario Luzi
Mario Luzi: Un eccezionale ritrovamento fra le carte di Soffici
Il quaderno di Dino Campana
Dal Corriere della Sera del 17-VI-1971
La sparizione del quaderno manoscritto delle poesie di Dino Campana fa parte ormai della leggenda artistica novecentesca, ne è anzi uno degli episodi più coloriti e, dato il personaggio della vittima, perfino più drammatici. Non mancarono insinuazioni sul conto di Papini e Soffici, consegnatari dell'inedito; non mancarono da parte del poeta propositi, pare, di vendetta sanguinaria, d'altronde sbolliti ben presto se è vero che poco dopo pubblicò una poesia ispirata da un quadro di Soffici e ancora a Soffici si rivolse, qualche anno più tardi, in un momento di disperazione.
Bigongiari e Ungaretti a Fortedeimarmi nel 1959
Un articolo di Piero Bigongiari su Dino Campana,
in occasione del centenario della nascita del Poeta Orfico
da: "La Nazione", Firenze, 7 Settembre 1985
Se il centenario della nascita di Dino Campana non lasciasse altre tracce di rilievo, dovremmo rallegrarci che esso ha coinciso, se non l’ha provocata, con questa edizione esemplare dei Canti Orfici, per le cure e il commento di Fiorenza Ceragioli, presso l’editore Vallecchi. E chi altro meglio di lui, che pubblicò a suo tempo, nel ‘28, a cura di Bino Binazzi, la Vulgata di questi Canti Orfici e altre liriche, dopo l’edizione originale di Marradi del ‘14, avrebbe avuto il diritto di farlo? Su quella edizione, seppure non priva di mende e fonte di recriminazioni da parte dello stesso poeta ormai recluso a Castel Pulci, la mia generazione ha letto Campana, lo ha amato e riconosciuto grande poeta.
Cartolina postale a Cecchi da Rifredo: 31 Luglio 1916
Cartolina Postale di Dino Campana a Emilio Cecchi, scritta a Rifredo di Mugello in data 31/Luglio/1916
Da: "Lettere di un povero diavolo", Carteggio campaniano curato da Gabriel Cacho Millet, Ed. Polistampa.
CAMPANA A CECCHI
[ Rifredo, 31 luglio 1916]
L’articolo era bellissimo.1 La portata troppo grande per la mia miseria presente. Ringraziai e tacqui, attendendo da me stesso una risposta che non venne. Sono troppo ammalato. Per ora non cerco che di poter vivere alla meglio. Ricorderà che quando Lei mi vide a Firenze ero più morto che vivo. Sibilla avrebbe un bel da fare per compiere la sua missione. Pero la sua idea è simpatica, et si vous dites encore qu’elle a du coeur à l’ouvrage! Sono qua con una russa incredibile, venuta dall’Africa. Ma la psicologia russa si impara in due giorni e ne ho abbastanza. Tornando, Lei mi sembra che voglia interessarsi per farmi guadagnare qualche quattrino. Ma in che modo si potrebbe interessare Marinetti? lo vorrei fare l’affare subito, e dedicargli magari gli ormai noiosi canti orfici.
Ottone Rosai
Ottone Rosai: Campana amico d'uomini e di tempi
Pubblicato su LETTERATURA, I, 1953
In quel lustro di tempo che intercorse tra il 1913 e la grande guerra apparve in Firenze la biblica figura di Campana.
D'oro la sua testa, nel collo taurino e le spalle quadrate, coi capelli in disordine e al vento dentro della sua ramagna e una incolta forte e gentile come il suo carattere. Gli occhi celesti brillavano sul rosa delle morbide labbra sensuali lì dentro a quel cespuglio di peli: letto del sole.
Così lo vidi la mattina che con Soffici entrammo nel piccolo stambugio di quella ch'era allora la tipografia Vallecchi in Via Nazionale.
Dino a Bologna: il cagnolino del prof. Gorrieri
Le escandescenze di uno studente
Da "Il Giornale del Mattino", Bologna, 27 Dicembre 1912
Nel pomeriggio di ieri verso le 16, il comandante delle guardie municipali Dalmonte-Casoni, transitava per via Zamboni insieme con alcune persone della sua famiglia, quando, giunto nei pressi della casa segnata col n. 52, fu attratto dal rumore prodotto da una vetrata sbattuta e vide un giovanotto senza cappello, il quale, liberatosi dalle strette di alcune persone che si trovavano sulla soglia del caffè, situato in detta casa, si dava a fuggire verso il teatro comunale.
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