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 Il poeta sotto esame

di Silvano Salvadori

 

Paolo Maccari: “Il poeta sotto esame, con due importanti inediti di Dino Campana”

Passigli Editori, pp 107, 2012

 

 

Un colpo di fortuna inaspettato: emergono tra le filze della biblioteca umanistica della Facoltà di Lettere di Firenze, i temi di Dino per un concorso bandito dall’Istituto di Studi Superiori: scopo abilitarsi all’insegnamento del francese nei ginnasi del Regno.

Paolo Maccari li ha scovati con grande sorpresa, portando così una luce importante sulla biografia del poeta in quel poco documentato 1911. Dino vi si iscrive il 23 marzo ed esegue i temi dal 20 al 22 aprile.

L’autore sottolinea i vari rimandi nelle lettere in cui Dino vanta la sua conoscenza di cinque lingue, che lui vorrebbe sfruttare chiedendo lavori di traduttore. Ancora il Pariani nel novembre del 1931 dice che Dino vi si esercitava proprio allorchè sembrava essere guarito dei suoi disturbi, preparando una sua uscita da Castel Pulci con la speranza così di “guadagnarsi il necessario con modesto impiego”.

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Recentemente sul proprio Sito Istituzionale, l'Università degli Studi di Firenze ha pubblicato i quattro manoscritti dell' Esame di abilitazione all'insegnamento, che Dino Campana sostenne presso l'Istituto di Studi Superiori fiorentini per l’abilitazione all’insegnamento delle lingue straniere, nel 1911:

 

Si tratta dei seguenti elaborati, sia in brutta che in bella copia:

un tema in italiano (A zonzo per Firenze),

uno in francese (Le repentir),

un dettato e una traduzione dall’italiano al francese.

 

La prova andò male, Dino non fu ammesso agli orali, per non aver superato la prova scritta.

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La prima traduzione in francese dei Canti Orfici

di Paolo Pianigiani

 

 

Tutto cominciò nella redazione del sito dedicato a Campana. Stavamo mettendo a punto le traduzioni francesi, a cominciare dalla prima, edita nel 1977, quando ci arriva, immancabile e benedetta, la solita email del lunedì mattina presto, da parte di Gabriel Cacho Millet. E’ indirizzata a me: Paolo, vedi un po’ se trovi qualcosa, questa traduzione in francese non l’ho mai vista in giro… Il ritaglio che ti allego mi è stato mandato tanti anni fa. Fanne buon uso!

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PREFAZIONE

 

Dino Campana: la parola che dilaga

 

Rifrangenze per Silvano Salvadori

 

di Paolo Pianigiani

 

 

Mancava al mondo una edizione commentata del “Quaderno”. Non c’era nemmeno una lettura numerata dei capoversi, per non dire la riproposta delle varianti conosciute. Poi il mistero della scomparsa di quel quaderno di scuola, ritrovato da Manlio (il fratello “regolare”, quello bravo e che fece carriera), nel fondo di un baule.

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 Riccardo Bacchelli nel 1950

 

Dino Campana triste a morte

 

di Riccardo Bacchelli

 

Dino Campana in vita sua n'halfatte tante, che gli c'entrava anche e perfino il proposito, ogni tanto, di far giudizio e di mettersi in regola con la società. Così, anni prima di pubblicare « Canti Orfici », si iscrisse a Bologna studente in chimica nella illustre scuola del grande Ciàmician. Non so quanto ne imparasse, ma credo che la sua carriera di studente e il proponimento della saggezza finissero in una lite, ch'egli ebbe a attaccare non so con chi e non so perchè; forse, come gli avveniva, senza perchè. Fu nei pressi dell'Università, in Via Zamboni.

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Lorenzo Gigli

 

 

Le lettere di Campana nell'archivio di Lorenzo Gigli

 

 da: Tutto libri - Sabato 8 Luglio 1989

 

 

DOPO L'ULTIMA SCOPERTA, RACCOGLIAMO LE LETTERE DI CAMPANA

 

di Franco Contorbia

 
 
Cosa aspetta il Vieusseux? Gentile direttore, è forse per un bizzarro gioco del destino che le lettere di Dino Campana a Aldo Orlandi, alle quali Gabriel Cacho Millet ha dedicato investigazioni appassionate e frustranti, siano emerse dall'archivio di Lorenzo Gigli, insieme con altre importanti schegge dell'epistolario campaniano, in perfetta coincidenza con la Campana-Renaissance un po' meccanicamente provocata (ad appena quattro anni dal centenario della nascita!) dalla scadenza dei diritti d'autore: per cui, se non ne ho perduto il conto, ben cinque ristampe dei «Canti Orfici», con e senza allegati, si sono già succedute da gennaio a oggi per le cure, rispettivamente, di Neuro Bonifazi (Garzanti), di Mario Lunetta (Newton Compton), di Sebastiano Vassalli e Carlo Fini (Tea), di Gianni Turchetta (Marcos y Marcos), di Fiorenza Ceragioli (che ha ripubblicato nella Bur il suo commento vallecchiano).

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emilio cecchi 1916 ritratto di leonetta cecchi pieraccini

Leonetta Cecchi Pieraccini, ritratto di Emilio Cecchi, 1916

 

Emilio Cecchi: False audacie

 

Pubblicato su: La Tribuna, Roma, n. 44, 13 febbraio 1915, p. 3.

 

Quasi una stroncatura...

 

 

Vinciamo la ripugnanza: accostiamo alle cose pure le profane. E diciamo due parole d'una scarlattina letteraria di questi ul­timi tempi, che molti credono effettivamente portata da Mal­larmé e da Rimbaud. Già l'avventura di questi due poeti in Italia, finora, era stata dolorosa. Ma le cose ora tirano al tra­gico; che sono entrati in mezzo gli imitatori, sfruttando inso­lenti e spensierati, come una cagnara di ragazzi assalta un po­mario. - Naturalmente a Mallarmé e a Rimbaud, questi non debbono nulla. Sono gli ispiratori, i profeti, i negri; forse non li hanno nemmeno letti. - In tutto di questo di vero c'è, che è come non li avessero letti; perché non hanno saputo veder­ci se non un invito più conveniente di un altro alla loro im­prontitudine e pigrizia.

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  1. Dino a Emilio
  2. Gigino, l'amico di Marradi
  3. Antonio Castronuovo: Un’ignota cartolina di Dino Campana
  4. Campana eretico

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