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Zygmunt Perkowicz. Foto dedicata da Maria Boerio a Eleonora Tallone.

Archivio Tallone Milano, Prov. Aurora Ciliberti 

 

 

Zygmunt Perkowicz, la Russia, la Granvigna e Dino Campana

 

Destino di poeti

 

di Gigliola Tallone

 

Novembre 2022

 

 

Ringrazio Gigliola Tallone per avermi permesso di pubblicare qui, sul sito di Dino Campana, la storia di un artista, esule dal suo paese, Zygmunt Perkowicz: una storia drammatica e triste ma magnifica. Dino ne venne a conoscenza quando andò in visita alla Granvigna e ne rimase molto impressionato; se ne ricorderà nella celebre "lettera di Natale del 1917"

Tutte le immagini provengono dall'Archivio Tallone di Milano

(paolo pianigiani)

 


 

Certi avvenimenti straordinari possono solo essere “raccontati”, proprio per aggiungere alla verità il sentimento, l’atmosfera, la natura complessa dei protagonisti. Il contributo del racconto porta ad un ampliamento del quadro troppo ristretto a note e documenti, e si propone di restituire a un indimenticabile antico amico di famiglia, la sua anima. Per la fedeltà ai fatti che menziono, a voi giudicare, leggendo la piccola monografia di Zygmunt Perkowicz dedicatagli dallo storico del risorgimento, Terenzio Grandi, esperto e inimitabile appassionato di Giuseppe Mazzini, a cui resto fedele e di cui riporto alcuni punti importanti. Egli conobbe e frequentò Zygmunt nell’ambiente intellettuale italiano-polacco di Milano di Nictopolion Maffezzoli ed era testimone delle sue frequentazioni e amicizie. (cfr. Terenzio Grandi,“Un viandante dell’Ideale: Zygmunt Perkowicz, Milano Casa Editrice Risorgimento, 1917.)

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Dino Campana: Dolce illusorio Sud

 

Un testo quasi sconosciuto e bellissimo, che Dino Campana aveva consegnato a Papini.

Mai riconsegnato, nonostante le minacce e i coltelli, è riapparso fra le carte del critico fiorentino, e attualmente si trova alla Biblioteca di Cesena.

 

 
Da:
Dolce illusorio Sud, autografi sparsi, 1906 – 1918,
a cura di Gabriel Cacho Millet,
Edizioni POSTCART, Roma, 1997
 
 
  
 

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Dino a Livorno nel 1916... il duello e Margherita

 


 

Cronaca dal 28 Maggio al 30 Giugno 2016

 

28 maggio

Dino arriva a Livorno, risiede presso Fortunata Natali in via Malenchini 9 articolo Telegrafo  del 1 giugno: …dichiaro' di trovarsi a Livorno da tre giorni

 

31 Maggio prima di mezzogiorno

E' accompagnato in Questura dal maresciallo di finanza Giulio Barluzzi, chiarito luminosamente l'equivoco …

 

1 Giugno

esce primo articolo Telegrafo: dalla barba e dalla chioma fluente di un bel biondo oro

qualche giorno prima del 19 Dino scrive una cartolina postale senza firma, citando La Tribuna e l'art. di Cecchi; non esiste traccia di questa C.P., ma si desume dalla risposta di Margherita C. Lewis

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Il problema dell'allegoria in Campana

 

di Francesco Muzzioli 


 
Pubblicato in: "Allegoria", anno IV, numero 10, 1992
 
 
Gli oggetti e i sentimenti familiari, estranei e distorti, costituiscono una inquietante melodia.
 
M. HORKHEIMER
 

 

1. Alcune questioni preliminari

II riconoscimento dell’allegoria in Campana deve affrontare, preliminarmente, almeno tre generi di questioni; la discussione con la tradizione critica che vede in Campana non l’allegoria ma il simbolo; la ricerca delle indicazioni dell’autore sulle quali basare una lettura in chiave allegorica; la necessità di specificare quale tipo di allegoria sarebbe - eventualmente - presente in Campana.

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Francesco Mensorio: Dino Campana nella critica letteraria

 

da: “Tensioni esistenziali e conquiste d’arte nei "Canti Orfici" di Dino Campana”

Fata Morgana 2005, pgg. 67-75

 

di Francesco Mensorio 

 
Immagine anteprima

 

 

versione  

 

 

In rapporto con le divergenti valutazioni critiche stanno i diversi tentativi di definire il posto occupato da Campana nella storia letteraria del Novecento, dove è apparso di volta in volta come precursore della lirica «nuova» e, addirittura prima dei poeti nuovi, o come scrittore ancora legato a moduli tardo-ottocenteschi.

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Gino Gerola

 

Appunti per una biografia, la vita di Dino Campana 

 

di Gino Gerola

 

da "La Fiera Letteraria" del 20 Luglio 1952

 

L'articolo uscì dopo la pubblicazione della quarta edizione dei Canti Orfici,
per le edizioni Vallecchi e a cura di Enrico Falqui
 

 

La nuova edizione di tutta l’opera di Campana, riunita stavolta in un unico volume e curata con la solita coscienziosità da Enrico Falqui per i tipi della Casa Vallecchi, oltre che riproporre all’attenzione di critici e pubblico la figura di questo poeta singolarissimo, può offrire lo spunto per un tentativo di chiarimento e di sistemazione della sua vita avventurosa e tormentata, avvolta ancora in una cert’aria quasi di mito che ha dato luogo a errori di prospettiva, a non poche inesattezze, alcune anche assai gravi, impedendo, fra l’altro, un’equa valutazione dello sviluppo della sua attività letteraria.

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sibilla


Sibilla Aleramo

 

Sibilla ricorda Dino: una testimonianza diretta

 

Da:  Dino Campana. "Le mie lettere sono fatte per essere bruciate", a cura di Gabriel Cacho Millet

Testimonianza depositata nel 1950, presso l'Istituto Gramsci, Roma Archivio Aleramo

 

 

A Firenze, settimane prima, avevo sentito parlare, forse da Franchi, di uno strano volumetto: Canti Orfici, pubblicato in veste meschina a spese dell'autore Dino Campana. L'avevo portato con me in campagna. Lo lessi, ne rimasi abbacinata e incantata insieme, tanto che scrissi al poeta alcune parole d'ammirazione. Egli mi rispose, una bizzarra cartolina. Abitava anche lui in quel momento nel Mugello, nel suo paese nativo, Rifredo (sic). Vi fu uno scambio epistolare, dopo di che ci incontrammo a Barco, un gruppetto di case ad un valico dell'Appennino Toscano.

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  1. Emilio Cecchi sulla Tribuna: C. LINATI, D.CAMPANA
  2. Corrispondenti di Dino Campana
  3. Tiziano Salari e "Il grande nulla" di Dino Campana
  4. Il torrente e la gora: esperienza del viaggio e paradossi della temporalità nel pellegrinaggio di Dino Campana alla Verna

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