Mario Novaro al figlio Guido
[marzo 1916]
Caro Bido,
ricevuta la lettera marzolina col temporale [...]. M’ài fatto cercare Campana s’è concluso che l’ài portato via. A proposito, scrive di nuovo a Geribò da matto per burla o sul serio.
Henry Becque
Sonnets
da:
Revue illustrée / F.-G. Dumas, directeur
Editore : Ludovic Baschet (Paris)
Data di edizione : 12 - 01 - 1887
Traduzione di Andreina Mancini
Mario Moschi con Fra' Giuseppe Rossi a Lastra a Signa
DUE AMICI ARTISTI:
DINO CAMPANA POETA, MARIO MOSCHI SCULTORE
di Fra' Giuseppe Rossi
da:
Dino Campana a La Verna
Edizioni "L'Abete"
Stia, 2004
Ringrazio l'amico Andrea Benati Romagnoli per avermi segnalato questo rarissimo libro, pubblicato nel 2004 da Fra' Giuseppe Rossi. Per umiltà tutta francescana il nome dell'autore non compare sulla copertina del libro, anche se da vari indizi appare evidente la sua mano. Il libro è dedicato a La Verna e al poeta di Marradi. Ma sul finire, ecco una cosa che non mi sarei aspettato: un ricordo in diretta di Mario Moschi.
Da: La Nazione, ed. Lucca, sabato 4 Febbraio 2006
Quel fascino senza età della cultura
LUCCA — Le lunghe braccia dell’autunno, un dramma in due atti dell’argentino G.Cacho Millet, già studioso di Campana, percorre un arco di vita di Sibilla Aleramo, antesignana della emancipazione femminile fin dai primi del ’900:
«garibaldina dell’alfabeto, mi chiamavano allora. Nessuna donna si è battuta per le altre come me. Parlai per tutte».
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La casa di Dino a Marradi:in alto le finestre della soffitta
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Dino Campana studioso in soffitta
di Franco Scalini
da “NELL’ODORE PIRICO DELLA SERA DI FIERA”
Tipografia Faentina, Faenza 2004
Erano i primi giorni d’estate del 1957. Uno di quei giorni, a Marradi, nel tardi pomeriggio mi ero soffermato nella strada davanti alla casa dove abitavo dal 1944, in via Pascetti, casa che era stata di Dino Campana.


Dopo l'incontro con Dino Campana, nel Giugno del 1916, non sappiamo cosa facesse la crocerossina Bianca Lusena, probabilmente tornò subito al fronte, dove era impegnata negli ospedali che assistevano i feriti che arrivavano continuamente dalla prima linea.
Trascorso più di un anno, la troviamo di nuovo ad Antignano, non sappiamo se ospite dell'amica Donnabianca, la pittrice Bianca Minucci, presso la quale conobbe Dino. Da qui scrive questa lettera che pubblichiamo, nella puntuale trascrizione di Andreina Mancini.
La lettera si trova sul sito di documenti della Prima Guerra Mondiale ed è indirizzata a Emilia Anselmi Malatesta, segretaria di S.A.R. la Duchessa d'Aosta. Si lamenta di rimproveri a suo vedere ingiusti che aveva ricevuto da un superiore e chiede di essere immediatamente rimandata in servizio al Fronte.
Paolo Pianigiani
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