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SULLE ORME Dl DINO

 

di Attilio Lolini

 

Da: Salvo Imprevisti, quadrimestrale di poesia,
n. 33 - 34 anno XI - XII sett. '84 - apr. '85

 

Sul dorso dei raccoglitori sta scritto; Dementi 1906. S. s' estasia leggendo le motivazioni del ricoveri: alcolismo schiamazzi, demenza senile ma i più sono stati internati perché poveri e soli.

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«Signor Campana mi permetta di presentarmi»

 

Biografia di Carlo Pariani medico psichiatra

 

di Roberto Maini

 

Da Copyright, 1991-1996

 


 

E’ un lunedì mattina, di una tipica giornata di novembre, con un cielo coperto che minaccia pioggia, cosa che succederà di lì a poco e per tutto il giorno seguente tanto da far temere lo straripamento dell’Arno, quando un bell’uomo di cinquant’anni, con gli occhi celesti della madre sale per la collina alla sinistra del torrente Vingone per entrare a Castel Pulci.

Il suo camminare è pensoso, leggermente curvo.

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foto giovanna diletti campana seppia 1

Gina Diletti Campana

 

Giovanna Diletti Campana: Ricordi su Dino Campana

 

Da: Souvenir d’un pendu, Carteggio 1910-1931, a cura di Gabriel Cacho Millet

 

Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 

 

 

 

 

Giovanna Diletti Campana detta Gina (1875-1967), moglie di Torquato Campana (zio del poeta e suo maestro, scrisse questi Ricordi a Bologna nel 1965, all’età di novantanni, senza nessuna intenzione di eventuali pubblicazioni, ma dettati dal desiderio di lasciare a suo figlio Lello (Raffaello) quelle "poche cose“ che ricordava del suo nipote poeta.


Dino nacque [a Marradi il 20 agosto 1885, alle ore 14,30] nella casa di proprietà dell'ingegnere Vincenzo Mughini. Sua mamma [Francesca Luti detta «Fanny«, 1857-1925], essendo allora sposa giovane, non sapeva fasciarlo, usava allora, e d'era una barbaria, di fasciare i piccini da sotto le braccia fino ai piedini e richiedeva certo un po' ďabiltà.

Supplivano per lei Marianna e Barberina [Bianchi], due zitelle che abitavano allo stesso piano. Barberina era levatrice e così si può ben dire che fu allevato da loro. Dino si affezionò a loro e loro a Dino.Dopo qualche anno nacque Manlio [1888]. Io conobbi Dino durante il mio viaggio di nozze, era allora nel collegio dei Salesiani a Faenza, avrà avuto 11 o 12 anni. Andammo a trovarlo mio marito ed io, era in ricreazione e venne da noi in parlatorio, tutto sudato, teneva in mano il frustino e la trottola. Anche i maestri dei Salesiani lo giudicavano di grande ingegno, ma era uno scarabocchione disordinato. Dopo la nascita di Manilo, [Ninni], il cocco Dino passò in seconda, o per meglio dire in terza linea. Ninni sempre Ninni solo Ninni.

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IL CONVEGNO A LA VERNA

 

“Io vidi dalle solitudini mistiche…”

 

di Silvano Salvadori

 

La Verna, 1910 - 2010

 

 

Il convegno tenuto a La Verna il 18 e 19 settembre 2010, nel centenario del famoso pellegrinaggi compiuto da Dino, segna certo un punto di svolta su tante mitologie campaniane.

Promotori l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la Provincia francescana, ha visto come coordinatori il Prof. Giuseppe Langella nelle prime due sezioni e il Prof. Silvano Salvadori nell’ultima.

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La nostra biblioteca

 

 

  

 
Canti Orfici, a cura di Renato Martinoni
Einaudi     

 

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Sebastiano Vassalli

 

 

Profonda emozione

 

di Sebastiano Vassalli

 

da: 

Tutto libri - Sabato 8 Luglio 1989

 

In risposta alla pubblicazione di alcune lettere di Campana, su 

 TuttoLibri, 1 Luglio 1989, a cura di Fernanda Gigli e Giuseppe Risso

 
 
 
Gentile direttore, credo che in molti abbiamo provato una certa emozione, leggendo su «Tuttolibri» di sabato scorso quell'appello bizzarro, in realtà tragico: «Io domando la cittadinanza fiorentina ai soli che possono conferirla...».
 
Il «giorno del giudizio» di Dino Campana fu forse nel giugno del 1915, quando lui potè vestire la divisa di soldato e sperare di andare al fronte come volontario.

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Da: Inediti, a cura di Enrico Falqui, Vallecchi 1941

 

Nota di Paolo Pianigiani

 

Come è noto il "Quaderno" di Dino Campana fu ritrovato dal fratello Manlio dentro un cassone in soffitta, nella casa di Marradi. Giunto in originale nelle mani di Enrico Falqui fu trascritto, con insormontabili difficoltà di interpretazione, dovute al fatto che si trattava di appunti, che solo l'Autore avrebbe potuto e saputo interpretare.

Il "Quaderno" andò perso, nessuno sa come e perchè. Restano alcune pagine fotografate inserite come esempio nel bel volume degli Inediti, edito da Vallecchi nel 1942.

Falqui fece del suo meglio, per rendere il testo utilizzabile per l'edizione a stampa.

Di certo si è perso il mistero, tutto campaniano, della pagina scritta, dei pensieri sciolti, geniali, accumulati. Che solo alcune pagine fotografate continuano a far brillare.

 

...


Vasta terribile e pura

Ritorno inesorabilmente a te

Riscossa dal tuo sogno

Acqua di mare amaro

Che esali nella notte:

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  1. Stefano Drei su Aldo Orlandi
  2. Sono il fanciullo più triste
  3. Pampa: Quiere Usted Mate?
  4. Dino Campana, il poeta visionario

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