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dino campana con autografo

Dino Campana, proprietà Famiglia Campana

 

I documenti, gli incipit delle lettere, i fogli di via, le notizie certe... Dino dovunque ha lasciato le tracce delle sue scarpe motose, della sua risata devastante, del suo dolore...

Proviamo a seguirlo per le strade del mondo.

 

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Qcampana

 

Dei tanti ritratti di Dino Campana, questo di Giorgio Butini, scultore fiorentino, ci lascia una impressione particolare.

Ci lascia l'intensità di un incontro, ci lascia la ricchezza che solo la vita fusa con la poesia può dare.

La mano ha le tracce della vita che scorre, che si agita e si anima; che stringe un lenzuolo che è ricordo e dolore. Le vene pulsano e raccontano, il sangue scorre libero...

E l'occhio del poeta, svuotato come un vuoto d'ombra, ci tira dentro un delirio che ci chiede silenzio.

Grazie Giorgio, del tuo lavoro, Dino Campana rimanda sempre a pensieri profondi e tu lo hai capito a fondo, come merita: la sua poesia e la sua vita...

 

Paolo Pianigiani

 


 

 

Luca Antoccia: Il Poeta antigrazioso

 

Pubblicato su Art e Dossier, Febbraio 2007, Giunti editore Firenze.

 

La redazione ringrazia l'Editore e Luca Antoccia per averci gentilmente permesso la pubblicazione  

 

Nella poesia di Dino Campana, noto all’immaginario comune come poeta visionario e folle, traspare una conoscenza puntuale e precisa della storia dell’arte, dal Rinascimento fino alle avanguardie a lui contemporanee. 

Di recente il grande pubblico lo ha conosciuto per Un viaggio chiamato amore, cinebiografia di Michele Placido sulla tormentata relazione con Sibilla Aleramo.

Qualcuno ricorderà il recital di poesie di Carmelo Bene che lo accostava a Friedrich Hölderlin.

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federico

Federico Ravagli 

 

La quale, dunque, ha uno scopo essenzial­mente informativo e niente affatto critico. E se soltanto oggi essa appare, ciò si deve a circo­stanze di varia natura, affatto indipendenti dalla mia volontà: anzi, con questa, in patente con­trasto. Com'è ben facile intendere: se si consi­dera che il grave ritardo, oltre aver sottratto per lungo tempo all'indagine degli studiosi un ma­teriale, se non cospicuo, certo interessante, può avere, altresì, avvalorato giudizi infondati e il­lazioni arbitrarie formulate a mio danno.
 
DINO CAMPANA

FASCICOLO MARRADESE

a cura di FEDERICO RAVAGLI

GIUNTI Bemporad Marzocco, 1972


PREMESSA
 
Dalla rivista « Portici » - n. 3, novembre 1950
 
Render di pubblica ragione alcuni autografi di Dino Campana, che conservo da oltre otto anni; dar notizia di episodi interessanti la vita di lui a Marradi; e, infine, ristabilire la verità dei fatti, dopo tante note astiosette e dispettosucce, che mi riguardano, dopo certe chiose arrabbiatine e cat­tivelle, stampate a ripetizione su riviste letterarie dal molto illustre Enrico Falqui: ecco il carattere e i limiti della presente pubblicazione.
Dovrei specificare ora, per essere esauriente, le asserite circostanze avverse: ricordare, cioè, e illustrare i miei gravosissimi obblighi profes­sionali, dapprima; il successivo nomadismo e le peripezie del periodo bellico: e poi sciagure fa­miliari, la malferma salute, ed altri mali e ma­lanni che mi hanno sottratto al mio fervido con­sueto lavoro. Ma a chi gioverebbe questa intima confessione, a chi questo affliggente frammento autobiografico? Non a me, che sarei tacciato di pedanteria dimostrativa e di zelo documenta­rio: non al lettore, il quale non ne ritrarrebbe alcun profitto. E allora?

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carlo20bo

 
 

La notte di Dino Campana

di Carlo Bo
Pubblicato su "Resine",
numero doppio n. 58-59,
Marco Sabatelli Editore, Savona, 1994
 
Dagli Atti del Convegno di studi svoltosi a Genova e a La Spezia dal 11 al 13 Giugno 1992.
C'è nella storia della poesia italiana del Novecento un caso che prima ha stupito e disorientato e poi generato una serie di equivoci: è il caso di Dino Campana. I motivi maggiori di questo difficile approccio vanno ricercati soprattutto nella leggenda che fin da principio ha accompagnato l'opera di questo poeta. Campana era per natura un irregolare, uno che difficilmente trovava una sua vera identificazione e che nella vita quotidiana non riuscì mai a prospettarsi una sistemazione appena soddisfacente. All'origine c'è la malattia che ha avvelenato la sua esistenza, una malattia che era già della sua famiglia e che allora aveva un solo nome, la follia.
Nato in una famiglia della piccola borghesia, a Marradi, il 20 agosto 1885, Campana neppure nella stagione degli studi riuscì a trovare un ordine interiore. Arrivato all'università dopo aver conosciuto il collegio a Faenza, Cam­pana si iscrive alla facoltà di chimica ma non porterà mai a termine la sua carriera. In realtà il suo unico punto di riferimento era la poesia e alla passione poetica ha poi dedicato e sacrificato la tormentata serie delle sue giornate, tra disperazione ed esaltazione.

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L'importante saggio di Alfredo Gargiulo, da "L’Italia Letteraria", IX, 1933, 9 pp. 1-2.

La redazione ringrazia gli amici Gabriel Cacho Millet e Luigi Corsetti della Biblioteca di Poggio a Caiano, che hanno reso possibile questa pubblicazione. 

 

Ritaglio articolo di Gargiulo su Campana - incipit

 

Pur attraverso il solito schema dell’ « infelice di genio », la figura di Campana uomo è abbastanza nota. E comunque son da vedere, per la biografia, l’articolo del Soffici: Dino Campana a Firenze, e la prefazione del Binazzi all’Operacompleta. Senonchè, circa le doti del Campana quali risultarono piuttosto dalla vita, a noi non sembra utile alcun rilievo: tranne forse questo. Racconta il Binazzi (ed altre testimonianze concordano): « a certi momenti, quando le facoltà luminose del suo intelletto, accendendosi tutte, lo ponevano in istato di grazia, riusciva a dir delle cose addirittura meravigliose, anche per profondità. Sentenziava di popoli e di stirpi con acume di storico lungimirante, caratterizzava l’arte o la poesia dei vari popoli con tocchi da maestro ». Infatti, a ben guardare, ogni altro dato biografico non c’interessa; se non è poi neanche vero che le deficienze dello scrittore già accusino specificamente lo squilibrio cui alla fine soggiacque l’uomo.

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Presentazione del Carteggio di Dino Campana

 

Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux

Lunedì 4 Giugno 2012, ore 17

Presentazione del volume

Dino Campana

Lettere di un povero diavolo

Carteggio (1903-1931)

a cura di Gabriel Cacho Millet

Edizioni Polistampa

Partecipano Franco Contorbia e Stefano Giovannuzzi

Firenze, Palazzo Strozzi, Sala Ferri

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