Milini, Archivio Tallone Milano
EMILIA TALLONE
(MILINI)
(Bergamo 2.4.1891-Alpignano 4.2.1943)
di Gigliola Tallone
Ringrazio la mia amica Gigliola per aver voluto condividere qui, su sito di Dino Campana, il suo splendido lavoro su Emilia Tallone, detta Milini, sua zia, già in parte pubblicato sul sito www.archiviotallone.com
(paolo pianigiani)
Contributo alla ricostruzione della sua biografia
(Anno 1885 - Anno 1915)
di Francesco Monterosso
dalla Fiera letteraria, ANNO VIII/numero 24 - giugno 1953, pag. 4
"Tutto è vano vano è il sogno: tutto è vano vano è il sogno"
Nota su Campana
di Franco Matacotta
da: La Fiera letteraria, ANNO IV, numero 19 - maggio 1949
Precisazioni e rettifiche, sconfessioni ed abiure, avanzate dalla critica nostrana, non appena s'è trovata nella possibilità fisica di riprendere fiato dopo le convulsioni di questi ultimi anni, nei confronti dell'età letteraria del recente e lontano passato, non han tuttavia turbato, d'un solo indiscreto accenno, la grande solitudine colla quale Dino Campana rende viva la propria presenza nella poesia italiana di questa prima metà del secolo. Tanto è il mistero che circonda tuttora la sua breve passione terrena, di poeta e di uomo: e tanto è l'amore che i suoi fedeli gli han conservato lungo questi anni intatto, per la sua voce e per il suo messaggio.
Pagine Inedite di Dino Campana
di Franco Matacotta
da: Fiera letteraria, ANNO IV, numero 19 - maggio 1949, pag. 1)
Di questi inediti non è stato possibile individuare l’epoca di composizione. Per i Prospectus vale la data approssimativa della stesura dei Canti Orfici: mentre per la pagina senza titolo si può desumere dal testo scritta dopo l'estate del 1916.
Quanto al “Prospectus” parrebbe ch'esso costituisca l'attacco del noto pezzo “Toscanità” dedicato a Bino Binazzi.
DAVANTI alle cose troppo grandi sento l'inutilità della vita. Il mare ieri era discretamente bello. Sono andato di notte al mare. Avevo visto i monti pisani velati da cui sorge la luna di D'Annunzio (il macchinista senza fuoco e due areoplani che volavano sul treno. Perché leggemmo D'Annunzio prima di partire? Nessuno come lui sa invecchiare una donna o un paesaggio. Pallido, con una vita senza fuoco come col suo diritto il macchinista stinge il paesaggio e vìola il cielo che non conquista?...
Enrico Consolini con Sebastiano Vassalli
DINO CAMPANA, LE MIE LETTERE SONO FATTE PER ESSERE BRUCIATE, NON SACCHEGGIATE
DI PAOLO PIANIGIANI
Prima edizione 2005
Succede a volte che uno si arrabbi : un’arrabbiatura sorda, spontanea, che nasce dal profondo, che ti si diffonde addosso, fino nell’ultima cellula dell’anima, qualora ne avessimo una : e provoca d’istinto una reazione liberatoria, una voglia di giustizia immediata e sommaria. Provoca una risposta cattiva : questa.
Succede quando, da parte di qualcuno, si progetta e si realizza un attacco immotivato, profondamente ingiusto, verso persone che non si meritano né attacchi né accuse. In questo caso verso una persona che per il proprio lavoro, per la propria professionalità di studioso, merita invece rispetto e profonda riconoscenza : lo scrittore Gabriel Cacho Millet.
Zygmunt Perkowicz. Foto dedicata da Maria Boerio a Eleonora Tallone.
Archivio Tallone Milano, Prov. Aurora Ciliberti
Zygmunt Perkowicz, la Russia, la Granvigna e Dino Campana
Destino di poeti
di Gigliola Tallone
Novembre 2022
Ringrazio Gigliola Tallone per avermi permesso di pubblicare qui, sul sito di Dino Campana, la storia di un artista, esule dal suo paese, Zygmunt Perkowicz: una storia drammatica e triste ma magnifica. Dino ne venne a conoscenza quando andò in visita alla Granvigna e ne rimase molto impressionato; se ne ricorderà nella celebre "lettera di Natale del 1917"
Tutte le immagini provengono dall'Archivio Tallone di Milano
(paolo pianigiani)
Certi avvenimenti straordinari possono solo essere “raccontati”, proprio per aggiungere alla verità il sentimento, l’atmosfera, la natura complessa dei protagonisti. Il contributo del racconto porta ad un ampliamento del quadro troppo ristretto a note e documenti, e si propone di restituire a un indimenticabile antico amico di famiglia, la sua anima. Per la fedeltà ai fatti che menziono, a voi giudicare, leggendo la piccola monografia di Zygmunt Perkowicz dedicatagli dallo storico del risorgimento, Terenzio Grandi, esperto e inimitabile appassionato di Giuseppe Mazzini, a cui resto fedele e di cui riporto alcuni punti importanti. Egli conobbe e frequentò Zygmunt nell’ambiente intellettuale italiano-polacco di Milano di Nictopolion Maffezzoli ed era testimone delle sue frequentazioni e amicizie. (cfr. Terenzio Grandi,“Un viandante dell’Ideale: Zygmunt Perkowicz, Milano Casa Editrice Risorgimento, 1917.)
DINO CAMPANA: DAREI LAVITA PER UNA CULTURA EUROPEA
di Mirella Serri
da: La Stampa, Tuttolibri, Sabato 22 Dicembre 1990
PRIMO EROPEISTA controcorrente, in polemica con il nazionalismo trionfante allo scoppio della Prima guerra mondiale, critico osservatore del conflitto, scrittore che rifiuta le grandi firme letterarie del tempo, da d'Annunzio a Soffici a Papini. Sono queste lo insolite facce con cui Dino Campana. il Rimbaud italiano, il nostro poeta «maudit», lirico, visionario e notturno, appare negli scritti, in versi e in prosa, riuniti in un quaderno di appunti del 1915 che fino ad oggi era rimasto sconosciuto nella versione originale. Queste note del poeta dalla vita avventurosa che ha alternato lunghi viaggi, carcere e manicomio, raccolte in un quaderno dalla copertina nera e dalle pagine segnate dalla sua scrittura irregolare, vedono la luce nel volume Taccuini.
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