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    Andrea Zanzotto, Il mio Campana

     

    Prefazione di Giuseppe Matulli, a cura di Francesco Carbognin, Clueb, Bologna 2011

     

    Il Poeta Andrea Zanzotto, "premio Campana" del 2002, è recentemente scomparso.

     

    Vogliamo ricordarlo con questo suo pensiero su Campana...

     

    Ecco: avrebbe dovuto dare meno confidenze (anche se non era il suo caso elargire troppo facili confidenze), tenere a maggior distanza il proprio pubblico, fare avvertire che in lui c’era qualcosa di... irraggiungibile. Lo colpevolizzavo per questa sua, comunque eccessiva, disponibilità – anche per ragioni, da ultimo, determinate dalla mia particolare formazione, tutto sommato provinciale.

    La mia famiglia, infatti, annovera molti artisti, anche vagabondi, soprattutto negli anni in cui era entrata nell’orbita di gravitazione dell’Austria. Mio nonno ha avuto addirittura lo studio di pittore e di decoratore a Bratislava, a Pressburg; ma tra questi miei avi pittori, c’erano anche molti... Campana, in un certo senso, che dormivano nei fienili, che sfuggivano alle buone regole e che quindi creavano ventate di tumulti entro tutto il parentado.

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    federico

    Federico Ravagli 

     

     

    La quale, dunque, ha uno scopo essenzial­mente informativo e niente affatto critico. E se soltanto oggi essa appare, ciò si deve a circo­stanze di varia natura, affatto indipendenti dalla mia volontà: anzi, con questa, in patente con­trasto. Com'è ben facile intendere: se si consi­dera che il grave ritardo, oltre aver sottratto per lungo tempo all'indagine degli studiosi un ma­teriale, se non cospicuo, certo interessante, può avere, altresì, avvalorato giudizi infondati e il­lazioni arbitrarie formulate a mio danno.
     
    DINO CAMPANA

    FASCICOLO MARRADESE

    a cura di FEDERICO RAVAGLI

    GIUNTI Bemporad Marzocco, 1972
     


    PREMESSA
    Dalla rivista « Portici » - n. 3, novembre 1950
    Render di pubblica ragione alcuni autografi di Dino Campana, che conservo da oltre otto anni; dar notizia di episodi interessanti la vita di lui a Marradi; e, infine, ristabilire la verità dei fatti, dopo tante note astiosette e dispettosucce, che mi riguardano, dopo certe chiose arrabbiatine e cat­tivelle, stampate a ripetizione su riviste letterarie dal molto illustre Enrico Falqui: ecco il carattere e i limiti della presente pubblicazione.
    Dovrei specificare ora, per essere esauriente, le asserite circostanze avverse: ricordare, cioè, e illustrare i miei gravosissimi obblighi profes­sionali, dapprima; il successivo nomadismo e le peripezie del periodo bellico: e poi sciagure fa­miliari, la malferma salute, ed altri mali e ma­lanni che mi hanno sottratto al mio fervido con­sueto lavoro. Ma a chi gioverebbe questa intima confessione, a chi questo affliggente frammento autobiografico? Non a me, che sarei tacciato di pedanteria dimostrativa e di zelo documenta­rio: non al lettore, il quale non ne ritrarrebbe alcun profitto. E allora?

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    Luca Antoccia: Il Poeta antigrazioso

    Pubblicato su Art e Dossier, Febbraio 2007, Giunti editore Firenze.

    La redazione ringrazia l'Editore e Luca Antoccia per averci gentilmente permesso la pubblicazione  

    Nella poesia di Dino Campana, noto all’immaginario comune come poeta visionario e folle, traspare una conoscenza puntuale e precisa della storia dell’arte, dal Rinascimento fino alle avanguardie a lui contemporanee. 

    Di recente il grande pubblico lo ha conosciuto per Un viaggio chiamato amore, cinebiografia di Michele Placido sulla tormentata relazione con Sibilla Aleramo.

    Qualcuno ricorderà il recital di poesie di Carmelo Bene che lo accostava a Friedrich Hölderlin.

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    IL RITORNO DI DINO CAMPANA DAL BELGIO: QUATTRO DOCUMENTI INEDITI

     

    di Caroline Mezey

        Bedford College, London

     

    Da: Modern Language Review, Vol. 4, ottobre 1983    

     

    traduzione di Andreina Mancini e Paolo Pianigiani

     

    Le circostanze della vita di Campana, i suoi atteggiamenti bohémien, i suoi viaggi in paesi stranieri, la perdita del manoscritto dei Canti Orfici e la tragedia dei suoi ultimi anni hanno teso a focalizzare l'attenzione critica sul poeta come poète maudit. I tentativi dei suoi biografi di stabilire una cronologia certa e dettagliata della sua vita sono stati in gran parte frustrati dalla scarsità della documentazione originale. Molte informazioni sono ovviamente contenute nella trascrizione del Dr. Pariani delle conversazioni con il poeta a Castel Pulci, e ulteriori informazioni sono state fornite da Enrico Falqui, la cui conoscenza di amici e parenti del poeta gli ha fornito una fonte pronta di materiale di "seconda mano".1 La documentazione originale, tuttavia, non è stata pubblicata, e  particolarmente deplorevole è stato il silenzio sul periodo tra la fine degli anni universitari di Campana a Bologna (1907) e la sua iscrizione all'Università di Genova nel 1912.

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     busta

     

     

    DINO CAMPANA’S RETURN FROM BELGIUM: FOUR UNPUBLISHED DOCUMENTS

    Caroline Mezey

     

    da: Modern Language Review, Vol. 4, ottobre 1983    

                                              Bedford College, London                                         

    The circumstances of Campana’s life, his Bohemian attitudes, his travels to foreign countries, the loss of themanuscript of Canti Orfici, and the tragedy of his final years have tended to focus critical attention on the poet as poète maudit. The attempts made by his biographers to establish a firm and detailed chronology of his life have been largely frustrated by the scarcity of original documentation. Much information is of course contained in Dr. Pariani's transcript of his conversations with the poet in Castel Pulci, and additional information has come from Enrico Falqui, whose acquaintance with friends and relatives of the poet provided him with a ready source of 'second-hand’ material.1 Original documentation, however, has not been forth-coming, and the silence has been particularly regrettable in the period between the end of Campana's university years in Bologna (1907) and his registration at the University of Genova in 1912.

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    Geno Pampaloni 

     

     

    Geno Pampaloni; Prefazione agli Atti del Convegno del 1973

    Prefazione a:

    Dino Campana oggi

    Atti del Convegno fiorentino del 1973

     

    Il convegno di studi su Dino Campana trae la sua origine immediata dall'opportunità di presentare al pubblico (sia nel giudizio di critici, poeti, studiosi, sia fisicamente, in una mostra di carte e cimeli campaniani) il prezioso manoscritto Il più lungo giorno, miracolosamente riemerso alla luce dopo quasi sessantanni: consegnato dal poeta ad Ardengo Soffici nell'inverno del 1913, era stato smarrito; « e quanto rovinoso sia stato per Campana lo smarrimento è documentato da lettere e testimonianze innumerevoli », come ha ricordato il Falqui; sì che quel manoscritto perduto e acerbamente rimpianto era divenuto il testo mitico del Novecento italiano, — che sembrava accendere un ulteriore bagliore di tragedia, quasi l'accanirsi di un destino nemico, sull'esistenza tormentata del solitario poeta; e poi nel 71 era stato ritrovato, per merito della signora Maria, nel gran mucchio delle carte accumulate nella casa di Poggio a Caiano; restituito agli eredi di Campana, e da questi messo a disposizione della Casa editrice Vallecchi e degli studiosi.

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     Silvano Salvadori, Gabriel Cacho Millet e Paolo Pianigiani, alla presentazione di "Lettere di un povero diavolo" al Vieusseux

     


    Pubblico, dal mio archivio e senza correzione alcuna, la lettera che Gabriel Cacho Millet scrisse al prof. Borsani,

    insieme al testo dell'articolo sul ritrovamento de "Il più lungo giorno".

    (Paolo Pianigiani)


     

    Caro Prof. Borsani,

    la prego, prima di dare alle stampe questo scritto, di riguardare l'italiano: anche avendo la massima cura, qualche "spagnolate"  scappa sempre al mio controlo. Mi telefoni, se ha qualche cosa da dirmi.  Suo

                                                                                             Gabriel Cacho Millet

     

    In fondo alla bibliografia ho inserito eventuali didascalie per foto e documenti, spediti da Claudio Corrivetti per posta elettronica. Vale!

     


     

    IL MANOSCRITTO DI CAMPANA: PERDUTO, RITROVATO E VENDUTO

                                                                                              

    Gabriel Cacho Millet

     

       É stato venduto all'asta lo scorso 18 marzo, a Roma, il manoscritto de Il più lungo giorno di Dino Campana (1885-1932) per centosettantacinquemila euro. Ascoltare Fabio Bertolo battere all’asta presso Christie's’ quel quaderno con un'offerta iniziale di centotrentamila euro, a me che ho seguito per anni le contorte tracce del poeta vagabondo si stringeva il cuore. Pensavo a Campana che andava nei caffè di Firenze e di Bologna per vendere personalmente a lire due e cinquanta "con o senza dedica" i Canti Orfici, il libro che rescrisse e che avrebbe rescritto comunque, anche ignorando che Ardengo Soffici gli aveva smarrito il manoscritto con l'ultima stesura.

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    1. Emilio su Dino, su l'Approdo, nel 1952
    2. Ruggero Jacobbi: L'esilio e la visione
    3. Giuseppe Raimondi: Incontri bolognesi con Dino Campana
    4. Bruce Duffie: Conversazione con il maestro del coro David Stivender

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