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Luca Antoccia: Il Poeta antigrazioso

Pubblicato su Art e Dossier, Febbraio 2007, Giunti editore Firenze.

La redazione ringrazia l'Editore e Luca Antoccia per averci gentilmente permesso la pubblicazione  

Nella poesia di Dino Campana, noto all’immaginario comune come poeta visionario e folle, traspare una conoscenza puntuale e precisa della storia dell’arte, dal Rinascimento fino alle avanguardie a lui contemporanee. 

Di recente il grande pubblico lo ha conosciuto per Un viaggio chiamato amore, cinebiografia di Michele Placido sulla tormentata relazione con Sibilla Aleramo.

Qualcuno ricorderà il recital di poesie di Carmelo Bene che lo accostava a Friedrich Hölderlin.

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IL RITORNO DI DINO CAMPANA DAL BELGIO: QUATTRO DOCUMENTI INEDITI

 

di Caroline Mezey

    Bedford College, London

 

Da: Modern Language Review, Vol. 4, ottobre 1983    

 

traduzione di Andreina Mancini e Paolo Pianigiani

 

Le circostanze della vita di Campana, i suoi atteggiamenti bohémien, i suoi viaggi in paesi stranieri, la perdita del manoscritto dei Canti Orfici e la tragedia dei suoi ultimi anni hanno teso a focalizzare l'attenzione critica sul poeta come poète maudit. I tentativi dei suoi biografi di stabilire una cronologia certa e dettagliata della sua vita sono stati in gran parte frustrati dalla scarsità della documentazione originale. Molte informazioni sono ovviamente contenute nella trascrizione del Dr. Pariani delle conversazioni con il poeta a Castel Pulci, e ulteriori informazioni sono state fornite da Enrico Falqui, la cui conoscenza di amici e parenti del poeta gli ha fornito una fonte pronta di materiale di "seconda mano".1 La documentazione originale, tuttavia, non è stata pubblicata, e  particolarmente deplorevole è stato il silenzio sul periodo tra la fine degli anni universitari di Campana a Bologna (1907) e la sua iscrizione all'Università di Genova nel 1912.

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 busta

 

 

DINO CAMPANA’S RETURN FROM BELGIUM: FOUR UNPUBLISHED DOCUMENTS

Caroline Mezey

 

da: Modern Language Review, Vol. 4, ottobre 1983    

                                          Bedford College, London                                         

The circumstances of Campana’s life, his Bohemian attitudes, his travels to foreign countries, the loss of themanuscript of Canti Orfici, and the tragedy of his final years have tended to focus critical attention on the poet as poète maudit. The attempts made by his biographers to establish a firm and detailed chronology of his life have been largely frustrated by the scarcity of original documentation. Much information is of course contained in Dr. Pariani's transcript of his conversations with the poet in Castel Pulci, and additional information has come from Enrico Falqui, whose acquaintance with friends and relatives of the poet provided him with a ready source of 'second-hand’ material.1 Original documentation, however, has not been forth-coming, and the silence has been particularly regrettable in the period between the end of Campana's university years in Bologna (1907) and his registration at the University of Genova in 1912.

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Ritaglio articolo di Gargiulo su Campana - incipit

 

Alfredo Gargiulo: Dino Campana

 

 da "L’Italia Letteraria", IX, 1933, 9 pp. 1-2.

 

 

Pur attraverso il solito schema dell’ « infelice di genio », la figura di Campana uomo è abbastanza nota. E comunque son da vedere, per la biografia, l’articolo del Soffici: Dino Campana a Firenze, e la prefazione del Binazzi all’Opera completa. Senonchè, circa le doti del Campana quali risultarono piuttosto dalla vita, a noi non sembra utile alcun rilievo: tranne forse questo. Racconta il Binazzi (ed altre testimonianze concordano): « a certi momenti, quando le facoltà luminose del suo intelletto, accendendosi tutte, lo ponevano in istato di grazia, riusciva a dir delle cose addirittura meravigliose, anche per profondità. Sentenziava di popoli e di stirpi con acume di storico lungimirante, caratterizzava l’arte o la poesia dei vari popoli con tocchi da maestro ». Infatti, a ben guardare, ogni altro dato biografico non c’interessa; se non è poi neanche vero che le deficienze dello scrittore già accusino specificamente lo squilibrio cui alla fine soggiacque l’uomo. Passando allo scrittore come non avvertire, preliminarmente, che la poesia del Campana resta invece, ancora oggi, in una sorta di limbo? La critica aiutò pochissimo; e si dica lo stesso delle scelte antologiche.

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Geno Pampaloni 

 

 

Geno Pampaloni; Prefazione agli Atti del Convegno del 1973

Prefazione a:

Dino Campana oggi

Atti del Convegno fiorentino del 1973

 

Il convegno di studi su Dino Campana trae la sua origine immediata dall'opportunità di presentare al pubblico (sia nel giudizio di critici, poeti, studiosi, sia fisicamente, in una mostra di carte e cimeli campaniani) il prezioso manoscritto Il più lungo giorno, miracolosamente riemerso alla luce dopo quasi sessantanni: consegnato dal poeta ad Ardengo Soffici nell'inverno del 1913, era stato smarrito; « e quanto rovinoso sia stato per Campana lo smarrimento è documentato da lettere e testimonianze innumerevoli », come ha ricordato il Falqui; sì che quel manoscritto perduto e acerbamente rimpianto era divenuto il testo mitico del Novecento italiano, — che sembrava accendere un ulteriore bagliore di tragedia, quasi l'accanirsi di un destino nemico, sull'esistenza tormentata del solitario poeta; e poi nel 71 era stato ritrovato, per merito della signora Maria, nel gran mucchio delle carte accumulate nella casa di Poggio a Caiano; restituito agli eredi di Campana, e da questi messo a disposizione della Casa editrice Vallecchi e degli studiosi.

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"Intimità" di Bianca Fabroni Minucci.

Ritratto a olio di Bianca Lusena

Foto di Alena Fialová

 

Bianca

 

di Paolo Pianigiani

 

 

Mai mi sarei aspettato di ritrovarmela fra le mani, appena fuori dal giornale dove l'aveva rinvolta Eleonora Chiarugi, nipote di Bianca. Empolese come me, anche se trasferita a Volterra da anni. Gabriel, seguendo strade sue, aveva scovato il ritratto eseguito da Donnabianca, nome d'arte di Bianca Fabroni Minucci, proprietaria della villa sul mare, ad Antignano, dove si incontrarono la Crocerossina e il poeta di Marradi.

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M.Del Serra Campana

 

 

Maura Del Serra su Dino Campana

 

da "Dino Campana",   Il Castoro, 1974  

                       

di Maura Del Serra

                   
Versione  

Opere di Dino Campana

Canti orfici, Marradi, Tipografia Ravagli, 1914. Marradi, Tipografia Ravagli, 1914.

Canti orfici e altre liriche, a cura di Bino Binazzi, Firenze, Vallecchi, 1928, a cura di Bino Binazzi, Firenze, Vallecchi, 1928.

Canti orfici, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1941.

Inediti, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1942 (raccolgono il Quaderno e parte dei Taccuini).

Taccuino, a cura di Franco Matacotta, Fermo, Edizione Amici della Poesia, 1949 (raccoglie parte dei Taccuini).

Canti Orfici e altri scritti, a cura di Enrico Falqui, Firenze, Vallecchi, 1952 (l'edizione raccoglie tutta la produzione campaniana precedente, compresi frammenti pubblicati successivamente in riviste).

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  1. Carte campaniane d'archivio
  2. Emilio su Dino, su l'Approdo, nel 1952
  3. Ruggero Jacobbi: L'esilio e la visione
  4. Giuseppe Raimondi: Incontri bolognesi con Dino Campana

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