Campana sia direttamente, ad esempio quando parlava di sé con Pariani, sia indirettamente, per gli accenni contenuti nei Canti Orfici, è una fonte degna di fede per chi vada raccogliendo notizie sulla sua vita. E questa affermazione trova una conferma anche nel fatto che una figura come quella di Regolo Orlandelli, come ho potuto constatare di persona, è esistita veramente. La ricerca che in base alle indicazioni fornite dal poeta a Pariani mi accingevo a compiere a Mantova è stata facilitata dal prof. Salvatore Gelsi, che qui ringrazio, il quale già da qualche tempo si stava occupando di alcuni personaggi pittoreschi della propria città.
Una recensione per Agar
Giovanni Boine
da: Plausi e Botte
Guanda editore, Modena, 1939
(Agar è il nome de plume di Virginia Tango, amica e confidente di Campana)
80) Agar, Le reliquie di un ignoto. Ed. « Buon Consigliere ». Roma, 1915.
Storia epistolare d’una specie di Jean Christophe legnaiolo della Campagna Romana che una giovane e milionaria civetta finge di proteggere e per gioco fa innamorare. Quello abbocca e sogna la gloria. Passata la stagione, l’altra andata via, s’intende che se ne scorda. Quando torna, torna per sposarsi un signor marchese. Jean Christophe pazzo, improvvisa all’organo una maravigliosa messa nuziale il giorno delle nozze. Poi si schianta, poi s’ammala; tenebre e rovine. Ma si ripiglia come convertito: da banda il vano sogno; si martirizza di fatica per i suoi in una vita di rinuncia e di bontà.
Due foto dall'atelier Gorini di Faenza
Gli zii di Dino, Torquato e Giovanna, detta Gina. L'amico Stefano Drei, che ormai ci ha abituato a simili scoperte, ci ha segnalato queste due bellissime fotografie, provenienti da una collezione privata.

Sulle tracce di Regolo
di Paolo Pianigiani
Campana sia direttamente, ad esempio quando parlava di sé con Pariani, sia indirettamente, per gli accenni contenuti nei Canti Orfici, è una fonte degna di fede per chi vada raccogliendo notizie sulla sua vita. E questa affermazione trova una conferma anche nel fatto che una figura come quella di Regolo Orlandelli, come ho potuto constatare di persona, è esistita veramente. La ricerca che in base alle indicazioni fornite dal poeta a Pariani mi accingevo a compiere a Mantova è stata facilitata dal prof. Salvatore Gelsi, che qui ringrazio, il quale già da qualche tempo si stava occupando di alcuni personaggi pittoreschi della propria città.
Leonardo Chiari
«Purità di accento»
Tracce dell’actio nei Canti Orfici
da: Nautilus. Studi e ricerche del Liceo-Ballardini, V, Fratelli Lega Editori, Faenza, 2018, pp. 119-139
di Leonardo Chiari
Pronuncia, dizione, articolazione – sono fattori apparentemente estranei al regno della parola scritta; anzi, sebbene a detta dei linguisti l’oralità sia primaria per ontogenesi e filogenesi, la scrittura sembra scongiurare la relatività e l’alea della sua controparte orale in tratti di penna o grafemi (come i segni di interpunzione): tutto ciò che non è catturato da questi espedienti diacritici è contingente, collaterale, e vago; o peggio, tutto ciò che non è espresso in segni, non esiste.
Washington 1924, delegate WILPF di fronte alla Union Station (Foto appartenuta a Virginia Tango Piatti delegata WILPF)
Il WILPF
di Gigliola Tallone
Virginia Tango Piatti si reca a Washington il maggio 1924 come delegata italiana WILPF (Lega Internazionale delle donne per la Pace e la Libertà), in sostituzione della prof. Ida Vassalini del gruppo di Milano, malata e impossibilitata ad affrontare il lungo viaggio.
La casa fiorentina di Virginia di via della Fornace 9, frequentata da intellettuali e artisti e definita da un amico “la casa dell’utopia”, era stata perquisita il gennaio dello stesso anno, e vi furono sequestrati opuscoli di “Pax International”, la editrice del WILPF. Riesce, nonostante sia sotto stretta osservazione della polizia politica, a lasciare l’Italia, affidando il figlio decenne al direttore del collegio Domengè-Rossi. Dal 1920 Agar aveva aperto la sede fiorentina WILPF in casa sua in via della Fornace 9.

Conferenza sul rapporto della famiglia Tallone con Sibilla Aleramo e Dino Campana
Biblioteca Marucelliana, Firenze
giovedì 30 settembre 2010 ore 17
di Gigliola Tallone
Testo aggiornato con i ritrovamenti di carte il 2021 ad Alpignano
… Decisa a lasciare Campana ma incapace di abbandonarlo nella sua esaltazione, per Sibilla la scelta di chiedere aiuto alla mia famiglia è quasi obbligata, poiché nessuno degli altri suoi amici avrebbe accettato, avendo tutti antipatia per il giovane poeta, l’intima amica di Sibilla a Firenze, Matilde Marfori, in testa. Non solo, Eleonora possiede la casa di Alpignano, ereditata dalla madre, vicina a Rubiana - un tratto che in bicicletta si copre in venti minuti - mentre la sorella Virginia abita a Firenze: Rubiana e Firenze, i due principali luoghi in cui Dino soggiorna il 1917.
Pagina 33 di 75