Nessuno, credo, si piglia più la briga di andarsi a leggere le cento pagine di poesia di Papini, uscite per Vallecchi nello stesso anno dei Canti Orfici. Ben retribuite con i diritti d'autore quelle di Papini, stampate a cura e spese dell'autore e dei marradesi le altre. Non ci sarei andato nemmeno io, per non perderci il tempo. Ma la stroncatura di Dino, che campeggia nella lettera inviata a Bino Binazzi e pubblicata su La Brigata, richiedeva quel poco di controllo. Ho cercato i rospi e i serponi, tralasciando le maestrine con le ascelle sudaticce. Ed ecco il rospo, custode d'orti, e il frustone, steso al sole, innocuo e fratello.
Dino dipinge sempre dal vivo, e lo fa anche quando stronca.
(paolo pianigiani)
Precauzione
Vogliono che sia soltanto poeta. E allora ecco un po' di poesia.
Se sbagliarono non raglierò contro di loro. Ho in corpo, dopo tre mesi di purgazione, tutto l'evangelismo della lattuga.
Se mi scavo la buca, in queste e simili credenze e fiducie — di aver sensibilità, ad esempio — non chiedo nessun rinvio di giudizio e guardo da molto lontano ogni eventuale avvocato.
Don Lorenzo Righi
Trascrizione integrale da: Lorenzo Righi, Dino Campana poeta della notte
Collana "Gli Inediti" N. 6, Tipografia Sbolci, Fiesole, 1971
Si sa che fu Giovanni Papini a scoprire in Giuseppe Ungaretti il poeta nuovo1.
E fu Piero Bargellini a rivelarci il poeta Carlo Betocchi.
Chi scoprì e rivelò la poesia di Dino Campana?
Fu il poeta Bino Binazzi.
Alberto Viviani ha lasciato scritto di lui: "Io non credo ancora che Bino Binazzi sia passato così come una bella e vivida luce destinata a pochi.
La bestialità e la supina vigliaccheria che tanto lo amareggiò nel suo tempo e che purtroppo dura tutt'ora indefessa, dovrà pur bene avere un periodo di precipitazione"2.
E che egli, il Binazzi, fosse poeta autentico lo prova la bella introduzione alle sue poesie di Ardengo Soffici3.
Bigongiari e Ungaretti a Fortedeimarmi nel 1959
Un articolo di Piero Bigongiari su Dino Campana,
in occasione del centenario della nascita del Poeta Orfico
da: "La Nazione", Firenze, 7 Settembre 1985
Se il centenario della nascita di Dino Campana non lasciasse altre tracce di rilievo, dovremmo rallegrarci che esso ha coinciso, se non l’ha provocata, con questa edizione esemplare dei Canti Orfici, per le cure e il commento di Fiorenza Ceragioli, presso l’editore Vallecchi. E chi altro meglio di lui, che pubblicò a suo tempo, nel ‘28, a cura di Bino Binazzi, la Vulgata di questi Canti Orfici e altre liriche, dopo l’edizione originale di Marradi del ‘14, avrebbe avuto il diritto di farlo? Su quella edizione, seppure non priva di mende e fonte di recriminazioni da parte dello stesso poeta ormai recluso a Castel Pulci, la mia generazione ha letto Campana, lo ha amato e riconosciuto grande poeta.
Il pozzo di Giano a Sarzano
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Premio Boine al Parasio a Maria Novaro
Sabato 1 ottobre alle ore 17 nel salone delle conferenze del Monastero di Santa Chiara del Parasio di Imperia si terrà la cerimonia di premiazione del “1° Premio Boine al Parasio”.
Nell’occasione la Presidentessa della Fondazione, l’Arch. Maria Novaro, riceverà il Premio Boine al Parasio nella categoria “promozione e sostegno della cultura ligure”.
"Testo e Senso", dipinto di Ennio Calabria
Testo e Senso
1
1998
Filologia Letteratura Linguistica
Editrice Universitaria di Roma - L Goliardica. Roma
Note e Recensioni
Ipotesi per Dino Campana e altri studi,
di MARIO PETRUCCIANI
Caltanissetta, Salvatore Sciascia editore, 1996. pp. 160.
Il libro risulta formato da studi scritti e pubblicati in vari tempi c per occasioni diverse. Si nota subito la perizia e la dottrina con cui vengono focalizzati e considerati poeti. vicende culturali della letteratura moderna e contemporanea.
Nel libro sono presenti due protagonisti della critica contemporanea: Giorgio Petrocchi c Gaetano Mariani.
Per comodità del lettore diamo i singoli titoli degli interventi: Per Dante e il Novecento: dalla "Ronda" all'ermetismo: Campana tre ipotesi; Un'orma certa: il paradosso della gracilità. Corazzini, la critica e un 'epigrafe; Dal carro immobile e di altri emblemi. Sulla poesia di Vittorio Bodini; Quasimodo. Un inverno tra D'Annunzio e Mallarmé; Ungaretti e Leopardi: nel segno del moderno: Matacotta una poesia di collisione; Per Giorgio Petrocchi; Per Gaetano Mariani.
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