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DINO CAMPANA: DAREI LAVITA PER UNA CULTURA EUROPEA

 

di Mirella Serri

 

 da: La Stampa, Tuttolibri, Sabato 22 Dicembre 1990

 

 

PRIMO EROPEISTA controcorrente, in polemica con il nazionalismo trionfante allo scoppio della Prima guerra mondiale, critico osservatore del conflitto, scrittore che rifiuta le grandi firme letterarie del tempo, da d'Annunzio a Soffici a Papini. Sono queste lo insolite facce con cui Dino Campana. il Rimbaud italiano, il nostro poeta «maudit», lirico, visionario e notturno, appare negli scritti, in versi e in prosa, riuniti in un quaderno di appunti del 1915 che fino ad oggi era rimasto sconosciuto nella versione originale. Queste note del poeta dalla vita avventurosa che ha alternato lunghi viaggi, carcere e manicomio, raccolte in un quaderno dalla copertina nera e dalle pagine segnate dalla sua scrittura irregolare, vedono la luce nel volume Taccuini.

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La foto "della Cascata", la prima riproduzione che mi mandò l'amico Stefano Drei :

la più bella scoperta fra le pochissime foto certe che abbiamo di Dino

 

 

50

 

Gli ultimi 50 articoli pubblicati, negli ultimi 4 mesi

Quasi un riepilogo o promemoria

Un viaggio che è ripreso, infrenabile, come la poesia di Dino,

con l'aiuto di tanti amici e collaboratori che mi affiancano

in questa meravigliosa avventura di raccontare un poeta.

Grazie a loro e ai tanti lettori che ci seguono ormai da anni, fin dal 2005,

quando nacque nel mondo il campanadino.it

 

paolo pianigiani

fine d'anno 2022

 

 

 

1. Mario Petrucciani:  Irrazionale e assurdo nella poesia di Campana (Studi) Irrazionale e assurdo nella poesia di Campana   di Mario Petrucciani   da: Idea, luglio 1951     Sia ben chiaro che l'Indagine sullo « irrazionale » del Campana non intende in ...Creato il 25 Dicembre 2022

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Franco Matacotta: gli scritti

 

 a cura di Paolo Pianigiani

 


 

 Le opere:

 

 

Nel 1939 si laurea con una tesi dal titolo "Giuseppe Ungaretti o della parola come mito"

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Ritorno del poeta

 

di Giuseppe Raimondi

 

Da: La Fiera Letteraria  della domenica 11 Giugno 1953

*

“In ogni caso né da vivo e tanto meno da morto, si avrà ragione di me”

*

 

E la leggenda di Campana continua. Continua in braccio ai terrori filologici degli zelanti, o preda della critica che vuole servirsene a rovescio, per sospingere in un mondo di leggenda anche la figura concreta dell'uomo, e tende a interpretare il suo lavoro come il prodotto di una notte del «sabba» futuristico, la facile pazzia del secolo. Campana medesimo, durante la vita terrena, si compiacque forse di alimentare la leggenda, appoggiandosi ad elementi di costume letterario che, nella provinciale Italia degli anni tra il '912 e il '915, recavano con voce di favola delle vicende, non tanto lontane, di Rimbaud, Verlaine, di parnassiani e simbolisti.

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 Irrazionale e assurdo nella poesia di Campana

 

di Mario Petrucciani

 

da: Idea, luglio 1951

 

 

Sia ben chiaro che l'Indagine sullo « irrazionale » del Campana non intende in nessun modo ricondurre la genesi della sua poesia ai fattori biografici e clinici da cui fu travolta la sua esistenza terrena, ma aspira ad un approfondimento esclusivamente critico della sua opera, perchè ne risulti meglio individuata la posizione storica e più acutamente chiarita la forza di commozione.

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Bartolini incisione 

 

MEMORIE SU DINO CAMPANA


di Luigi Bartolini

 

Da Nuova Antologia, 1 ottobre 1941

 


Ero andato ad abitare in casa ďuno di quei fiorentini che sanno legare pietrine a musaico. Vecchio, bonario, tollerava tutto. Tollerava che non fossi rientrato in casa, di notte, passandola al vento buio dell´Arno o del Piazzale Michelangelo. Fra le altre cose, tollerò che io tenessi a dormire, nella mia camera, per alcuni giorni, forse una quindicina, Dino Campana. Egli dormiva in terra sopra una stuoia dozzinale.

Diceva che non gli importava di dormire per terra: e, sopra il punto del suo grande timore di riuscire ad essere di peso alle persone, tutti quelli che l´hanno conosciuto sanno quanto egli fosse delicatissimo, pudico come una vergine fanciulla che abbia paura di spogliarsi, anche se sta chiusa a chiave dentro la came­ra. Infatti Campana aveva accettato di venire a dormire nella mia casa perché proprio non avrebbe potuto fare a meno. Nessun altro, allora, gli avrebbe dato ospitalità.

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Dino Campana ricorda la sua prima gioventù

 

 

Olimpia, "la figlia del droghiere svizzero che stava a Marradi"

 

ricerca di Claudio Mercatali e Mario Catani

 

dal Blog della Biblioteca di Marradi

 

Dino Campana dopo i Canti Orfici (settembre 1914) non pubblicò più quasi niente.

Ormai la stagione della poesia alta per lui era passata e rapidamente la malattia stava prendendo  il sopravvento. 

Ci sono giunti frammenti, appunti e abbozzi del 1915 e 1916 in cui si nota chiaramente il suo degrado. Però da questi a volte emerge ancora qualche lampo di genio.

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  1. Un inedito di Dino Campana
  2. Mario Petrucciani su Arabesco-Olimpia
  3. Enrico Tagliaferri, il grande
  4. Gigliola per Dino

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