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DINO CAMPANA: I CANTI MARINI

 

di Enrico Gurioli

 

Pendragon 2013

 

 

Potrà sembrare strano, o per lo meno singolare, trovare canti marini in Dino Campana, un poeta del Novecento italiano vittima di una leggenda letteraria tesa a mostrarlo errante e vagabondo per l'Europa pervaso da una inquietudine creativa, ispirato soprattutto da montagne e boschi, e infine, perchè negarlo, segnato sino alla seconda metà del secolo scorso da un isolamento culturale sembrato irrevocabile. «Abbiamo avuto notizie sicure» scriveva tra il sarcasmo e l'ira, nell'articolo Pazzi in rialzo, pubblicato sulla rivista «L'Ultima» nel 1946, lo scrittore Giovanni Papini, emarginato di fatto dal mondo della cultura e appoggiato dai soli cattolici tradizionalisti,

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Maledetto tra i poeti

 

di Edoardo Esposito

 

da: L’Unità del 20 agosto 1985

 

 

 

20 agosto 1985: ricorre oggi il centenario della nascita di Dino Campana, poeta di un solo libro - I Canti orfici, pubblicati nel 1914 — e poeta di breve e tragica vita, biograficamente chiusasi nel 1932 ma chiusa alle lettere assai prima, nel 1918, quando fu internato nel cronicario per malati di mente di Castel Pulci, presso Firenze.

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Così Vassalli inventò Dino Campana

di Paolo di Stefano

 

da: Corriere della Sera / La Lettura 

Domenica 12 Maggio 2019

 

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Vanno segnalate, infine, le fittissime cronologie manoscritte, che mettono in parallelo le tappe biografiche certe di Campana con i grandi fatti storici. E, come ulteriore curiosità tra le tante, persino una dettagliata analisi psicoastrologica del poeta realizzata da un istituto specializzato, Astro Dienst, di Zurigo.

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Una recensione per Agar

 

Giovanni Boine

 

da: Plausi e Botte

 

Guanda editore, Modena, 1939

 

(Agar è il nome de plume di Virginia Tango, amica e confidente di Campana) 

 

 

80) Agar, Le reliquie di un ignoto. Ed. « Buon Consigliere ». Roma, 1915.

Storia epistolare d’una specie di Jean Christophe legnaiolo della Campagna Romana che una giovane e milionaria civetta finge di proteggere e per gioco fa innamorare. Quello abbocca e sogna la gloria. Passata la stagione, l’altra andata via, s’intende che se ne scorda. Quando torna, torna per sposarsi un signor marchese. Jean Christophe pazzo, improvvisa all’organo una maravigliosa messa nuziale il giorno delle nozze. Poi si schianta, poi s’ammala; tenebre e rovine. Ma si ripiglia come convertito: da banda il vano sogno; si martirizza di fatica per i suoi in una vita di rinuncia e di bontà.

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 Due foto dall'atelier Gorini di Faenza

 

 

 

Gli zii di Dino, Torquato e Giovanna, detta Gina. L'amico Stefano Drei, che ormai ci ha abituato a simili scoperte, ci ha segnalato queste due bellissime fotografie, provenienti da una collezione privata.

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fam orlandelli
 
 

Sulle tracce di Regolo

 

di Paolo Pianigiani

 

 
Regolo è, insieme al “Russo”, che è ancora più misterioso di lui, l’unico personaggio maschile degli Orfici ad avere una qualche connotazione identificativa. Se si eccettua quel l’antico compagno di scuola, scoperto da Stefano Drei fra le foto antiche del Liceo Torricelli: il professore “purulento”, Oddone Assirelli, che appare e scompare come un fantasma ne “La giornata di un nevrastenico”.

Campana sia direttamente, ad esempio quando parlava di sé con Pariani, sia indirettamente, per gli accenni contenuti nei Canti Orfici, è una fonte degna di fede per chi vada raccogliendo notizie sulla sua vita. E questa affermazione trova una conferma anche nel fatto che una figura come quella di Regolo Orlandelli, come ho potuto constatare di persona, è esistita veramente. La ricerca che in base alle indicazioni fornite dal poeta a Pariani mi accingevo a compiere a Mantova è stata facilitata dal prof. Salvatore Gelsi, che qui ringrazio, il quale già da qualche tempo si stava occupando di alcuni personaggi pittoreschi della propria città.

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Leonardo Chiari

 

 

«Purità di accento»

 

Tracce dell’actio nei Canti Orfici

da: Nautilus. Studi e ricerche del Liceo-Ballardini, V, Fratelli Lega Editori, Faenza, 2018, pp. 119-139

 

di Leonardo Chiari

 

 

 

Pronuncia, dizione, articolazione – sono fattori apparentemente estranei al regno della parola scritta; anzi, sebbene a detta dei linguisti l’oralità sia primaria per ontogenesi e filogenesi, la scrittura sembra scongiurare la relatività e l’alea della sua controparte orale in tratti di penna o grafemi (come i segni di interpunzione): tutto ciò che non è catturato da questi espedienti diacritici è contingente, collaterale, e vago; o peggio, tutto ciò che non è espresso in segni, non esiste.

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  1. La Fiera Letteraria n. 8 del 23 febbraio del 1967
  2. Virginia Tango Piatti e il WILPF
  3. Gigliola Tallone: Dino, Sibilla e la famiglia Tallone
  4. Dino Campana visto da vicino

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