Michele Mari
Campana. La maledizione di essere un poeta
Versi estremi. Si stampano i taccuini inediti dell’autore dei Canti Orfici.
Sono la riconferma di un grande genio. La sua vita?
Una tragica favola, oggi diventata un best seller.
Dal Corriere della Sera
15 luglio 1990
Oh avere un cielo nuovo. Dove fuggire
di Michele Mari
NeIl'inverno del 1913, mentre si recavano alla tipografia Vallecchi, Ardengo Soffici e Giovanni Papini furono improvvisamente accostati da uno strano personaggio. «Ci disse che si chiamava Dino Campana — racconta Soffici che era poeta e venuto appositamente a piedi da Marradi per presentarci alcuni suoi scritti, aveme il nostro parere e sapere se ci fosse piaciuto pubblicarli nella nostra rivista [Lacerba]. Tirò fuori di tasca un vecchio taccuino coperto di carta ruvida e sporca, di quelli dove i sensali e i fattori segnano i conti e gli appunti delle loro compere e vendite, e lo consegnò a Papini”.
Campana. La maledizione di essere un poeta
Versi estremi. Si stampano i taccuini inediti dell’autore dei Canti Orfici.
Sono la riconferma di un grande genio. La sua vita? Una tragica favola, oggi diventata un best seller.
Solo, nel tempestoso silenzio
di Carlo Bo
Dal Corriere della Sera
15 luglio 1990
Quando Dino Campana morì nel manicomio di Castel Pulci, dove aveva passato ben quattordici anni, nel 1932 la notizia passò sotto silenzio, soltanto il giornale della sera di Firenze ne fece cenno in due righe. Eppure era morto uno dei grandi poeti del Novecento e sotto certi aspetti il poeta puro per eccellenza, un uomo che si era e in maniera tragica identificato con la sua chimera poetica.
Enrico Falqui con la moglie, la scrittrice Gianna Manzini
Un disgraziato episodio della vita di Campana
di Enrico Falqui
La Fiera Letteraria, domenica 27 marzo 1960
Disgraziatamente la follia cominciò presto a battere alla porta del poeta Dino Campana. Il primo referto medico di cui si abbia notizia dopo quanto iI babbo ebbe a dichiarare fin dal 1900 al professor Brugia del Manicomio di Imola — reca la firma del professor Vitali, risale al 1906 e diagnostica: «una forma psichica a base di esaltazione, per cui si rende necessario il riposo intellettuale, l'isolamento affettivo e morale, e l'uso di preparati bromici».
Mario Luzi
ELZEVIRO
Torna «Il piu lungo giorno»
Campana, il mistero del manoscritto scomparso
di Mario Luzi
da iI Corriere della Sera, giovedì, 3 ottobre, 2002
Sono facili a nascere i miti, le leggende e le superstizioni, facili anche a radicarsi e difficili a morire. Lo sono in ogni tempo e in ogni ambiente: lo sono tanto piu dove non ci si aspetterebbe di scoprirli, tra persone illuminate dall'arte e dalla cultura, se non fossero il calore dell'immaginazione e Ia faziosità delle passioni che sconvolgono spesso Ia loro ragione.
Mario Luzi
Mario Luzi: Un eccezionale ritrovamento fra le carte di Soffici
Il quaderno di Dino Campana
Dal Corriere della Sera del 17-VI-1971
La sparizione del quaderno manoscritto delle poesie di Dino Campana fa parte ormai della leggenda artistica novecentesca, ne è anzi uno degli episodi più coloriti e, dato il personaggio della vittima, perfino più drammatici. Non mancarono insinuazioni sul conto di Papini e Soffici, consegnatari dell'inedito; non mancarono da parte del poeta propositi, pare, di vendetta sanguinaria, d'altronde sbolliti ben presto se è vero che poco dopo pubblicò una poesia ispirata da un quadro di Soffici e ancora a Soffici si rivolse, qualche anno più tardi, in un momento di disperazione.
Dino Campana nel ricordo di Viola Papini
dal libro "La bambina guardava"
ricerca di Claudio Mercatali
Viola Papini, figlia di Giovanni, il noto critico letterario, sposò Stanislao Paszkowski, della famiglia proprietaria del famoso bar di Firenze, cenacolo di artisti e poeti nel primo Novecento.
Da piccola era abituata al gran via vai di scrittori, giornalisti e critici d'arte che frequentavano il bar e la casa di suo babbo, in via Colletta, vicino a via Bolognese, a Firenze. I suoi ricordi rimasero chiari e precisi, come spesso quelli impressi nella memoria infantile e così nel 1956 scrisse il libro La bambina guardava, edito da Mondadori. Che cosa rammenta Viola di Dino Campana?
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