Raffaello Franchi e il suo omaggio ad Agar
Articolo in Solaria e due poesie inedite ad Agar
Gigliola Tallone
7 ottobre 2008
Ringrazio la mia amica Gigliola per aver condiviso con tutti gli appassionati di Dino Campana i documenti e le sue ricerche su Raffaello Franchi.
Di cui tutti sembrano essersi dimenticati.
(paolo pianigiani)
Raffello Franchi dedica ad “Agar poetessa” un intervento critico il dicembre 1928 in Zibaldone, rubrica della rivista Solaria.
Aveva conosciuto a Firenze Virginia Piatti Tango, in arte Agar, e stretto amicizia coi nipoti di Virginia, Teresa e Cesarino Tallone. Teresa è stata l’amica più cara tra tutte a Sibilla Aleramo, fino alla sua precoce morte nel 1933.
Il berretto vecchio di Ungaretti
di Paolo Pianigiani
(da una intervista a Jan Vladislav a Praga)
(Transfinito, 5.11.2005)
... Eppoi siamo andati a vedere una mostra, era in un garage... il pittore ci aspettava con ansia, aspettava Ungaretti... I quadri erano orrendi.
Ci offrì da bere... era orrendo anche quello... Finalmente fuori dal garage, Ungaretti mi portò in un negozio di berretti.
Se ne fece portare una decina e li provò, uno ad uno, con calma. Si rimirò allo specchio, facendo tutte le espressioni e le smorfie possibili.
Poi si rimise in testa il suo e disse:
"Mi piace di più questo mio vecchio!"
E uscì.
Lei sessantenne, lui ventenne. Nasce a Capri la tormentata passione fra Sibilla Aleramo e Franco Matacotta
di Giuseppe Mazzella
«Oggi sono trentaquattro anni che il mio primo libro venne pubblicato. Mi ripeto la cifra fino a rimanere stordita. Nella stanza sottostante, Franco intanto spera che io lavori. Non mi ha legato alla seggiola, come fece, un po’ per gioco e un po’ sul serio, una volta, due o tre anni fa, sa che all’incirca è come se legata fossi: gli ho promesso di non discendere fino a che non sarà notte».
Così scrive sul suo diario, appena iniziato, Sibilla Aleramo. È il 3 novembre del 1940. La narratrice e poetessa ancora una volta è a Capri, dove ha preso alloggio nella Villa Falconara.
Alfredo Gargiulo: Dino Campana
Pur attraverso il solito schema dell’ « infelice di genio », la figura di Campana uomo è abbastanza nota. E comunque son da vedere, per la biografia, l’articolo del Soffici: Dino Campana a Firenze, e la prefazione del Binazzi all’Opera completa. Senonchè, circa le doti del Campana quali risultarono piuttosto dalla vita, a noi non sembra utile alcun rilievo: tranne forse questo. Racconta il Binazzi (ed altre testimonianze concordano): « a certi momenti, quando le facoltà luminose del suo intelletto, accendendosi tutte, lo ponevano in istato di grazia, riusciva a dir delle cose addirittura meravigliose, anche per profondità. Sentenziava di popoli e di stirpi con acume di storico lungimirante, caratterizzava l’arte o la poesia dei vari popoli con tocchi da maestro ». Infatti, a ben guardare, ogni altro dato biografico non c’interessa; se non è poi neanche vero che le deficienze dello scrittore già accusino specificamente lo squilibrio cui alla fine soggiacque l’uomo. Passando allo scrittore come non avvertire, preliminarmente, che la poesia del Campana resta invece, ancora oggi, in una sorta di limbo? La critica aiutò pochissimo; e si dica lo stesso delle scelte antologiche.
La notte della cometa
di
Sebastiano Vassalli
Einaudi, Torino 1984
Recensito da Gian Luigi Beccaria
Ringrazio Silvano Tognacci per avermi mandato questo documento. (p.p)
Sono pochi i documenti di cui disponiamo per la vita di Dino Campana; quando ci sono, sono spesso sospetti, e Sebastiano Vassalli è andato a cercarne: lunghe ricerche d'archivio pazienti, in carceri e manicomi anche.
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