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antonio tabucchi

 Antonio Tabucchi

 

Vagabondaggio

 

1.

 

A volte cominciava così, con un rumore impercettibile, come una piccola musica; e anche con un colore, una macchia che nasceva dentro gli occhi e si allargava sul paesaggio, e poi invadeva di nuovo gli occhi e da essi passava all’anima: l’indaco, per esempio. L’indaco aveva un suono di oboe, a volte di danno, nei giorni più felici. Il giallo Invece aveva suono di organo.

Guardava i filari dei pioppi che emergevano dal materasso di nebbia come canne di un organo e su di loro vide la musica gialla del tramonto, con qualche nota dorata. Il treno correva nella campagna, l’orizzonte era un filo incerto che appariva e scompariva fra le ondate di nebbia. Schiacciò il naso contro il finestrino, poi con l’indice scrisse sul vapore condensato del vetro: indaco, nel viola della notte. Qualcuno lo toccò su una spalla e lui sobbalzò.

“Le ho fatto paura?, disse un uomo. Era un anziano signore corpulento, con una catena d’oro sul gilet. Aveva un’aria stupita e insieme dispiaciuta.

“Mi scusi, non credevo…

“Oh niente”, disse lui, e con la mano cancellò in fretta le parole sul vetro.

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Luisa Giaconi, otto poesie, una prosa

 

di Caterina Del Vivo

 

ARCHIVIO CONTEMPORANEO

 

Estratto dalla rivista: « Antologia Vieusseux » fascicolo LXX

Aprile - Giugno 1983

Gabinetto Scientifico Letterario

G. P. VIEUSSEUX FIRENZE

 

ARCHIVIO CONTEMPORANEO:

Ricerche

 

Ringrazio l'amica Caterina del Vivo per avermi permesso di pubblicare questo articolo. (p. p.)

 

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La cartolina che apre il Carteggio Campaniano, pubblicata da Gabriel Cacho Millet in trascrizione, fin dal primo "Souvenir d'un pendu" del 1985, per poi trovare definitiva e corretta destinazione nell'ultimo "Lettere di un povero diavolo", Polistampa 2011.

Per errore di lettura nella prima edizione l'amico di Campana era "Accardo". Fu Stefano Drei ad accorgersi che il nome giusto era Aicardi.

 


 

 

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 Ringrazio l'amica Susanna Sitzia per avermi segnalato e permesso di pubblicare questa sua importante scoperta, da lei resa nota nel corso del suo contributo "La poesia neo-greca di Luisa Giaconi nel carteggio Campana-Novaro", presentato al Seminario di cooperazione internazionale fra le Università di Cagliari e di Caen Epistolari dei poeti. Poètes à la lettre, Università di Cagliari, 6 dicembre 2016.
 
(paolo pianigiani)
 

 
 

Luisa Giaconi, Tebaide, Poesie, con un epilogo di G. S. Gargano,

Bologne, N. Zanichelli, 1909

Recensione, apparsa sul Bulletin Italien 

edito a Bourdeax l'8 Aprile 1913

 

Buletin Italien Giaconi

 

 

« Il y a encore dans la grande maison des hommes, où gronde le bruit sourd des tramways et des automobiles, où résonnent des appels incessants de téléphones, quelque petite fenêtre perdue sous les toits, oubliée entre les hirondelles et le soleil... Quand je pense à Luisa Giaconi, je la vois toujours à cette petite fenêtre, immobile, les yeux voilés de réve, occupée à regarder dans le lointain, là où la mer est le plus profonde, où la montagne est le plus haute...

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PRESENTATA LA NUOVA EDIZIONE ANASTATICA DE “IL PIU’ LUNGO GIORNO”

di Silvano Salvadori

Marradi, 21 agosto 2020

 

Copertina PLG

 

 

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Giovedì 20 agosto, centotrentacinquesimo genetliaco del poeta Dino Campana è stata presentata a Marradi la ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno”. Erano presenti, oltre alla presidente del Centro, Mirna Gentilini, il vicepresidente, Rodolfo Ridolfi, e il prof. Stefano Giovannuzzi dell’Università di Perugia.

La prof.ssa Gentilini, ha ricordato l’emozione provata nel 1973 al convegno “Campana Oggi” - fondamentale per subire il “contagio” campaniano - promosso dal Gabinetto Viesseux di Firenze. Il convegno fu organizzato coi massimi studiosi  dopo che era stato reso pubblico il  ritrovamento del manoscritto fra le carte di Soffici con un articolo di Mario Luzi sul “Corriere della Sera” del 17 giugno 1971.

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La ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno” in 500 copie numerate: evento
di grande spessore culturale al Centro Studi Campaniani per il 135° genetliaco Campaniano

 

locandina invito 

 

Il Centro Studi Campaniani, nel rispetto delle regole per il Covid 19, festeggia il 135° genetliaco campaniano con un’iniziativa di grande spessore culturale : la ristampa anastatica del manoscritto “Il più lungo giorno” di Dino Campana.

Questa terza edizione segue quella realizzata nel 1973 da Archivi d’intesa con Vallecchi, in occasione della presentazione del leggendario manoscritto
perduto da Soffici nel 1913 e quella del 2001 edita dal Centro Studi in occasione del 30° anniversario dell’annuncio del poeta Mario Luzi sul “Corriere della Sera” del ritrovamento da parte della vedova di Soffici nella casa di Poggio a Caiano.

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  • Due punti di vista
  • Marco Bulgarelli: La divisa nascosta di Dino Campana
  • Fausto Toscano: Aspetti del pensiero musicale dei Canti OrficiFICI
  • Primo Conti su Dino Campana

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