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Il "matt" Dino Campana parla con le fate di assenzio e poesia

 

Un romanzo restituisce tormenti e vagabondaggi di un artista infelice

 

di Giovanni Tesio

 

da: tuttilibri, 8 Febbraio 2025

 

Lo aveva fatto con Cervo Bianco, il pellerossa che ingannò un po' tutti, lo ha fatto con Ligabue, il naïf di cui ha saputo cogliere più di ogni altro il versante elvetico della sua esistenza e della sua pittura, ora lo fa con Dino Campana, il poeta che ha a lungo studiato e di cui restituisce le "fate" e i fantasmi.

E' Renato Martinoni, l'italianista di grande competenza filologica, che ama indagare per via narrativa i segreti imperscrutabili di esistenze perturbate, di personalità complesse o complicate.

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Renato Martinoni 

 

RICORDI DI SUONI E DI LUCI

 

Storia di un poeta e della sua follia

 

Romanzo

 

 

 

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CAMPANA, IL GUERRIERO ERRANTE

 

Un poeta visionario, la “Linea ligure”, i “Canti orfici” e la morte in manicomio. Arriva in libreria il Meridiano

 

di Jacopo Parodi

 

da:

 
Il Foglio Quotidiano
 
4 Gennaio 2025
 

 

Un pomeriggio d’autunno del 1971, nel suo genovese antico e pettegolo Clelia Sbarbaro rammentava di quando il fratello Camillo, tra i grandi poeti del Novecento italiano, il maggiore della “Linea ligure” insieme a Montale, le aveva portato in casa un poeta scalcinato e vagabondo: “Aveva più pidocchi che capelli”.

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Introduzione al Taccuinetto faentino

 

di Enrico Falqui

 

Vallecchi, 1960

 

 

Un nuovo, inaspettato e forse ultimo capitolo si aggiunge alla disgraziata e avventurosa storia del testo dei Canti orfici di Dino Campana, con la pubblicazione del Taccuinetto faentino, giusta la scrupolosa trascrizione operatane da Domenico De Robertis, venendo a capo di difficoltà non comuni, senza lasciare all'acume il sopravvento sulla cautela e sulla discrezione.

E siccome il diminutivo del titolo ha in sé qualcosa di vezzeggiativo che mal s'accorda con l'indole dell'Autore, va subito chiarito che, se si è ritenuto di dover intitolare Taccuinetto faentino le ottanta paginette del taccuino inedito rimessoci dal fratello del Poeta e recante il timbro di una cartoleria di Faenza, è stato, oltre che per evitare cacofonia, anche perchè non si confondessero con quelle del Taccuino, fatto conoscere dal Matacotta nel '49 ma costituito unicamente dalla riunione di un gruppetto di stralci e di appunti ricavati da documenti sparsi, appartenenti all'Aleramo.

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 Enrico Falqui 

 

    

 

 “Primato, Lettere e Arti d’Italia”, 15 settembre 1941

 

 

Pubblicato sul Primato, come anteprima della imminente edizione degli "Inediti", che usciranno l'anno dopo, nel 1942, presso la Vallecchi di Firenze 

 


Deliberatamente la pubblicazione degli "Inediti" di Dino Campana (in numero di circa settanta e quasi tutti in verso), contemporaneamente e similmente alla terza edizione dei "Canti orfici" (Ia ediz. Ravagli, Marradi, 1914; 2a ediz. Vallecchi Firenze, 1928), avviene senza imbonimenti o commenti di sorta, a meno di considerar tali le delucidazioni necessarie per serbare al testo la propria assoluta integrità, agevolandone così la comprensione e la valutazione. Ciò nonostante la leggenda di Campana continua.

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  1. I libri...
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  3. Dino Campana pellegrino alla Verna
  4. Gian Luigi Beccaria, una recensione per Vassalli

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