IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELL’EDIZIONE RAVAGLI  DEI CANTI ORFICI ESCE LA II EDIZIONE DEL ROMANZO GRAFICO  DI UNO DEI POETI PIÙ GRANDI, E MALEDETTI,  DEL NOVECENTO ITALIANO, DINO CAMPANA.

 

Grazie ad attente ricerche bibliografiche, studio delle corrispondenze e viaggi nei luoghi in cui Dino Campana visse e operò, Simone Lucciola e Rocco Lombardi costruiscono un’opera di raffinata fattura, riportando all’attenzione degli appassionati del fumetto e della poesia, la controversa figura dell’autore dei Canti Orfici, protagonista di un intesa quanto sofferta esistenza umana e autore delle più intense liriche della letteratura italiana. Proprio l’opera poetica di Campana – nel libro sono riproposti numerosi estratti delle sue più celebri poesie – è al centro dell’originale rappresentazione visiva che i due autori sono riusciti ad ottenere, alternando il tratto plastico e pulito di Simone Lucciola a quello visionario di Rocco Lombardi, che tratta le tavole come fossero incisioni.

È splendidamente ricostruita in questo modo, la tensione figurativa e simbolista dell’opera poetica di Dino Campana, con rimandi continui dalle figure evocate nei versi ai luoghi visitati, agli incontri e scontri che il poeta ebbe, sia nella vita sentimentale che in quella culturale, alle opere di artisti che egli vide e da cui trasse ispirazione. “È un fiume che scorre questo brulicare d’immagini e di testi. Disegnato, ma a volte scavato, nel bianco della pagina. La storia a fumetti di Dino Campana.”, così nell’introduzione Paolo Pianigiani, studioso e profondo conoscitore dell’opera di Dino Campana, descrive l’omaggio di Lucciola e Lombardi a chi trovò nella poesia, l’unica, infinita, giustificazione alla vita. Con contribuiti di: Gabriel Cacho Millet e Giampiero Neri.

 

 

 

 

PREFAZIONE

 

Dino Campana: la parola che dilaga

 

Rifrangenze per Silvano Salvadori

 

di Paolo Pianigiani

 

 

Mancava al mondo una edizione commentata del “Quaderno”. Non c’era nemmeno una lettura numerata dei capoversi, per non dire la riproposta delle varianti conosciute. Poi il mistero della scomparsa di quel quaderno di scuola, ritrovato da Manlio (il fratello “regolare”, quello bravo e che fece carriera), nel fondo di un baule.

 

Appendice agli Inediti del 1942: i manoscritti

 

Nella Appendice, alla fine del volume Inediti, edito da Vallecchi nel 1942, Enrico Falqui inserì una serie di riproduzioni di manoscritti originali in suo possesso.

Si tratta di:

  •  una lettera (non spedita e ritrovata dai familiari di Dino) con due poesie, scritta da Genova alla rivista La Lettura

  •  quattro pagine del Quaderno,

  •  alcune lettere con testi poetici indirizzate a Mario Novaro, il direttore della Riviera Ligure.

 


 

SPETTABILE REDAZIONE DELLA LETTURA E CORRIERE DELLA DOMENICA...

 

 

I Grandi Iniziati, di Eduard Schuré

Il libro da cui Dino Campana probabilmente prese il nome dei Canti Orfici

a cura della redazione

 

 

 

 

 

La Riviera, ideata da Mario Novaro, la migliore rivista di letteratura d'inizio secolo in Italia. Serviva da accompagnamento alle latte d'olio Sasso, indistruttibili, che venivano spedite in tutto il mondoin contenitori appositamente collaudati. Aveva la buona abitudine di retribuire i collaboratori. Una manna dal cielo per tanti, che si affacciavano al mondo della notorietà, con scarse risorse. Papini, che fu assiduo collaboratore, era pagato in natura, con stagne d'olio a discrezione dell'amico Mario. Per Dino fu il primo riconoscimento importante. Giovanni Boine gli recensì positivamente i Canti Orfici e fu il primo segnale in un vuoto che avrebbe spaventato chiunque. Ma non Dino, che continuò a scrivere poesia e a mandare a Novaro, e a Geribò le sue movimentete missive... Questa che pubblico, solo in parte, comprese due pagine iniziali di pubblicità, è la numero 51 del Marzo 1916. Da brividi... 

 

Paolo Pianigiani


 

Una copia sconosciuta dei Canti Orfici

 

di Stefano Verdino

 

Pubblicato su WUZ, storie di editori, autori e libri rari, anno III, n° 2, marzo aprile 2004

 

 

 

"A Luchaire e alla Francia / perché ci vendi­chi / Dino Campana", è la dedica, che si legge in un esemplare dei Canti Orfici, re­centemente trovato a Parigi dal collezionista e stu­dioso del libro, Beppe Manzitti, non nuovo a que­ste scoperte (qualche anno fa a Firenze, ritrovò nientemeno che il primo manoscritto di poesie di Mario Luzi, con i testi di La barca e molti inediti).

La dedica autografa su tre righe si legge nella prima pagina di occhietto di quest'esemplare per molti versi interessante: esso appartiene al gruppo di copie che hanno subito modifiche per volontà dell'autore: la rimozione della pagina con la dedi­ca all'Imperatore Guglielmo II e la cancellazione della scritta “Die Tragodie des letzen Germanen in Italien” dalla quarta di co­pertina. E con ogni probabili­tà è stato sempre Campana a strappare da questo esemplare anche la pagina di titolo ove figurava la stessa scritta in te­desco, di certo non indicata per un destinatario francese. L’esemplare prevede l' “errata­-corrige” all'ultima pagina e l'ultimo fascicolo (come in al­tre copie) è di misura diffor­me dal resto del volume.