sebastiano vassalli bianco nero

 

Sebastiano Vassalli

 

La notte della cometa, Einaudi, 1984

(ultimo capitolo)

 


S'è fatto tardi. Dal bar, che è proprio sotto la mia stanza, giungono voci di ubriachi. Chissà quante volte «il matto» è stato qua. Chissà quante volte i suoi compaesani gli hanno offerto da bere per poi «riderlo» fino sul viale Baccarini, fino sul ponte del Lamone... Accendo la luce.

 

La valigia appoggiata al calorifero mi ricorda che «l'infinità delle morti» continua tra le mie carte, che sono morti anche i primi a cui, tredici anni fa, parlai del «caso Campana»: Daniele Ponchiroli e Franco Basaglia, lo psichiatra che più di ogni altro s'è battuto per il superamento del regime manicomiale del 1904.

E dovrei ringraziare, come s'usa, un centinaio di persone: addetti culturali italiani all'estero, sindaci, parroci, professori, scrittori, medici, commissari di pubblica sicurezza, archivisti, artisti, persone che a vario titolo hanno favorito la mia ricerca; dovrei avvalorare ciò che ho scritto con l'elenco dei loro nomi e delle loro competenze.

 

Invece farò un nome soltanto, quello dello scrittore argentino Gabriel Cacho Millet: che, innamorato della poesia di Campana, ha speso una parte della sua vita per rintracciarne e pubblicarne le lettere.

Senza it suo lavoro attento e tenace il mio romanzo del poeta sarebbe ora più incerto: molti episodi mancherebbero, molti altri resterebbero sospesi «nello spazio, fuori del tempo»...

A Gabriel Cacho Millet sono anche debitore di alcune memorie familiari e di alcune testimonianze inedite che con rara generosita lui stesso ha voluto mettere a mia disposizione.

Grazie.

 

Gli altri, se già non li ho ringraziati, li ringrazierò in forma privata. Soprattutto tengo a precisare che non mi sento «biografo», che con ogni probabilità non scriverò mai pill una biografia, né di poeti né d'altri. — Io cercavo un personaggio con certi particolari connotati. Il caso me l'ha fatto trovare nella realtà storica e da lì l'ho tirato fuori: con accanimento, con scrupolo, con spirito di verità. (Per quanto tutto nel mondo sia passibile di ulteriori sviluppi, non credo che sul poeta Campana ci sia più molto da scoprire).

Ma se anche Dino non fosse esistito io ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato quest'uomo meraviglioso e «mostruoso», ne sono assolutamente certo. L'avrei inventato così.