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GIOVANNI BOINE A CAMPANA

 

[Porto Maurizio, 5 agosto 1915]

 

“Fratello” è una parola che mi piace, sebbene io la usi casto. Avevo un fratello,1 era boxeur, picchiò mezzo mondo e mori di tifo l’anno passato. Altri fratelli non ho. Ma facciamo la prova con lei: può darsi riesca. Certo parecchie pagine del suo libro mi diedero una febbre d’esaltazione che non perderò,2

                                                                                                                        Suo G. Boine

(cerco un impiego in India)

Il mio indirizzo è:

Portomaurizio

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GIOVANNI BOINE

 

di Francesco Bernardelli

 

da: La Stampa - Mercoledì 7 Dicembre 1938

 

Di quel singolare periodo della coltura italiana, tra il 1907 e il '14, che va dal Rinnovamento alla Voce e a Lacerba, coltura-eticità, coltura-misticismo, coltura-poesia, Giovanni Boine fu uno degli spiriti rappresentativi. Temperamento tormentato, risentitissimo, credeva all'arte, alla creazione artistica come a creazione di individualità; «io creo me stesso esprimendomi, mi faccio, mi dico, via via mi formo». Di questo crearsi esprimendosi, di questo formarsi via via, è testimonianza ancor viva e fremente il suo stile, spesso torbido, greve, tutto incastri, parentesi, densità fitte di immagini e di ritmo.

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Villa di Castelpulci

 

La Villa di Castelpulci nel Medioevo

di Leonardo Colicigno Tarquini

 

dal sito: Isolotto Legnaia Firenze

 

Il "primo atto", tra storia e leggenda, della plurisecolare storia di uno dei più importanti beni monumentali di Scandicci: dagli affreschi di Grifo di Tancredi nella Cappella di San Jacopo all'impresa di Colombo.

 

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Risposta ai futuristi

 

di Ardengo Soffici

 

da:

La Voce , 19 Maggio 1910

 

(Direttore Prezzolini)

 

 

Due o tre giorni fa, ricevetti da Milano questo telegramma :

 

Ardengo Soffici, Firenze. Malgrado note ostilità vostri amici Voce contro futurismo noi conoscendo vostra coraggiosa campagna per grande Medardo Rosso e per risveglio arte italiana avendo letto vostro interessantissimo articolo impressionismo sentiamo bisogno esprimervi nostra fraterna ammirazione. Pittori futuristi: Boccioni, Ruspolo, Carrà: e poeli Marinetti, Paolo Buzzi.

 

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Meriano, Binazzi e Nascimbeni (?) a Bologna, ai tempi della "Brigata"

1916-17

 


Francesco Meriano

Arte e Vita

 

a cura di Gloria Menghetti, Carlo Ernesto Meriano e Vanni Scheiwiller

 

Quaderni della Fondazione Primo Conti - Libri Scheiwiller

Milano 1982

 


 

INTRODUZIONE

 

di Giorgio Luti

 

 

Il mio incontro con Francesco Meriano — o meglio con la memoria dello scrittore e il gusto liberty e démodé degli Epicedi — risale agli anni lontani della giovinezza. Correva il 1945, se ben ricordo. Per noi che uscivamo appena dai giorni della guerra, si aprivano le aule dimesse dell'Università fiorentina nell'antica Piazza San Marco. Pochi, pochissimi allievi ai seminari di letteratura italiana di Giuseppe De Robertis; ma ciascuno portava con sé un suo piccolo mondo letterario da verificare e confrontare con gli altri, nella prospettiva diversa che l'Europa libera e l'Italia finalmente restituita alla vita democratica sembravano consentire alle nostre confuse aspirazioni.

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UN RICORDO A GIOVANNI BOINE

 

di Francesco Meriano

 

da Arte e vita

 

Quaderni della Fondazione Primo Conti - 

Libri Scheiwiller, Milano 1982

 

 

Parlare di Giovanni Boine significa dimenticare assolutamente che egli è morto nel maggio scorso, trentenne, che aveva scritto ed avrebbe scritto. Quel qualcosa che di lui è vivo, sarà vivo tra dieci anni come adesso. Non era uno scrittore: lo stile ha un tono paesano che non riesce ad essere spontaneo, nemmeno nelle bestemmie: è uno degli artifizi con cui questi condannati alla solitudine cercano di rompere il proprio gelo e riaccostarsi agli uomini. Tentativi infelici: perché, come non era nell'arte, Boine non era nella vita e nell'umanità: il fascino dei rischi metafisici lo incantava.

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Evaristo Boncinelli

 

Ardengo Soffici: Evaristo Boncinelli

 

da: Trenta artisti moderni italiani e stranieri, Vallecchi, Firenze, 1950

 

Prima pubblicazione: 1927, su rivista

 

 

II ciarlatanismo e la mediocrità trionfano ancora fra noi; le vecchie mummie sono più in onore che mai; l'indifferenza, e magari l'ostilità, delle autorità ufficiali per quanto concerne le genuine espressioni del genio creativo del nostro paese è sempre la stessa : e chi ha fatto o stia facendo qualcosa di veramente bello, buono e grande può esser per ora almeno, sicuro di passar misconosciuto accanto ai soliti cialtroni in auge, e di crepar in miseria, a un bisogno, ove la fortuna non lo soccorra, o non trovi fuori di qui chi sia capace di apprezzarlo e di aiutarlo. Tutto è da fare in questo campo. 

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  1. Le cento pagine di poesia di Papini
  2. Lorenzo Montano: Firenze 1914
  3. Enrico Gurioli su Vannicola
  4. La Voce cambia pelle: 15 novembre 1914

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