La creatura dagli occhi d'oro

 

 

 

Una storia d'amore tra donne


 Sintesi da Daniela Danna

 

Ringrazio Claudio Mercatali per avermi permesso la pubblicazione di questo articolo, già pubblicato sul Blog della Biblioteca di Marradi.

(paolo pianigiani)

 


Agli inizi del Novecento anche in Italia apparve un libro con racconti di rapporti lesbici: Il Passaggio, di Sibilla Aleramo (1919) che nella parte intitolata La favola rievoca l'amore che Sibilla ebbe per una ragazza, "creatura dagli occhi d'oro".

La scrittrice Daniela Danna, nel suo libro Amiche compagne amanti ci racconta questa storia e riporta quello che scrisse Sibilla Aleramo:

" ... La favola era bionda. Un color caldo si muoveva su tutte le cose. Qualcuno giungendo ogni giorno mi riempiva di fiori il grembo, diceva: "Vieni" mi conduceva correndo all'argine vivo e silenzioso del fiume. Cantava. Due punti d'oro negli occhi. Una piega violenta e luminosa nei capelli ...".

 

 

Lina Poletti

... una piega violenta e luminosa nei capelli ...

"Iddio non mi mise in petto timore" nell'incontro con Lina.  Ma in realtà fu grandemente sorpresa dalla dichiarazione della ragazza, che aveva conosciuto al Congresso delle donne del 1908.

Cordula (Lina) Poletti era ancora studentessa (nacque nel 1885 a Ravenna ed era di nove anni più giovane) mentre Sibilla Aleramo era uno dei grossi nomi del Congresso, famosa come scrittrice e come militante dell' Unione Femminile Nazionale, "donna nova" che come Nora aveva lasciato il figlio  e il marito che non amava e che la minacciava di morte sospettando di essere tradito. Aveva sposato quell'uomo dopo che lui l'aveva violentata. Queste dolorose esperienze le aveva coraggiosamente raccontate nel romanzo Una donna (1906) efficace più di qualunque saggio nel denunciare la condizione femminile nel volgere del secolo.

 


Sibilla si innamora di lei:

"Io penso sempre a quando ti ho visto la prima volta ... Era alla sezione Giuridica del Congresso, un mattino. Tu entrasti nella sala, avevi uno sguardo diffuso, mi sorridesti senza conoscermi e ...

 

Il manifesto del Congresso delle donne e il pass di Grazia Deledda

 

 

Così la descrive Sibilla:

 

"E nessun' anima di donna mi aveva attratta col suo segreto, come nessuna forma femminile avevo mai vagheggiata.

Puoi immaginare, dunque, tu che un destino strano ha spinto invece fin da giovinetta verso questo mistero, poi immaginare tu come io sia stata sconvolta quando mi scopersi innamorata di te?

Innamorata si, non v'era altra parola. Del tuo fuoco, della tua voce, della tua grazia e poi dell'ombra tua, Lina, di tutto ciò che di te mi si andava disegnando a contorni vaghi e fuggenti nella malìa della tua parola, e poi innamorata della tua entità spirituale che mi si affermava nel fisso splendore del tuo sguardo ...

In che modo avrei potuto negare e illudermi?

Lina, è stata un'immensa sciagura. Ma, confortati, è stata anche un' immensa gioia. Forse più grande questa di quella. Non so, e non importa.

Quel che importa è che t'ho amata e che ti amo. oh! la tua anima! Perché era di donna perché era di sorella l'ho sentita così vibrare accanto alla mia come nessun altra prima? Con quale ebbrezza ho accolto il suo sospiro? E come s'è dilatata la mia al soffio di lei ampio e possente!"

9 maggio 1909

 


 

 

                Sibilla nel 1902                                    da: Aleramo, Lettere d'amore a Lina

 

Lo scrittore Giovanni Cena,convivente di Sibilla al tempo

del fatto ora raccontato (ritratto di G.Balla)

 

Questi presagi si rivelarono esatti: Sibilla era combattuta fra Lina e Giovanni Cena, con cui viveva, e dopo appena un anno il rapporto con Lina si esaurì:

 

 

" ... Lina, Lina, sai tu il sogno ch'io avevo fatto quando presi ad amarti? Io avevo pensato che tu, donna, ti saresti avvicinata più di ogni altra anima alla mia, e forse, forse si sarebbe compiuto il miracolo di una fusione assoluta ... Era un'idea folle ma sono felice tuttavia che abbia attraversato sfolgorante il mio cielo. Dopo, ho compreso l'essenza tragica dell'amore, d'ogni amore. Tu non m'hai fatto male, no. Forse che la vita stessa, con tutte le sue violenze e con tutti i suoi torpori, fa del male all'uomo?

Tanta parte di vita ch'io non conoscevo ancora tu m'hai rappresentato. Sei stata e sei, adorabilmente, la giovinezza ch'io non ho mai avuta: e sei stata e sei la passione, forza distruttiva e creativa insieme, uragano, incendio e aurora  sopra il rinnovato mondo ...".


 

 

Fonte: Daniela Danna. Ricercatrice alla Facoltà di Scienze Politiche dell’ Università di Milano.

È autrice di:

“Amiche, compagne, amanti. Storia dell’ amore tra donne”, 1994;

“Matrimonio omosessuale”, 1997;

Io ho una bella figlia… le madri lesbiche raccontano”, 1998;

“Crescere in famiglie omogenitoriali”, insieme a Chiara Cavina), delle politiche sulla prostituzione (“Donne di mondo. Commercio del sesso e controllo statale”, 2004;

“Che cos'è la prostituzione? Le quattro visioni del commercio del sesso”, 2004;

“Prostituzione e vita pubblica in quattro capitali europee”, 2006; 

“Ginocidio. La violenza contro le donne nell’era globale”, 2007).

 

Alcuni scritti estratti da suoi lavori sono nel sito www. danieladanna.it

 



 

Impaginato da Claudio Mercatali, pubblicato per gentile  concessione di Daniela Danna.