Virginia e il figlio Rori 1924 circa, Archivio Tallone Milano prov. F. Piatti
Rori Piatti e “les petits ballons de baudruche” di Giustizia e Libertà
di Gigliola Tallone, febbraio 2009
Per Rori e Mira e tutti quelli che hanno sofferto per il supremo ideale della Libertà.
Gigliola
"Rori a inventé un nouveau moteur d'avion... Rori ceci... Rori cela... et un jour, Mira apprend : Rori a inventé un nouveau moyen d'informer les Italiens sur la vraie complicité de Bal avec l'Altro... "Bal", c'était le code secret pour Mussolini, et "l'Altro", c'est l'autre, l'autre dictateur. [Hitler]
Et les voilà rédigeant, imprimant des tracts [manifestini] dénonçant, expliquant le danger du fascisme, du nazisme. Ils achètent des centaines de petits ballons de baudruche de toutes les couleurs, de ceux que les enfants aiment voir monter vers l'azur.... Pourquoi?
Rori, Rémy et quelques autres amis, partent pour les montagnes qui dominent les vallées italiennes. Là-haut ils attendent les condition atmosphériques et les vent favorables. Ils gonflent les petits ballons, collent un tract sur chaque ballon...le vent du Nord souffle vers le Sud, le vent emporte les centaines de ballons avec leur message là-bas, vers la Vallée d'Aoste, vers le Piémont, vers la Lombardie...
Rêve ou réalité? C'est en tout cas cela qu'ils racontent à Mira, et Mira comprend que des événements terribles ravagent le monde.”
(15 gennaio 2009, dalla lettera di Miriam Cendrars a Gigliola Tallone)
Riporto le parole senza traduzione, per non perdere la prosa “ravissant”, delle memorie di Mira, Miriam Gilou Cendrars, nella lettera inviatami il 15 gennaio 2009. Miriam racconta quanto le scrive il fratello Remy (Raymond) da Parigi, dove ha raggiunto per la prima volta Virginia e il figlio Rori Piatti in via Lhomond 35, il gennaio 1934. Remy frequenta con l’amico Rori il circolo di Volo a Vela L’Aile Tendue di Creteil. Le parole della lettera sono quasi identiche a quelle pubblicate nel suo libro “Miriam Cendrars, Blaise Cendrars, Balland, 1984.”
“Les petits ballons de baudruche” sopra menzionati, sono i palloncini amati dai bambini, che furono progettati nell’ambito delle azioni di Giustizia e Libertà a Parigi, per trasportare manifestini propagandistici antifascisti e liberarli in terra italiana.
Les Ballons jouet sono stati inventati da Michael Faraday nel 1824, nel corso dei suoi esperimenti con l’idrogeno, mentre la loro riproduzione in massa avviene solo negli anni 30. Per quanto sembri difficile oggi immaginare, l’idea di usare i palloncini per trasportare volantini antifascisti era un’idea moderna.
In questo articolo, se avrete la pazienza di leggere, conoscerete la vera storia dei palloncini di G. e L.
Miriam, figlia di Felicie Poznanska (Felah) e Frederic Sauser, famoso poeta conosciuto come Blaise Cendrars, insieme ai suoi fratelli Odilon, Remy e la mamma, che si danno un nome da clan, dalle loro inizali “I From”, frequentano a Sanremo Rori e la madre Agar (Virginia Tango Piatti) dal 1927.
Nato a Milano il 17-7-1914 da Virginia Tango e Antonio Piatti, e battezzato Sanzio Pio Vincenzo Piatti - i nomi saranno l’unica discrepanza con la madre amatissima - sarà Rori per tutti. Avrà una grande influenza su Remy Sauser, attratto dalla passione dell’amico per i motori e l’aviazione. Il giovanissimo Rori disegna motori e ne spiega il funzionamento ancora sulla carta.
Dalle lettere di Agar a Gina Ferrero Lombroso, la partenza dei From per Nizza avviene nel mese di marzo 1930. (13-3-30 lettera di Agar da Sanremo Corso Cavallotti 84 a Gina Ferrero Villa L’Ulivello, Strada in Chianti Firenze. Archivio Contemporaneo Gabinetto G.P. Vieusseux.)
Felicie Cendrars Archivio contemporaneo Alessandro Bonsanti, Gabinetto Vieusseux Firenze
Le leggi razziali fanno temere la permanenza in Italia e Felicie (Felah) decide di trasferirsi coi figli in Francia, avendo in passato, il 1914, lei e il marito, ottenuta la nazionalità francese. Felicie, professeur de langues modernes, dà lezioni ad allievi della buona borghesia di Nizza.
Rori Piatti dal ’31 frequenta il liceo a Nizza per terminare i suoi studi, evitando così il servizio militare sotto l’odiato regime che ha iscritto, nel casellario politico centrale, la mamma come antifascista e antimilitarista.
A Nizza Rori abitava “chez Tiran Rue du Grand Pin”, e prenderà il bacaloreat il 15 ottobre 1933.
(18-9-33 e 28-9-33, lettere di Agar a Roberto Bracco. Fasc. Roberto Bracco A.C.S., M.I., Dir. Gen. P.S., CPC.b 811)
Da sin. Odilon Cendrars, Virginia Tango Piatti (Agar), Felicie Cendrars, Rori, un amico, davanti Remy Cendrars, 1928
Archiivo Contemporaneo Alessandro Bosanti Gabinetto Vieusseux Firenze
Ancora Miriam Cendrars:
“Dans la belle "villa Yvonne" entourée d’un jardin et de palmiers, 6 rue du Rocher, Mira retrouve Odi et Rémy et voit tous les jours Rori, le fils de Agar, devenu presque un troisième frère bien qu'il n'habite pas chez "les FROM". Rori: sans même le savoir, Mira s'attache à lui.
Rori, à cette époque avait depuis longtemps donné des preuves de son intelligence et de son don exceptionnel pour les mathématiques. Il nous expliquait avec passion le fonctionnement des moteurs qu'il inventait... encore sur le papier.
Pour l'été, au tout début des années trente, Féla s'installe dans une rustique maison, à Colmars-les-Alpes…
Bientôt, Rori rejoint Féla et Mira : il a besoin de respirer le bon air des Alpes et il aura une petite chambre tranquille pour travailler aux examens d'entrée dans une grande Ecole...
Pendant que Mira, passant de la culture italienne à la culture française, poursuit ses études au Lycée de Nice, Rémy termine brillamment les siennes à l'Ecole Supérieure de Commerce de Marseille et décide, pour envisager son avenir, de "monter" à Paris, consulter son père - ce père presque inconnu - appelé Blaise.
Où logera Rémy? "C'est simple" dit Agar "avec nous, rue Lhomond, dans l'atelier que nous prête Leo Ferrero. [prestato dalla madre Gina Ferrero, poiché il giovane Leo, amatissimo da Virginia Tango, è morto prematuramente in un incidente automobilistico a Santa Fè il 27 agosto 1933. n.a.]
Mira… elle reste en correspondance très suivie avec Rori, toujours éperdûment admiré, et avec Rémy, son grand frère chéri, qui lui décrit avec enthousiasme leurs exploits dans la pratique du vol à voile, le grand nouveau sport des jeunes audacieux.
...nous avons acheté une vieille Ford pour 300 Francs, c'est pas cher, ça fait 30 centimes le kilo, pour nous tracter et, par la vitesse, nous faire prendre l'envol, c'est sensationnel! " et Mira imagine avec fierté Rori et Rémy s'élevant à tour jusqu'au bleu du ciel, tels des oiseaux, emmenés par la voile, fixée à bout de bras, déployée sur leur dos.”(15-1-2009, lettera…, cit.)
Rori, diciannovenne, raggiunge la mamma Virginia “Agar” a Parigi l’8 novembre del 1933.
(rapporto Ministero dell’Interno 21-1-1935. N. 02052. ACS., cfr. nota 1.)
Si iscrive alla Sorbona in ingegneria areonautica, apprezzato dai suoi professori come uno dei migliori allievi.
Attenti infiltrati nel movimento G.L. seguono ogni sua mossa nella “setta”.
La prima informativa del fascicolo del Ministero dell’Interno, divisione polizia politica, appunto per la divisione affari generali e riservati, è del 21 novembre 1934. Figlio della “nota scrittrice antifascista” [Virginia Tango Piatti, schedata in rubrica di frontiera], Rori viene identificato “attraverso fotografia”.
Si segnala che il Piatti, iscritto alla Sorbona alla facoltà di ingegneria, ha pubblicato l’articolo dal titolo “L’aviazione italiana in ribasso” sul libello “Giustizia e Libertà” n.22 del 12.10.34. (In una successiva informativa si rende noto lo pseudonimo di Maraini.)
Inoltre, “poiché sembra sia abilitato al pilotaggio di veivoli e poiché, date le sue strette relazioni col Rosselli e con altri esponenti del movimento g.l., non è improbabile che -soggiacendo alle pressioni di costoro- possa prestarsi ad effettuare qualche volo antifascista in Italia”.
Non seguirò qui tutto l’iter delle note e informative, in cui vengono interessati il ministero degli esteri e degli interni e il consolato italiano a Parigi, oltre che i prefetti di Imperia e Milano. Riporto quanto è essenziale per riferire la sua attività in seno a G.L. e il coinvolgimento nell’affare “palloncini”.
Piatti Sanzio Pio Vincenzo sarà iscritto il mese di maggio del 1935 nel casellario politico centrale n.56623 con le “qualifiche ed altre indicazioni” aggiornate:
“antifascista schedato estero Francia - inscritto rubrica di frontiera arrestare; inscritto bollettino ricerche n. 082 del 1936 fermo - pericoloso cat.1ª”
Rori e la mamma Virginia Parigi 1935 (Archivio Tallone Milano, prov F. Piatti)
Dal mese di marzo del 1935, in rapida successione, sfilano gli appunti della polizia politica.
Nell’appunto della polizia politica del 28-3-35 viene riferito che Piatti Sanzio con Giua Renzo, noti antifascisti, si recano presso un circolo di volo a vela di Parigi “per allenarsi a tale specie di voli”.
Nell’appunto del 24 aprile troviamo una notizia interessante: L’ingegnere Claudel, occupato presso la Renualt Coudron e presidente del circolo a vela frequentato dal Piatti e da Giua Renzo, ha presentato Piatti a Felix Louis, fabbricante di automobili, che lo ha incaricato di studiare e disegnare la costruzione di un aeroplano leggero.
Nella riservata del 25 aprile “è stato fiduciariamente riferito” che la “nota setta” Giustizia e Libertà avrebbe intensificato la sua attività in Italia e che Carlo Rosselli negli ultimi tempi sia “ossessionato” di trovare mezzi e vie per sviluppare l’azione antifascista nel Regno.
È interessante leggere che il movimento si mantiene in posizione isolata rispetto ai socialisti e comunisti che progettano un congresso contro la guerra in Abissinia. La posizione del movimento, invece, è quella di preparare, al posto di un congresso, “una forte azione di propaganda in Italia, devolvendo la direzione a un comitato di quattro o cinque persone capaci”. Si parla quindi dell’idea “di una trentina di corrieri da inviare i Italia con molta stampa; di compiere voli con getto di manifestini ecc”.
Miriam Perla Cendrars, 1928, Archivio Cont. Alessandro Bonsanti Gabinetto Vieusseux Firenze
Ed ecco l’ideazione dei palloncini - notizia che Miriam Cendrars aveva appreso dalle lettere del fratello e Rori, senza ben sapere se fosse realtà o solo un sogno vagheggiato dai due giovani - comparire nella riservata del Ministero dell’Interno:
“Rosselli sarebbe in cerca di nuovi sistemi per la introduzione in Italia di stampa clandestina. All’uopo avrebbe inviato il noto Giua Renzo - tempo addietro - a Lugano ed a Chambery onde trattare con alcuni amici per il lancio di palloncini ad idrogeno e miccia che, scoppiando in un dato momento ed in territorio italiano, perché trasportati da venti favorevoli, lascerebbero cadere fasci di volantini. Il Giua avrebbe ricevuto ampie assicurazioni della incondizionata collaborazione per tale bisogna, ma il Rosselli vorrebbe inviare persona di propria fiducia onde esser certo del buon impegno per riuscire in questo genere di lavoro che è anche costoso.”
Ecco che comincia a profilarsi la possibilità che sia stato proprio il nostro Rori ad ideare i palloncini col meccanismo a scoppio.
Continua la relazione:
“Certo Sanzio Piatti… e l’ebreo tedesco Bondy Franz (2) sarebbero stati designati di andare quanto prima alla frontiera francese onde riallacciare tali conversazioni iniziate da Giua Renzo e restare colà per svolgere detto lavoro”.
Nell’appunto del 15-5-35 compare il nome del fratello di Miriam:
“i noti Piatti Sanzio e Giua Renzo si esercitano nel volo a vela sul campo di Creteil, ch’è a disposizione del circolo aeronautico “L’Aile Tendue” al quale l’uno e l’altro sono regolarmente iscritti… Detto campo è frequentato anche dal noto Zuddas Giuseppe e da un amico del Piatti certo Sauser Raymond, francese, che prende parte ai corsi di allenamento”.
Vengono anche disposte indagini per rintracciare l’identità di Raymond - Remy. A Remy Sauser si farà menzione ancora due volte, ma l’esito delle indagini è negativo.
Remy (Raymond) Sauser, fratello di Miriam, si arruolerà nell’aviazione francese come pilota nella “Armee de l’Air”. (lettera Miriam Cendrars, cit).
Mi piace qui ricordare la notizia inedita menzionata da Miriam Cendrars nella lettera sopra riprodotta, in cui parla del volo a vela “le grand nouveau sport des jeunes audacieux.”, che riguarda la vecchia Ford acquistata per 300 franchi da Rori e Remy, per trainare l’apparecchio.
Ancor più chiaramente, l’appunto del 16-5-35 fa riferimento al ruolo di Rori nella faccenda dei palloncini: “Secondo notizie fiduciarie, Rosselli starebbe concretando un nuovo progetto d’introduzione nel Regno di stampati antifascisti. D’accordo con il “pure noto” Sanzio Piatti, il Rosselli avrebbe provveduto i mezzi per sperimentare il funzionamento dei palloncini ad idrogeno…500 di questi palloncini, secondo il Rosselli, dovrebbero essere lanciati nello stesso giorno in località prossima alla frontiera italo-francese e italo-svizzera. Intanto sarebbero in corso i necessari esperimenti seguiti da vicino dai nostri servizi confidenziali”.
È facile precorrere l’esito finale, dato il puntuale e assiduo controllo delle autorità, ma andiamo comunque avanti.
La copia del 28 maggio del “teleposta” del 18-5-35 segnala che viene intensificata la spedizione di materiale propagandistico in Italia, ma “Per quanto riguarda l’idea di voli con getto di manifestini, il lanciamento di palloncini a idrogeno, la stazione di radio ricetrasmittente…non sono attuati date le grandi difficoltà incontrate.”
Si legge anche che il noto antifascista Giua Renzo e Sanzio Piatti “esplicano effettivamente notevole attività politica nella “Sigla” e sono tenuti in considerazione da Rosselli.”
Il 1º giugno 1935 una riservata parla della riunione del 29 maggio, in cui si erano preparate 25 buste con stampa antifascista. “Il Piatti parlò di suoi allenamenti di volo a vela e della prossima organizzazione di allenamenti per ottenere il brevetto di pilota aviatore nonché della eventualità di costruire un piccolo apparecchio di allenamento e della seria possibilità di procurare un aeroplano possente per fare dei voli in Italia. Il Piatti sembra fiducioso, ma gli altri hanno l’impressione che i progetti siano di non facile attuazione”.
Ricordo qui che Rori ha 21 anni non ancora compiuti.
Il 22-5-35 si ribadisce che Sanzio Piatti ha manifestato il proposito di prendere il brevetto di pilota per fare voli in Italia, mentre si ritiene che il Piatti
“non abbia la possibilità di procurarsi un apparecchio potente… a buon fine questo Ufficio ha provveduto a far sorvegliare il Piatti…”
Qui compare per l’ultima volta il nome del cittadino francese Sauser Raymond, del quale non è stato possibile raccogliere nessuna notizia utile.
L’appunto dell’8-6-35, riporta notizia “dal solito informatore” della riunione di G.L. a Parigi, in cui [Rori] Piatti Sanzio, alias Balbo, partecipa con Aldo Garosci alias Magrini; Zuddas Giuseppe; Ferri Federico.
Viene segnalato che alcune lettere sono scritte da un certo “Umbro” da Nizza che informa d’aver attivato l’invio in Italia di stampa clandestina e di aver trovato aiuto in un socialista massimalista.
La preclara attenzione dell’infiltrato non manca di segnalare tutto quel che succede nella riunione, “dopo la lettura delle lettere furono spedite 40 copie del giornale di “g.l.” a titolo di saggio e 9 copie di stampa clandestina a nominativi residenti nel regno, rilevati dall’annuario telefonico”. Si segnala anche dove le stampe sono nascoste.
Dell’ “Umbro” vengono disposti accertamenti. Ancora, nella riservatissima urgente del 13 giugno 35, si richiama l’attenzione sul proposito di Piatti di procurarsi un aeroplano potente per effettuare un volo in Italia.
Ed ecco la notizia nella “copia del telegramma ministeriale n. 28389 in data 24 agosto 1935”, che straccia definitivamente ogni speranza della buona riuscita di quel progetto “palloncini”: oltre a Giua Renzo, anche Sanzio Piatti e Garosci Aldo, iscritti a Rubrica frontiera, si sono resi irreperibili “recentemente arrestati da polizia svizzera per tentato lancio palloncini frontiera italiana con manifestini antifascisti come est stato pubblicato anche da giornali italiani”. Tutti e tre gli amici “appartengono a Giustizia e Libertà di cui est noto programma terroristico”. Essendo stati in possesso di passaporti svizzeri si ignora se siano stati ritirati dopo l’espulsione dalla Svizzera e si teme che possano recarsi in Italia. Come appare nella nota del 26 settembre, Piatti era stato arrestato a Bellinzona il 4-8-35.
Un telespresso dell’8 novembre rivela che il 2 agosto 1935 i fuoriusciti Sanzio Piatti, Garosci, Lugli e l’austriaco Zanella erano stati arrestati a Balerna (Canton Ticino) “per impedire la manifestazione antifascista da loro tentata con il lancio dei palloncini” ed è seguita la decisione delle autorità svizzere della loro espulsione.
E così, cara Mira, ecco la vera storia dei “Palloncini”. Non è stato un sogno di due giovani infiammati dal desiderio di libertà, quello che leggevi nelle loro lettere: tuo fratello Remy e Rori dicevano la verità, il progetto era stato attuato, le prove fatte, il lancio sul punto di effettuarsi…ma Rori non ha potuto vedere librarsi in cielo “les petits ballons de baudruche que les enfants aiment voir monter vers l'azur”, portati dai venti favorevoli sulla patria, nè i manifestini sono stati liberati per planare sulle teste degli italiani. Quel sogno di libertà, col simbolo giocoso dei palloncini, non ha potuto realizzarsi.
Rori Piatti riprende la sua attività nel movimento e partecipa al 1º convegno di Giustizia e Libertà nei giorni 11 e 12 settembre 1935.
Si ribadisce che scrive articoli nel libello, con firma pseudonimo Maraini, questa volta col titolo “La crisi tecnica dell’aviazione fascista: alla ricerca di motori” p.3, n.36.
L’appunto del 26 ottobre, che descrive Rosselli come “indecentemente filo-inglese” e riporta la decisione di fare nel giornale “g.e l.” un servizio di stampa inglese accanto a quello gia esistente in lingua francese”, comunica i diversi impegni dei “militari” del movimento “azione”, in cui il Piatti, essendo “tecnico” “deve trovare il modo di scoprire una sostanza chimica che possa incidere, nei vetri dei finestrini vagoni ferroviari, scritti antifascisti nonché carta, come quella adoperata dagli ingegneri per fare i piani che, messa nell’acqua, sviluppasse manifesti antifascisti ed altre comunicazioni”.
Rori continuerà a partecipare alle riunioni fino alla partenza per la Spagna.
Nella copia dell’appunto nº 500/4717 in data 12 febbraio 1936 si riporta che il 28 dicembre scorso alla riunione G.e.L, il Piatti “fece una conferenza sul movimento Stokanoff in Russia, che annoiò tutti”.
Rori Piatti e Veniero Spinelli, 1936 c. (Archivio Tallone Milano, prov. F. Piatti)
Come si vede, all’infiltrato relatore, dotato di buona prosa, non manca acume nè spirito.
I controlli si inaspriscono, viene posto il provvedimento di “fermo”. Questa volta Rori Piatti usa lo pseudonimo “Federico” per l’articolo “Il petrolio in Italia” sul settimanale Giustizia e Libertà n.3, 17 genn. 1936.
Nell’appunto del 2 ottobre 36 si dirama la notizia che il noto Sanzio Patti troverebbesi a Madrid come ingegnere aeronautico regolarmente ingaggiato dall’ ambasciata spagnola a Parigi.
Da altro documento, compilato dallo stesso Piatti, ho evinto le date e i luoghi della sua attività in Spagna nel questionario per gli ex combattenti antifranchisti:
Piatti Sanzio Pio Vincenzo, data di entrata Spagna 19-8-36 Brigada Escadra “España”, fronti sui quali ha combattuto: Madrid, aeroporti di Barajas e Getafè, poi aeroporto di Albacete. Data di uscita dalla Spagna 15-1-1937 (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna (AICVAS) B.45 fasc.171).
Miriam Cendrars aggiunge una nota inedita, cioè che Rori era addetto alla manutenzione e riparazione dei motori, in particolare di quello dell’aereo di Andrè Malraux.
“Puis Rémy lui apprend que Rori est parti pour l'Espagne, prendre en charge le maintien et la réparation des moteurs des avions de combat, et en particulier celui de l'avion piloté par André Malraux...” (Miriam Cendrars, cit.)
Dopo la tragedia dell’assassinio di Carlo e Nello Rosselli, Rori Piatti continua la sua attività antifascista e nel 1938 viene disposta la continuazione della vigilanza dei congiunti nel Regno, dei “pericolosissimi” Sanzio Piatti e della madre Tango Virginia.
La riservata della Prefettura di Milano del 20 dicembre 38 riporta che al 4º trimestre dell’anno, Sanzio Piatti “è sempre uno dei più attivi organizzatori di quasi tutte le mene terroristiche ideate dal movimento Giustizia e Libertà contro il regime e si è dimostrato elemento pericolosissimo”
Il 16 gennaio 39 l’appunto della polizia politica per la divisione Affari Generali e Riservati, sede in Roma, trasmette la lettera della Prefettura di Milano, in cui si ritiene opportuno includerlo nell’elenco delle persone capaci di organizzare attentati terroristici.
Il 14-2-39 la R. Prefettura di Milano segnala “in seguito ad autorizzazione ministeriale nº. 4420/56623 in data 7 febbraio 1939, è stato compreso nell’elenco dei sovversivi attentatori o capaci di atti terroristici pertinenti a questa Provincia”.
La stessa Prefettura il 13 settembre 39 segnala “iscritto nella rubrica di frontiera col provvedimento di “Arrestare”.
L’arresto non sembrerebbe mai avvenuto - evidentemente Rori non ha lasciato Parigi - poiché tutte le riservate che seguono riportano “nulla da segnalare”.
Il 9 marzo 1940, il telespresso da Parigi riporta che il soggetto è risultato conservare la cittadinanza italiana e “risiede attualmente in Parigi in rue Lhomond 35, esercitando la professione d’ingegnere aeronautico.”
L’11-5-1941 la Prefettura di Milano ritiene opportuna la revoca del controllo della corrispondenza diretta ai famigliari.
La riservata del 4º trimestre del 1942, del 12 aprile, riporta l’ultimo “niente da segnalare”.
Rori Piatti è finalmente un libero cittadino.
Ritengo che la pericolosità di Rori Piatti sia stata sopravvalutata, per la sua manifesta intelligenza, la cultura, la padronanza di molte lingue, il brillante curriculum negli studi di ingegneria aeronautica alla Sorbona, la natura avventurosa e l’abilità nella progettazione di motori e quella nel volo e, naturalmente, la stima e fiducia incondizionata in lui da parte di Carlo Rosselli.
Così finisce quella stagione parigina irrepetibile, fatta di utopie, di speranze e di giovanile ardimento di Sanzio Piatti, alias Rori, alias Maraini Alberto, alias Federico, alias Gobbo, alias Tango, alias Balbo.
Per lui inizia la brillante e lunga stagione della carriera di ingegnere e inventore di prototipi, e mai finisce la conquista della libertà di pensiero e parola che volle per sè e quanti lo circondavano.
Rori, mio amatissimo cugino fratello, muore a Frascati il 2003.
Note
1) Le notizie riportate, eccetto quelle segnalate come provenienti da altre fonti, in quest’articolo sull’attività parigina in “G e L” di Sanzio Pio Vincenzo Piatti, detto Rori, provengono dal fascicolo B46525, Ministero dell’Interno, divisione polizia politica, Casellario Politico Centrale. n. 56623, A.C.S)
2) Bondy Franz, qui nominato, era amico della madre di Rori Virginia Tango Piatti detta Agar, che lo presenta a Roberto Bracco nella lettera del 28-9-1933 da Sanremo, accludendo una lettera di Fritz Bondy “Vi mando questa lettera di uno scrittore ebreo tedesco Bondy, che è stato condirettore al teatro di Praga e vi ama molto. Mandategli qualche cosa, rispondendo presso il mio Rori…”