Debutta in mostra lo scritto di Campana

 

di Fulvio Paloscia

 

da La Repubblica, 6 Marzo 2004

 

 

Un quadernetto di carta pregiata, che reca in filigrana una margherita: fu quello utilizzato da Dino Campana per il manoscritto de Il più lungo giorno, «prestato» dal poeta ad Ardengo Soffici che poi lo smarrì nella sua biblioteca; fu ritrovato dagli eredi, nella casa di Poggio a Caiano, nel 1971. Quel manoscritto, oggi, torna a Firenze: Christie's lo esporrà, dalle 10 alle 12, nella sala degli affreschi dell'Hotel Excelsior prima di metterlo all'asta, il 18 marzo, a Roma.

 

Fabio Massimo Bertolo, responsabile del reparto libri e autografi della casa d'aste - nel pomeriggio, porterà il documento in «dono simbolico» a Mario Luzi che, 33 anni fa, ne annunciò il ritrovamento al mondo letterario - ha sfogliato e studiato attentamente quel documento ricostruendone la storia con l' aiuto di fonti critiche (da De Robertis a Cacho Millet) e cercando di chiarire un dubbio che rende mitologica la sua storia. Campana stesso, infatti, raccontò d' essere stato costretto a riscrivere a memoria quella prima stesura dei Canti Orfici «ma la preziosità del quaderno scelto dal poeta e risalente al Settecento, fa pensare che il manoscritto fosse in realtà una bella copia di componimenti già esistenti.

Campana infatti dà una vera e propria impaginazione al suo poema, le correzioni sono pochissime, in contrasto con gli altri vergati da Campana, disordinatissimi: tutto questo fa pensare che a monte ci fossero altri appunti». Campana considerò lo smarrimento di quel manoscritto una ferita irrimarginabile «perché con molta probabilità conteneva alcune lezioni del suo poema che aveva appuntato solo lì: questa versione doveva essere il preludio all' edizione finale, e qui stava la sua necessità».

Su quel quaderno - che il poeta stesso, ma anche qualcun altro, doveva aver precedentemente utilizzato per questioni casalinghe «vista la presenza di conti vergati a lapis in modo grossolano» - si stanno sempre più concentrando le attenzioni delle istituzioni fiorentine: «Ho sollecitato la soprintendenza archivistica della Toscana - spiega l'assessore alla cultura Siliani, che oggi sarà all' Excelsior con il vicensidaco Matulli - a vincolare il manoscritto; loro hanno chiesto alla Regione Toscana di esercitare il diritto di prelazione, suggerendo la Fondazione Conti di Fiesole come luogo ideale di conservazione, visto che lì c'è il più ingente archivio di manoscritti campaniani. Credo che però dovremmo trovare una forma di collegamento con il Gabinetto Vieusseux». Ma anche il Centro studi campaniani di Marradi rivendica la custodia il manoscritto.