Il pozzo di Giano a Sarzano
(foto di Antonio Figari)


Ringrazio Antonio Figari, da Genova, per avermi permesso di citare dal suo ottimo sito http://www.isegretideivicolidigenova.com/ questa descrizione del monumento a Giano Bifronte, che sta sopra una cisterna pubblica. Dino prese un piccolo abbaglio e scambiò l'antico fondatore di Zena con un non identificato imperatore romano, definendolo chissà perchè, "cieco e savio".

Con Antonio continueremo a passeggiare insieme, cercando fra le vie di Genova tracce campaniane, rimaste impigliate fra le sue poesie...

(paolo pianigiani)


 

Sotto Piazza Sarzano c'è una grossa cisterna, alimentata dall'antico acquedotto pubblico cittadino, che fungeva da scorta idrica per la città che qui aveva il suo nucleo più antico.
La cisterna che vi è oggi è stata costruita nel 1583 svuotando le due cisterne preesistenti per farne una. Si narra che, durante lo svuotamento delle stesse, dal fondo emersero ossa umane, teschi e molte armi, testimoni delle lotte e delle faide che nei secoli resero la piazza famosa per la sua pericolosità. Qualche anno più tardi fu eretto il tempietto sopra il pozzo su disegno di Bartolomeo Bianco.


 

Per quanto riguarda il busto del Giano Bifronte posto sulla cima della cupola, come già raccontato nel paragrafo 13 dedicato alla fontana di Piazza Nuova, esso, opera dei Della Porta, nacque sulla fontana di Piazza Nuova e, dopo esser diventato ornamento del Barchile dei Vacchero, fu portato in questo luogo dall'architetto Giovanni Battista Resasco.
Lo stesso, noto ai più per aver progettato il cimitero monumentale di Staglieno, durante la risistemazione ottocentesca della piazza, decise di spostare  l'intero tempietto qualche decina di metri più a nord dello spazio antistante la Chiesa di San Salvatore dove originariamente sorgeva.
Il busto che vediamo è in realtà una copia, l'originale è conservato nel vicino Museo di Sant'Agostino.
Gli ingranaggi del pozzo a trazione manuale sono ancora funzionanti.

Gli Ingranaggi del pozzo di Giano a Sarzano
(foto di Antonio Figari)

 

 

Difronte al tempietto, sulla facciata del museo di Sant'Agostino una targa marmorea ammonisce:

DALLA CISTERNA ULTIMAM[ENTE] FABRICATA VERSO RAVECCA NON SI PUO' FILAR CANEPA NE FAR CORD[E] DI QUALSIVOGLIA SORTE SOTTO PENA DE LIRE CENTO PER OGNI CONTRAVENTIONE, APPLICATE ALLA CAMERA DE SS-PADRI DEL COMM[UNE] COME PER LO DECRETO PUBLICATO A 27 AGOSTO 1629 ET A LORO BENEPLACITO

RENOVATU 1711

 

 

La lapide marmorea difronte al pozzo di Giano a Sarzano
(foto di Antonio Figari)

 

 

Piazza Sarzano

 Canti Orfici

 

A l’antica piazza dei tornei salgono strade e strade e nell’aria pura si prevede sotto il cielo il mare. L’aria pura è appena segnata di nubi leggere. L’aria è rosa. Un antico crepuscolo ha tinto la piazza e le sue mura. E dura sotto il cielo che dura, estate rosea di più rosea estate.
Intorno nell’aria del crepuscolo si intendono delle risa, serenamente, e dalle mura sporge una torricella rosa tra l’edera che cela una campana: mentre, accanto, una fonte sotto una cupoletta getta acqua acqua ed acqua senza fretta, nella vetta con il busto di un savio imperatore: acqua acqua, acqua getta senza fretta, con in vetta il busto cieco di un savio imperatore romano. Un vertice colorito dall’altra parte della piazza mette quadretta, da quattro cuspidi una torre quadrata mette quadretta svariate di smalto, un riso acuto nel cielo, oltre il tortueggiare, sopra dei vicoli il velo rosso del roso mattone: ed a quel riso odo risponde l’oblìo. L’oblìo così caro alla statua del pagano imperatore sopra la cupoletta dove l’acqua zampilla senza fretta sotto lo sguardo cieco del savio imperatore romano.