Vassalli, la guerra infinita

 

Chi ha «tradito» Dino Campana?

 
Polemica. Nel nome del poeta, 14 anni di accuse tra lo scrittore e il Comune di Marradi

 

di Mario Baudino

 

da La Stampa, Società e Cultura, domenica 12 Aprile 1998

 
 
«I libri rendono infelici... mi hanno fatto soffrire», avrebbe detto, forse sul letto di morte, lo psichiatra Carlo Pariani che ebbe come paziente Dino Campana, uno dei grandi poeti del nostro Novecento, nel manicomio di Castelpulci.
Fu lui a scriverne una Vita non romanzata, come recita il titolo del suo libro varie volte ristampato e ritenuto da alcuni degno di interesse perché ricco di informazioni. Fra costoro non c'è Sebastiano Vassalli, lo scrittore che dedicò a Campana, nell'84, La notte della cometa, una biografia intensa, appassionata, che ebbe molto successo. E' curioso come ogni volta che Vassalli torna in libreria con una nuova opera (ora c'è, da settimane in classifica fra gli italiani, La notte del lupo, primo romanzo edito da Baldini & Castoldi dopo una lunghissima militanza einaudiana) torni anche il fantasma di Campana.
 
La polemica dura ormai da 14 anni: da una parte Vassalli, dall'altra Marradi, il paese natale di Campana, che si sente diffamato e che nel Centro Studi istituito nell'89 ha cooptato Mario Luzi, Sergio Zavoli, un altro biografo campaniano come Gabriel Cacho Millet, Franco Contorbia, Claudio Marabini, Geno Pampaloni, Mario Petrucciani, Leone Piccioni ma non certo Vassalli. Che non ci andrebbe comunque: perché Marradi da sempre gli spara addosso a palle incatenate.
 
Ora arriva sulle nostre scrivanie un pamphlet di Franco Scalini, che del «centro» è stato presidente, dove con minuziosa perfidia si elencano errori d'ogni genere nella Notte della cometa: Vassalli avrebbe sbagliato a indicare l'albergo dove Campana e la poetessa Sibilla Aleramo trascorsero una infuocata notte d'amore, confonde i toponimi della zona, è vago persino nell'indicare dove sia il sepolcro del poeta. Sono particolari, si dirà, e osservazioni cui in parte lo scrittore aveva già risposto in un lungo articolo dell'85, ammettendo di aver trascurato i documenti dell'archivio comunale, di averli studiati successivamente e di non averli ritenuti importanti.
 
Questione chiusa? Beghe di paese? Certo è che se Marradi non dimentica, anche Vassalli non scherza. Un anno fa aveva accusato il Comune appenninico di «persecuzione postuma» nei confronti di Campana. Ieri - sempre sul Corriere - ha preso spunto dalla pubblicazione di una biografia dell'ormai famoso psichiatra Pariani per rinfacciargli non solo di aver scritto un documento agghiacciante, ma anche di aver forse infierito su Campana perché aveva problemi «piuttosto seri» con le donne. Tra la notte della cometa e la notte del lupo sono tre lustri: sicuramente un record.
 
Nel nome del sommo Campana, è la più lunga polemica letteraria del nostro dopoguerra. Siamo sicuri che l'autore dei Canti Orfici l'avrebbe gradita?