Campana inedito

 

di 

Roberto Incerti

 

da: La Repubblica, 28 giugno 2000

 

«E' una ricostruzione puntuale la tua, che a me sembra persuasiva, specialmente con i testi ritrovati da te». Le parole di Mario Luzi sono rivolte a Gabriel Cacho Millet, studioso di Dino Campana e autore del libro «Dino Campana sperso per il mondo. Autografi sparsi 1906-1918» appena pubblicato dalla casa editrice fiorentina Leo S. Olschki (lire 53.000) nella collana «Cultura e memoria» realizzata in collaborazione con la Provincia.

L'argentino Millet ha 60 anni e ne ha passati metà studiando Campana «anche perché - confessa lui, che ha già pubblicato cinque volumi sul poeta di Marradi - sono convinto che Campana abbia visitato la mia terra, anche se molti critici non sono d'accordo su questa tesi».

Quest'ultima opera di Gabriel Cacho Millet è preziosa perché riunisce una serie di lettere, cartoline postali, biglietti e dediche in qualche caso inedite, trovate dallo stesso autore. Fra gli autografi inediti, ce n'è uno, bellissimo, che inizia così:

 

Dolce illusorio Sud, strade marine seminate di bianchi trofei, grandi crepuscoli che sulla città tonante sembrano continuare un eterno sogno! Sud dell'arabesco e del barocco, fanciulle marine per le vie dove l'arte dei miti ingenua si esprime (arabeschi, grifi, chimere, cortei dei giovani re della leggenda) sui bianchi e azzurri palazzi marini: e mentre il fervore umano assorda i lunghi crepuscoli piazzette marine che aprono i colonnati dei loro balconi alla fantasmagoria dei porti fumosi che nelle antenne e nei molli cordami delle navi trattengono al cuore la dorata avventura. Sud: porte seicentesche nobiliari aperte alle grandiose colonne bianche su cui posa l'architrave dominato da un trofeo alato.

 

C'è anche da dire che il titolo «Sperse per il mondo» ben si riferisce a quelle carte di Campana sperse e sparse per l'Italia e oltre. «Muoversi fra le carte di Campana - afferma Millet - non è mai facile perché spesso hanno avuto una vita infelice proprio come quella del poeta di Marradi.

Alcune sono ormai introvabili e smarrite, oppure consumate dal tempo». Gabriel Cacho Millet ha dedicato molti anni della sua vita a pubblicare (con trascrizioni e riproduzioni fotografiche) carte parzialmente inedite o raccolte solo in riviste, nel tentativo di riunire tutti gli sparsi autografi campaniani.

Salvandoli così dall'azione del tempo, dalla dispersione e anche dal mercato che si è costruito intorno a loro. «La pubblicazione di una raccolta di autografi - afferma ancora Millet - significa un ritorno al tempo storico della scrittura, quando l'autore era l'unico lettore del testo.

In quest'ottica, il ritorno agli autografi mi è sembrato come lettore di Campana una necessità inderogabile. Gli scritti proposti nel mio libro non muteranno il senso rivelato dell'opera di Campana. Tuttavia qualche scheggia semiinedita potrebbe gettar la luce su aspetti della verità poetica di Campana ancora in ombra. Il mio lavoro vuole essere un parziale apporto all'edizione critica di tutte le carte campaniane».