le escandescenze

 

Dino a Bologna: il cagnolino del prof. Gorrieri

Le escandescenze di uno studente

Da "Il Giornale del Mattino", Bologna, 27 Dicembre 1912

Nel pomeriggio di ieri verso le 16, il comandante delle guardie municipali Dalmonte-Casoni, transitava per via Zamboni insieme con alcune persone della sua famiglia, quando, giunto nei pressi della casa segnata col n. 52, fu attratto dal rumore prodotto da una vetrata sbattuta e vide un giovanotto senza cappello, il quale, liberatosi dalle strette di alcune persone che si trovavano sulla soglia del caffè, situato in detta casa, si dava a fuggire verso il teatro comunale.

Immaginando trattarsi di un qualche ladro, il Dalmonte-Casoni si diede a rincorrerlo e riuscì a raggiungerlo, nei pressi di via del Guasto, mentre egli raccattato un ciottolo dalla via, minacciava con questo chiunque si avvicinasse. Riuscito, dopo non pochi stenti a disarmare l'energumeno, il Casoni si accingeva a condurlo in ufficio quando egli estratta di tasca una chiave riprese a minacciare le persone che nel frattemo erano sopraggiunte dicendo che voleva compiere una strage. 

Fortunatamente di lì a pochi minuti arrivavano le guardie municipali Pagani Enrico, Spanagri Carlo e Lucchetti Aldo, le quali si trovavano all'angolo di via Castagnoli ed erano nel frattempo state avvertite del fatto, le quali aiutarono il loro comandante a ridurre all'impotenza il giovane che pareva invasato da una vera frenesia ed a condurlo con vettura alla caserma di palazzo.

Quivi il dottor Gregorini che lo visitò, gli riscontrò un principio di squilibrio mentale onde lo fece trasportare all'Ospedale Maggiore.

Egli è lo studente Campana Dino di Giovanni alunno presso la nostra Università.

Le cause che avevano dato luogo all'incidente surriferito sono le seguenti: verso le 16 il Campana, accompagnato da due colleghi, certi Quirico Dall'Oca dimorante in via Mazzini al n. 42 e Bucci Paolo, dimorante in via Cartoleria al n. 36, si era diretto alla sua abitazione situata nella casa n. 52 di via Zamboni. Nel salire le scale egli si era incontrato con un giovane cameriere del prof. Gorrieri, dimorante al n. 34 della stessa via, il quale scendeva seguito da un piccolo cane.

Il Campana, forse colto da un accesso mentale, aveva afferrato la bestia lanciandola contro una ragazza che si accingeva a salire le stesse scale.

Il cameriere del Gorrieri aveva naturalmente protestato contro il giovanotto; ma essendoglisi questi lanciato contro con minacce egli era fuggito ricoverandosi nel caffè sottostante.

Quivi il Campana lo aveva inseguito per percuoterlo, ma trattenuto dai presenti era stato infine messo fuori dal caffè proprio nel momento in cui sopraggiun­geva il Dalmonte-Casoni.

Il Campana, il quale pare abbia già altra volta dato segno di squili­brio mentale, è tuttora trattenuto all'Ospedale.