Ritorno a San Colombano

 

di Piero Bargellini

 

in «Il Frontespizio», a. X, n° 7, 1938, p. 441

 

 

Caro Falqui e caro Bartolini, come vi avevo promesso, sono tornato a San Colombano. Il custode, appena mi ha visto, m’ha fatto cenno d’inoltrarmi pure nel camposanto, e mi ha indicato nel piccolo prato, ora raso, una croce. Con le tue venti lire, caro Bartolini, aveva sùbito comprato una croce, non di legno però, come tu intendevi, ma di ghisa stampata, con base di cemento. Egli stesso aveva poi composto una breve epigrafe, per un cartellino smaltato, e vi diceva: “qui giace la salma di Dino Campana poeta italiano. 1932”.

Mi guardava interrogandomi con lo sguardo, visibilmente contento della sua opera. Ho creduto di potergli dire che aveva fatto bene. La sistemazione – temporanea – fatta secondo il gusto del custode, mi è parsa accettabile e conveniente, spoglia di quelle compiacenze con le quali noi guastiamo, spesso, anche la povertà. Sicuro è il luogo della tomba, e questo era la cosa che più premeva. Ora bisognerebbe pensare alla tomba definitiva. Dal camposanto, mi sono recato perciò alla Badia a Settimo (tre o quattrocento metri). Badia a Settimo è, come già scrissi e a detta anche del Carocci, un monumento tra i più insigni di Firenze e di Toscana e forse d’Italia.

Molti restauri sono stati fatti, ma altri ne restano da fare. Per esempio, di fianco al bellissimo campanile a terra si vede una cappella, che fu la prima chiesa parrocchiale di Badia a Settimo, posta fuori della clausura monastica. Risale a prima del Mille, ed ora, deteriorata e trasandata, serve di stanza mortuaria. È una piccola costruzione rettangolare, con la volta a botte, una bifora romanica e una finestra a rosa di cotto. Con poco, affidata alle cure della Sopraintendenza dei monumenti, la chiesina potrebbe essere restaurata, e, secondo me, tomba di poeta difficilmente sarebbe più degna di questa. Pensate.

Una chiesetta ormai millenaria, al fianco di una gloriosa badia, sotto a un campanile bellissimo, dove un’iscrizione abbreviata e misteriosa fino a poco tempo fa, esalta la gloria di Dio: Gloria sit Domino. E questo a pochi metri dal camposanto dove Dino Campana ora riposa, nella plaga malinconica e severa contemplata a lungo dal poeta negli anni della sua follia tranquilla e non infelice. Questa sistemazione offrirebbe l’occasione di continuare i restauri della badia, fermi da vari anni. Il tetto della chiesa millenaria fa acqua, i muri marciscono, il cotto si sfa, urge qualche lavoro, urge un restauro. Insieme al restauro si potrebbe, con lievissima spesa, pensare a un loculo per Dino Campana e a una semplice, semplicissima pietra tombale. La cosa affidata dalla Direzione delle Belle Arti alle mani di Giuseppe Poggi, sopraintendente amico degli artisti e dei poeti, riuscirebbe, ne son certo, di grande decoro. Ho esposto la mia idea, che, senza ombra di vantazione, mi sembra buona.

Voialtri che cosa ne dite?». Segue poi un trafiletto, firmato con le iniziali P.G., dal titolo «Per la tomba»: «Per la tomba di Dino Campana hanno inviato l’offerta: Manlio Dazzi –Corrado Pavolini – Alberto Viviani – Marcello Gallian – Enrico Falqui – Giovanni, Mia, Vanni e Silvano Scheiwiller – Bruno Fattori – Angelo Barile – Giovanni Descalzo – Berto Ricci – Fernanda Romagnoli – Giorgio Morandi. In totale 300 lire».]

 



Per la tomba di Dino Campana

Alcuino (Piero Bargellini)


Nel nostro silenzio non abbiamo dimenticato la tomba di Dino Campana, specie in questi giorni di novembre. Presto si spera di dare qualche sicura notizia circa la sistemazione della Cappella di Badia a Settimo. S.E. Bottai, e il Direttore delle Belle Arti si sono occupati personalmente della cosa. Sapevamo che lo avrebbero fatto, essi che vivono con noi e più di noi la passione per l'arte e la poesia. A riprova di questo, ecco la lettera che abbiamo ricevuto dal Ministro dell'Educazione Nazionale:


Caro Bargellini, Vi unisco un assegno circolare di lire duecento pregandovi di volerlo accettare quale mia offerta per la tomba del compianto poeta Dino Campana. Questo contributo che io do come scrittore fascista, è indipendente da quanto, in qualità di Ministro dell'Educazione Nazionale, potrà da me essere disposto attraverso la Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti. Cordialmente

                                                                                                       BOTTAI