Gino Gerola
Appunti per una biografia, la vita di Dino Campana
di Gino Gerola
da "La Fiera Letteraria" del 20 Luglio 1952
L'articolo uscì dopo la pubblicazione della quarta edizione dei Canti Orfici, per le edizioni Vallecchi e a cura di Enrico Falqui
La nuova edizione di tutta l’opera di Campana, riunita stavolta in un unico volume e curata con la solita coscienziosità da Enrico Falqui per i tipi della Casa Vallecchi, oltre che riproporre all’attenzione di critici e pubblico la figura di questo poeta singolarissimo, può offrire lo spunto per un tentativo di chiarimento e di sistemazione della sua vita avventurosa e tormentata, avvolta ancora in una cert’aria quasi di mito che ha dato luogo a errori di prospettiva, a non poche inesattezze, alcune anche assai gravi, impedendo, fra l’altro, un’equa valutazione dello sviluppo della sua attività letteraria.
Il periodo più confuso e finora incertissimo, per la mancanza quasi assoluta di una seria documentazione, è sempre stato quello che va fino al 1912, fino cioè al primo apparire di Campana fra il fervido gruppo d’artisti che si raccoglievano attorno a «Lacerba», e comunque attorno al movimento futurista fiorentino.
E’ il periodo degli studi, delle prime manifestazioni di quel male che doveva prematuramente troncare la sua vita (almeno dal punto di vista artistico), delle prime esperienze di nomadismo spericolato come espressione della sua personalità e della sua poesia.
Le notizie relative si son basate finora sulla non sempre precisa puntualità dei ricordi di amici e conoscenti e soprattutto sulla ben nota operetta del prof. Pariani che, in mezzo a tutta una serie di documenti sul decorso della malattia, tentò di delineare sommariamente anche una biografia del poeta.
Le sviste e le incongruenze del Pariani (dovute in parte a lacune di memoria di Campana stesso nel rievocare, dopo tanti anni, all’ospedale psichiatrico quel periodo della sua vita) sviste e incongruenze ripetute più o meno da tutti coloro che ebbero ad interessarsi dell’argomento, riguardano sopra tutto la cronologia degli studi e del viaggio in Argentina.
Campana, come si sa, nacque il 20 agosto 1885 a Marradi, dove fece le scuole elementari sotto la guida del padre insegnante. Nel 1896 fu mandato a proseguire gli studi nel Convitto Salesiano di Faenza che lo accoglie subito (come risulta dai registri di quell’anno), alunno della seconda ginnasiale; il che fa pensare che abbia superato la prima privatamente, forse contemporaneamente alla quinta elementare.
Qui, e non nel ginnasio Torricelli come egli stesso afferma nei colloqui di Castel Pulci, percorse, si può ben dire brillantemente, tutte le ginnasiali, sostenendo presso l’Istituto Torricelli solo gli esami di terza e di quinta, dato che il convitto era privato.
Alla prima classe di quel liceo statale si iscrive invece nel 1900-1 ottenendo a fine d’anno dei risultati addirittura disastrosi causati dal disturbi mentali sopravvenuti.
Simile esito consiglia il padre a fargli cambiare ambiente. Lo fa presentarsi, l’anno seguente, come privatista, agli esami d’ammissione alla terza liceo, presso il Liceo «Massimo D’Azeglio» di Torino, mandandolo poi a frequentare quest’ultima classe nel Collegio «Bresso» di Carmagnola; l’ultima classe soltanto quindi, non tutto il liceo come egli stesso precisò, e comunemente si crede.
Circa la data d’inizio degli studi universitari perdura una grave inesattezza. Stando a quanto riferisce il Pariani, il poeta si sarebbe iscritto all’università solo nel 1908; vi sarebbe di conseguenza un periodo di almeno cinque anni, dal 1903 all’8, oscuro e incontrollato, che non si saprebbe come colmare. Ma le cose stanno diversamente.
Dai registri dell’ateneo bolognese risulta studente del primo anno di Chimica Pura già nel 1903-4. L’anno dopo chiede ed ottiene il passaggio a Chimica Farmaceutica e il trasferimento all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Nel 1905-1906 è di nuovo a Bologna iscritto alla medesima facoltà.
Ma l’inquietudine e l’osticità degli studi, che aveva intrapresa solo per obbedire a consigli altrui, lo inducono nuovamente a cambiare. L’anno seguente infatti, ritorna a Chimica Pura con l’iscrizione al quarto anno.
Dopo il 1907 non v’è più alcuna traccia della presenza di Campana all’università. Per ritrovarne, è necessario arrivare fino al 1912, anno in cui si riiscrive (22 novembre) ancora al quarto anno di Chimica Pura, trasferendosi poi, nel ‘13, all’università di Genova.
L’interruzione e senz’altro da attribuire a quella specie di mania di vagabondaggio che, manifestatesi già ai primi del ‘900, andò via via acuendosi fino a indurlo, proprio In questo torno di tempo, ad intraprendere quella serie, si può dire ininterrotta, di viaggi che resero quasi leggendaria la sua vita.
Nei cinque anni che intercorrono fra la sospensione e la ripresa degli studi, cade anche l’incredibile avventura che Campana tentò in Argentina. Quando precisamente?
I dati biografici finora accreditati lo porrebbero fra la primavera e l’autunno del 1913; Ma la datazione, fondata su non so quali documenti o deduzioni, è sicuramente errata. Le prove si possono ricavare sia dall’opera del poeta, come dalla testimonianza dei parenti, nonché da alcune considerazioni sui casi della sua vita in quegli anni.
Intanto sappiamo già che egli nel ‘13 è iscritto all’Università di Genova e che «ha cominciato a frequentare lezioni e laboratori», come assicura una lettera del «professore Nicola Spano» (che fra parentesi non era un professore), del 3 marzo «diretta al padre di Dino» e riassunta dal Pariani. Frequentava lezioni quindi, ma perché studente di quell’ateneo e non perché in attesa «di navigare verso l’America Meridionale».
Il viaggio che Pariani scambiò per quello in Argentina, è accertato che il poeta lo compì invece in Sardegna, proprio nell’aprile di quell’anno, riportandone le impressioni fissate poi nei versi di «Prosa in poesia» e nel frammento «Davanti alle cose troppo grandi». Quando partì per oltre oceano non fece sosta a Genova, ma s’imbarcò subito.
E ancora. Soffici informa che nel dicembre Campana si presenta alla redazione di «Lacerba» col manoscritto dei Canti Orfici. Ora è difficile poter pensare che egli, in poco più di un mese (dovrebbe esser tornato nel novembre, secondo la versione corrente) abbia potuto preparare la raccolta nella quale non pochi sono i componimenti che utilizzano ricordi delle peregrinazioni argentine.
Il Ravagli, nel suo libro di memorie universitarie, informa ampiamente sul come apparvero nel foglietto goliardico «Il Papiro» (8 dicembre 1912) oltre a «Le cafard» e a una prima redazione de «La Chimera», anche quella «lettera aperta» in cui l’autore rievoca le sue giornate nel Nuovo Continente e che intitolò «Dualismo».
All’inizio del ‘13 inoltre era già pronta anche «La notte», che infatti Campana consegnò all’altro foglio goliardico «Il Goliardo» del febbraio, sul quale, per mancanza di spazio, vennero pubblicati solo i primi otto capoversi. Ed anche in questo componimento, come si sa, ritornano allusioni a quella sua avventura.
Il viaggio quindi fu compiuto sicuramente in data anteriore. In che anno? Manca assolutamente il soccorso di qualsiasi documento e non si può quindi stabilire con certezza; ma io ritengo si possa far cadere nel 1908.
C’è intanto la testimonianza del fratello Manlio che recentemente m’assicurò circa l’esattezza di tale data; assicurazione che mi fu riconfermata anche dal cugino Raffaele, il cui padre, in quell’occasione accompagnò Dino a Genova.
Anche Mario Bejor, suo amico negli anni bolognesi, riferendone le confidenze pur senza precisare le date, lascia capire che il viaggio fu effettuato proprio all’inizio delle febbrili esperienze di giramondo, subito dopo un altro compiuto attraverso la Svizzera e la Francia.
Ma una deduzione forse anche più convincente ci suggerisce Campana stesso.
In uno dei colloqui col Pariani informò:
«Finito il liceo andai a Bologna nella Facoltà di Chimica Farmaceutica per due anni; poi andai a Firenze, studiai all’Istituto di Studi Superiori, per un anno; poi andai in Argentina».
Quest’ultimo «poi», fa supporre che ci si riferisca a un tempo immediatamente seguente la sospensione degli studi, cioè al 1908 appunto: mai più avrebbe usato simile espressione per indicare un avvenimento posteriore di alcuni anni.
Lo spostamento di data del viaggio in Argentina comporterebbe una revisione anche della cronologia degli Inediti, o almeno del Quaderno; ma questo esula dalle intenzioni delle presenti note.
La biografia di Campana dopo il 1912 è sufficientemente chiara e documentata e con ha certo bisogno d’esser riscoperta.